La verità è questa: c'è il Real Madrid, poi ci sono le altre. Almeno ne LaLiga, la legge è quella blanca, e quindi quella di Carletto Ancelotti. Che non ha stravolto nulla. Che - Camavinga a parte - è stato forse uno dei pochi tecnici delle Merengues a doversi accontentare di un mercato puntellato, senza grossi colpi.
E come uno chef di altissimo livello, ha creato piatti prelibati con gli ingredienti a disposizione. Per qualcuno da buttare, per Ancelotti ancora in grado di fare la differenza.
E così si spiegano e raccontano le scelte di Real Madrid-Atletico Madrid: una sentenza sul campionato, ancora una volta firmata Karim Benzema con mancino di Asensio tanto per gradire. Il Real è arrivato a quota 42 punti in 17 partite. Vuol dire averne vinte 13, pareggiate 3, persa soltanto una. Nota a margine: ora sono 10 le vittorie di fila.
Passaggio di testimone
Lo spettacolo è servito, e Benzema è tornato giusto in tempo. Ancelotti era stato facile profeta: "Lascio decidere a lui - le sue parole alla vigilia -, se vorrà giocare, lo farà". Sapeva bene di poter contare su un mostro di dedizione e su un giocatore che fa del gol una vera e propria arte.
Detto, fatto, rete meravigliosa: lanciato in contropiede (proprio dal francese), Vinicius ha la testa bassa eppure sa esattamente dov'è posizionato il compagno. Che con una girata al volo batte Oblak. Meravigliosametne.
Il raddoppio è firmato Asensio, con un mancino purissimo e precisissimo. E la menzione finale se la prende Courtois, tornato ai suoi incredibili livelli. Due parate decisive, una d'istinto vero su Joao Felix nel finale. Il Real batte anche l'Atletico Madrid e Ancelotti vince il primo Derbi in campionato: non c'era ancora riuscito. E' l'alba di una nuova era, sulla città. E a capo ci sono sempre le Merengues.