Sacrifici dettati dal mercato, poca fiducia nei mezzi di alcuni giocatori. Tocca a Merih Demiral adesso salutare la Juve: il turco approda alla corte di Gasperini a Bergamo, ricalpestando le orme di Romero, fresco di cessione al Tottenham dopo una stagione superlativa in maglia nerazzurra.
Come il Cuti Romero
Pensando a Demiral, la parabola di Romero è come una visione premonitrice per i tifosi bianconeri: a 21 anni ceduto in prestito all’Atalanta per via del poco spazio trovato a Torino, poi in nerazzurro l’esplosione. L’argentino ha dimostrato a Bergamo una spiccata personalità che l’ha reso titolare anche nell’Argentina, con cui ha trionfato in Copa America 2021 battendo il Brasile in finale. Una crescita costante che gli ha fatto ottenere il riconoscimento come miglior difensore dell’ultima stagione di Serie A TIM.
Romero in numeri
Alcuni dati forniti dalla Lega Serie A nell’elaborazione della classifica dei migliori giocatori 2020/2021: record stagionale di aggressività difensiva (95,1%), indice di efficienza tecnica del 92,1%, oltre il 92% di efficienza negli 1 contro 1 difensivi e record di palloni recuperati (237) e duelli aerei vinti (122).
Numeri da capogiro, per una maturazione esponenziale evidente, cui va riconosciuto gran parte del merito a Gasperini. Ora Romero, che tra le sue caratteristiche vanta anche un non banale senso del gol, sbarca in Premier League, al Tottenham, per un trasferimento da 50 milioni di euro . Singolare che a chiudere l’affare per gli inglesi sia proprio Paratici, che alla Juve l’aveva ceduto solo due stagioni fa in prestito biennale all’Atalanta per 2 milioni di euro con un riscatto fissato a 16. Per lui nessun ritorno a Torino.
Mamma li turchi
La faccenda Demiral sembra il replay esatto della vicenda del ragazzo di Cordoba. Il turco era arrivato dal Sassuolo (ricordate il famoso pezzo di carta lasciato da Paratici al ristorante?) nel 2019 per 18 milioni di euro, dopo una stagione brillante sotto la guida di De Zerbi, che non sapeva farne a meno. Capace di giocare sia a 3 che a 4, il difensore cresciuto nelle giovanili del Fenerbache possiede una stazza fisica possente, un’aggressività “pulita”, anche con scelte spesso pericolose che però sembrano esaltarne il carattere e la voglia di accettare il rischio, indice di grande confidenza nei propri mezzi. Merih è un portento sotto il punto di vista dei contrasti, anche aerei, e ha una velocità che non tutti i difensori possono vantare (più in progressione, c’è da dirlo, che sul breve).
L'illusione con Sarri
La sua straripante voglia di fare e stima nelle proprie capacità l’ha portato più volte a pretendere una maglia da titolare alla Juve, posizione che pareva potesse conquistare sotto la guida di Sarri, fino all’infortunio con la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro nel match contro la Roma del 12 gennaio 2020 (quando andò anche a segno per la prima volta in maglia Juve). Da quel momento poca fortuna, tanti k.o. fisici e gerarchie ben definite nello scacchiere di Andrea Pirlo, allenatore dell’ultima stagione (con lui 15 presenze in campionato, 5 in Champions e 4 in Coppa Italia).
All in su De Ligt e la vecchia guardia
Romero e Demiral rappresentano due giocatori di livello oramai mondiale, con esperienza invidiabile nonostante la giovane età, che però non faranno parte del futuro della Juve. I bianconeri hanno fatto all in sulla coppia azzurra Bonucci-Chiellini (fresco di rinnovo) e puntano tutte le fiches su De Ligt, pagato oltre 80 milioni di euro e all’apparenza unico degno erede, secondo la società, della blasonatissima BBC.
Il 22enne ex Ajax continua però ora ad essere l’unica figura a portare una ventata di gioventù in un reparto che, storicamente, ha fatto le fortune della società bianconera, ma che continua a innalzare la propria età media: vero che il tris Chiellini-Bonucci-De Ligt è di livello mondiale ma, tolti l’olandese e Pellegrini (senza contare Dragusin), l’età dei difensori è tutta over 27 anni.
De Ligt e Demiral in numeri
I numeri dell'ultima stagione di De Ligt, punto fermo, e Demiral, ai saluti, denotano però una scelta che deve essere stata comunque dolorosa per la Juventus. In tutte le competizioni 26 presenze per il turco, 36 per l'olandese: se De Ligt primeggia in percentuale di duelli aerei vinti (68,4% a 64,6%), palloni recuperati a partita (5,6 contro i 2,6 di Demiral) e percentuale di duelli vinti (62,7% a 52,3%), il neo acquisto dell'Atalanta risulta più preciso in termini di passaggi riusciti (93,3% a 91,7%) e, soprattutto, in percentuale di tackle vinti (71,4% a 62,5%). Un confronto equilibrato, che esalta la fisicità del turco e fa capire come la Juve, numeri alla mano, abbia lasciato partire una pedina tutto sommato affidabile del reparto arretrato.
La coppia del futuro ai saluti
L’Atalanta come minimo comune denominatore dei due (ex) potenziali centrali del futuro bianconeri. Prima il riscatto di Romero, per la cessione con clamorosa plusvalenza al Tottenham (che in realtà è valsa una incredibile minusvalenza di 5 milioni per i bianconeri), ora la formula con prestito e diritto di riscatto per sostituire l’argentino e accaparrarsi Demiral.
Salvo clamorosi sviluppi di mercato, che ci ha insegnato essere davvero imprevedibile, sarà quasi impossibile rivedere i due in maglia bianconera. Una valutazione che potrà essere capita solo a posteriori, guardandosi indietro. Ma per la Juve ora è tempo di andare avanti, senza Romero e Demiral.