Uno stormo di altri protagonisti spicca il volo Dall’Ara, dove non osano le aquile. Un coro di giovani campioni affonda la Lazio di Sarri, rovesciando il pronostico di un match dominato dal Bologna. Il primo è Musa Barrow, quota africana del Made in Italy di Zingonia. Nato a Banjul, in Gambia, Barrow cresce nel vivaio dell’Atalanta segnando i suoi primi gol italiani, 4 in serie A TIM e altrettanti in Coppa, con la Dea.
BARROW È LIBERO DI VOLARE
A inizio 2020, Barrow passa al Bologna ed esplode sottoporta, segnando 9 gol nel girone di ritorno: 6 di questi in quel rovente mini-campionato che ha seguito la pandemia, 4 consecutivi in dieci giorni fra luglio e agosto. Annunciato fra le stelle della scorsa Serie A TIM, Musa segna altre 8 reti ma non trova continuità di rendimento, schierato spesso centravanti per necessità, lui che da ala offensiva può mettersi al servizio dei compagni con 10 assist vincenti.
Giunto Arnautovic, rischia di perdere il posto da titolare, ma affrancato dal centro dell’area ritrova i suoi gol preferiti, quelli dal limite e 2 in successione, terminando un digiuno di 10 partite. A ventidue anni c’è pur aria di svolta.
THEATE, LA TESTA DELLA DIFESA
Arthur Theate nasce dall’altra parte del mondo, a Liegi, dove i ragazzi si dividono fra calcio e bici, ma i suoi capelli sono crespi e lunghi come quelli del suo idolo d’infanzia: Carles Puyol. Classe Duemila e Nazionale belga Under-21, da professionista gioca una stagione nell’Ostenda, siglando 5 gol da difensore centrale.
Un “mancino aereo” per Mihajlovic, che lo getta in mischia a schivare raffiche di tiri (e reti) subite dal Bologna nelle prime giornate di campionato. Theate tiene botta e segna di testa a Inter e Lazio. «Questa è per i tifosi», ha scritto ieri sui suoi profili.
HICKEY, CUORE DI MIDLOTHIAN
E poi c’è Aaaron Hickey, il più giovane, scozzese classe 2002, giunto a Bologna un’estate fa rifiutando, per crescere giocando, un’offerta del Bayern Monaco. Heart di Midlothian, sui social lo presentarono con una scarsissima clip in cui, a suon di cornamusa con il bambolotto di Nessie in mano, diceva «Believe me, I’m real».
Davvero orribile, come certi suoi primi vuoti difensivi e la sfortuna che, tra una lunga degenza covid e il doppio intervento chirurgico alle spalle lussate, ha preso meglio di chi dice d'aver visto il mostro di Loch Ness. Ma a diciott’anni ci si lascia tutto alle spalle, per l’appunto, e a diciannove si possono segnare i primi gol in Serie A TIM (a Genoa e Lazio). Per la fase difensiva, visto che Aaron sarebbe un terzino sinistro come Andy Robertson, esterno del Liverpool e capitano della Scozia, aspetteremo i venti.