L'America, si sa, ha un debole per l'Italia. Lo ha da sempre, come testimonia il nome che non ha più restituito al nostro Vespucci. E come testimonia la cascata di dollari che, negli ultimi anni, magnati e imprenditori d'oltreoceano hanno investito nel nostro calcio.
L'ultimo businessman approdato in Seria A TIM è Gerry Cardinale , che con la sua RedBird ha rilevato il Milan neo campione d'Italia . Oltre al Diavolo, sono altre cinque le squadre del nostro campionato in mano a proprietari statunitensi e canadesi: Atalanta, Bologna, Fiorentina, Roma e Spezia.
Perché gli americani hanno investito in Serie A TIM
Al di là del fascino e della reputazione del calcio italiano, gli americani hanno puntato sui club della nostra Serie A TIM per un motivo meramente economico. Anzi due. Innanzitutto perché le nostre squadre costano molto meno rispetto a quelle di Premier League o della Liga spagnola. E poi anche per costruire nuovi stadi , come hanno già annunciato le dirigenze di Bologna e Fiorentina e come ha auspicato Cardinale per il suo Milan.
Le società della massima serie italiana offrono inoltre buone prospettive di crescita sia sul campo verde sia in quello finanziario. Sono insomma, come si dice, un affare.
Quanto hanno investito gli americani in Serie A TIM
Cominciamo col dire che la RedBird Capital Partners di Cardinale ha superato tutto e tutti con l'acquisizione della società rossonera, nella quale ha investito la bellezza di 1,2 miliardi di dollari. Un colpo clamoroso per una cifra mai vista. Il confronto coi colleghi è impietoso: le altre cinque operazioni portate avanti in Serie A TIM, sommate insieme, arrivano a 503 milioni . Neanche la metà (la metà!) dell'affaire Cardinale.
Dal 2014, anno d'esordio del primo proprietario americano (Joey Saputo col suo Bologna), a oggi le proprietà statunitensi hanno investito un totale di 2,4 miliardi di dollari . I dati seguenti sono stati pubblicati dal Corriere della Sera su elaborazione Calcio e Finanza di dati e atti societari e si riferiscono alle risorse versate dai soli azionisti di maggioranza delle singole società.
Squadra | Costo d'acquisto (in milioni di euro) | Investimento totale (in milioni di euro) | Azionista di maggioranza |
Atalanta | 118,3 | 118,3 | Stephen Pagliuca |
Bologna | 6 | 222,7 | Joey Saputo |
Fiorentina | 158 | 472 | Rocco Commisso |
Milan | 300 | 705,7 | Fondo Elliott |
Roma | 199 | 568,2 | Dan Friedkin |
Spezia | 22 | 30 | Roberto Platek |
L’operazione Bologna: chi è Joey Saputo
L’avventura americana nel nostro calcio comincia una mattina d’ottobre del 2014 . Negli uffici del Bologna, che quell’anno gioca in Serie B, il presidente uscente Albano Guaraldi stringe la mano all’avvocato newyorkese Joe Tacopina , concludendo una trattativa che andava avanti da mesi tra ribaltamenti e colpi di scena. La società rossoblu passa così ufficialmente a una cordata di imprenditori statunitensi e canadesi, tra cui uno dei maggiori finanziatori è il canadese di origini italiane Joey Saputo .
Imprenditore e soci concludono l’operazione sborsando 6 milioni di euro e investendone oltre 215 dal 2014 a oggi. Ma il colpo più esplosivo è ancora in canna: il restyling dello stadio Dall’Ara per 125 milioni di euro . Il padre di Joey Saputo, Emanuele, nacque nella provincia di Palermo e da adolescente emigrò a Montréal , in Canada. Qui aprì un negozio di latticini assieme al nonno dell’attuale presidente del Bologna. L’attività si espanse a tal punto che nel 2021 la Saputo Inc, azienda di punta dell’industria casearia, ha registrato un fatturato di 10,63 miliardi di euro. Saputo è anche proprietario del CF Montréal, club fondato nel 1993 dalla sua famiglia e che ha militato nella MLS con il “vecchio” nome di Impact.
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L’operazione Fiorentina: chi è Rocco Commisso
C’è un imprenditore che più di ogni altro incarna lo spirito (e il modo di fare) dell’uomo d’affari italoamericano: Rocco Commisso . Più italo che americano, visto che è nato a Marina di Gioiosa Jonica, in Calabria. Si trasferisce negli USA all’età di 12 anni con la madre e due sorelle per raggiungere il padre Giuseppe. Giocando a calcio si conquista una borsa di studio alla Columbia University, dove si laurea in ingegneria industriale.
Da lì inizia una brillante carriera che lo proietta dal settore bancario alla fondazione dell’azienda di telecomunicazioni Mediacom , fornitrice di tv via cavo negli USA. Ma il primo amore, si sa, non si scorda mai. Commisso non vedeva l’ora di poter investire nel calcio e nel 2017 acquista la quota di maggioranza dei New York Cosmos , club statunitense militante nella seconda divisione, salvandolo dal fallimento e diventandone il nuovo presidente. Un club storico in terra americana, nel quale hanno militato grandissimi nomi del calcio internazionale, da Pelè a Franz Beckenbauer , da Giorgio Chinaglia a Carlos Alberto e a Johan Neeskens sino ai più recenti Raúl e Marcos Senna .
Il secondo grande passo nel mondo del pallone lo riporta tra le braccia di mamma Italia. E in una delle città simbolo dell’Italia nel mondo: Firenze. Nel 2019 Commisso acquista la Fiorentina dai Della Valle per 158 milioni di euro . Anche lui, come i colleghi, ha in mento un progetto chiaro e non perde tempo: nel 2021 comincia a costruire il Viola Park , una struttura all'avanguardia da 22 ettari con 10 campi di allenamento, uno stadio da 3.000 posti dove giocheranno le squadre primavera e femminile e uno da 1.500 posti per le giovanili. Un investimento totale compresa tra 80 e 85 milioni di euro. La Mediacom di Commisso ha chiuso il 2021 con un fatturato di 2,2 miliardi di dollari.
L’operazione Roma: chi è Dan Friedkin
L’avventura americana dell’ AS Roma parte ancora più da lontano, in verità prima di quella del Bologna. Dal 2011 al 2020 il club è in mano a un altro americano di origini italiane (il padre è di Teramo), James Pallotta . Nell’agosto 2020 lo cede al connazionale Dan Friedkin per 199 milioni di euro . Al netto di tutte le risorse versate, l’operazione giallorossa del Friedkin Group arriva a valere 568,2 milioni. L’imprenditore di San Diego detiene l’88,8% della Roma e ha da poco lanciato un’oca sull’11,2% della società per poi procedere al delisting della stessa a Piazza Affari.
Thomas Daniel Friedkin è l’unico proprietario d’oltreoceano di una squadra di Serie A TIM a non avere origini italiane. CEO di Golf States Toyota Distributors , “Dan” è dal 2017 alla guida dell’azienda di famiglia attiva nel settore dell’automotive e della produzione cinematografica. Nel 2020 il giro d’affari del gruppo è stato stimato in 8,3 miliardi di dollari, mentre al 28 marzo 2022 il patrimonio personale di Friedkin è stato stimato da Forbes in 4,4 miliardi di dollari.
L’operazione Atalanta: chi è Stephen Pagliuca
A febbraio di quest’anno Stephen Pagliuca è diventato il maggior azionista dell’ Atalanta , con il 55% delle quote, al termine di un’operazione da 215 milioni di euro . Per questa cifra la famiglia Percassi ha ceduto la partecipazione dell’84,66% del club bergamasco al un gruppo di investitori capeggiati dall’italoamericano. L’accordo viene raggiunto dopo mesi di trattative e con un closing non semplicissimo da circa 200 milioni di euro e che porta Pagliuca a detenere oggi il 47,5% del pacchetto azionario nerazzurro. A Percassi, che resta presidente della Dea, va il 39% mentre il restante 13,5% è distribuito tra i soci minori bergamaschi.
Da anni la Dea si conferma ormai ad alti livelli nel calcio italiano anche grazie ai soldi americani e, soprattutto, a una gestione intelligente e oculata . Oltre a sfornare ottimi giocatori e a garantire eccellenti prestazioni in campo (tranne un finale di stagione deludente), la squadra va forte anche in ambito finanziario. Il club ha infatti chiuso il bilancio di esercizio del 2021 chiuso in attivo per il sesto anno consecutivo, con 35 milioni di euro di utili e un valore patrimioniale salito da 126 milioni a 165 milioni di euro, con un monte stipendi che sfiora gli 80 milioni.
Presidente del fondo Bain , Pagliuca gestisce un patrimonio complessivo di 155 miliardi di dollari. La sua passione e il suo interesse nello sport vanno oltre i confini del rettangolo verde: il manager detiene infatti quote importanti in società del calibro dei Boston Celtics , la squadra più titolata del basket americano con 17 titoli NBA , di cui è co-proprietario.
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L’operazione Spezia: chi è Robert Platek
E veniamo all’operazione forse più “esotica” per un investitore americano in Serie A TIM. A febbraio 2021 viene ufficializzato il passaggio del 100% delle quote azionarie dello Spezia da Gabriele Volpi all’imprenditore statunitense Robert Platek . L’acquisto viene concluso per 22 milioni di euro , mentre l’investimento totale al netto delle risorse versate si aggira intorno ai 30 milioni. Platek si è inoltre impegnato nella ristrutturazione dello stadio Picco di La Spezia, di proprietà comunale.
Platek non è di certo un nome nuovo nel calcio. L’imprenditore venuto dalla Virginia di è infatti proprietario di altre due squadre, il Sonderjysk in Danimarca e il Casa Pia in Portogallo, mentre in Inghilterra ha finanziato l’acquisto del Burnley e ha trattato l’acquisto del Sunderland .
Di origini polacche (e non italiane), Bob Platek ha radici salde in madrepatria, in quanto proprietario di un’abitazione e di un ufficio a poche decine di metri della Casa Bianca. Nel corso della sua carriera di businessman ha fondato Lp, Griffin Partners e Plymouth Partners, prima di entrare nella Msd Capital di cui è diventato partner.
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L’operazione Milan: chi è Gerry Cardinale
Il colpo più grosso e rumoroso è sempre l’ultimo. L’operazione condotta da Gerry Cardinale per diventare il nuovo numero uno del Milan è clamorosa, proprio come la cifra inedita di 1,2 miliardi di euro concordata col fondo Elliott.
Chi è Gerry Cardinale e cos’è la RedBird Capito Partners di cui è fondatore e managing partner lo abbiamo raccontato qui .
Una menzione speciale: il Parma
C’è infine un altro storico club italiano che merita una postilla in questo elenco a tutta America: il Parma . A settembre 2020 il Gruppo Krause prende il comando della società gialloblu con il 90% delle quote. Dopo giorni di intense trattative Kyle Krause , in compagnia del fratello Tanner, è diventato socio di maggioranza sborsando circa 60 milioni di euro .
L’operazione ha segnato così la fine della rivoluzione firmata da Nuovo Inizio , il gruppo di soci parmigiani che ha preso per i capelli una squadra in serie D dopo il fallimento, riportandola in Serie A TIM a tempo di record. Kyle e Tanner Krause sono letteralmente innamorati dell’Italia. Una passione ereditata dalla madre, che è nata nel nostro Paese. Il gruppo di famiglia investe nel food and beverage e nella vendita al dettaglio, oltre che in diverse aziende agricole e nella catena di negozi Kum & Go, diffusissimi negli Stati Uniti.