Vincendo LaLiga con il Real Madrid, Carlo Ancelotti è diventato il primo allenatore capace di vincere il titolo nei cinque grandi campionati europei. Un successo, l'ennesimo, arrivato dopo i momenti difficili tra Napoli ed Everton e le critiche incassate nel silenzio.
Il nuovo Ancelotti
Il trionfo in Spagna non ha sorpreso chi, come Massimo Ambrosini, sotto la guida di Ancelotti ha vinto tutto: "La capacità di Carlo è stata quella di aggiornarsi - ha commentato l'ex centrocampista a Supertele su DAZN -. Parte del merito penso sia anche del figlio, che è un ragazzo intelligente e sveglio. Sicuramente gli ha dato una mano".
Le lacrime di Madrid
"Non penso che le lacrime dopo il trionfo in campionato con il Real fossero dovute alle critiche subite in passato - ha continuato Ambrosini -. La verità è che quelle di Ancelotti sono lacrime di un uomo capace di emozionarsi ancora, anche dopo l'ennesima vittoria. Per come lo conosco Carlo non è rancoroso e non ha bisogno di guardarsi indietro per avere chissà quale rivalsa".
Il "discorso " di Manchester
Successo, quello di Ancelotti a Madrid, arrivato praticamente 15 anni dopo il 3-0 sul Manchester United nella semifinale di ritorno di Champions League alla guida del Milan nella "partita perfetta". "Non ci fece nessun discorso motivazionale prima di quella partita - ha raccontato Ambrosini -, le parole più importante le disse a Manchester dopo la partita, a tavola. Noi eravamo distrutti e stanchissimi, ma dormivamo e mangiavamo a Manchester dopo aver subito il 2-3 al novantesimo nell'andata della semifinale. Ancelotti si avvicinò e ci disse: state tranquilli, al ritorno succederà qualcosa. Aveva già capito tutto".