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Andrea Pinamonti a DAZN Talks: le sue parole

Redazione
Andrea Pinamonti a DAZN Talks: le sue paroleDAZN
L'attaccante dell'Empoli è il protagonista del nuovo episodio di DAZN Talks, in diretta sul nostro canale Twitch a partire dalle 13. Ecco le sue parole, nell'intervista di Tommaso Turci e Barbara Cirillo

Giovane, forte, italiano. E in una squadra che sa valorizzare la sua qualità: che annata, per Andrea Pinamonti. Nove gol in 29 partite, soprattutto la continuità che gli era mancata nell'esperienza all'Inter. Il centravanti dell'Empoli è ospite del nuovo episodio di DAZN Talks con Barbara Cirillo e Tommaso Turci: racconti, curiosità, ricordi e aneddoti. Tutto il mondo di Pinamonti, svelato nel nostro live Twitch di oggi. 

Guarda DAZN Talks con Pinamonti sul nostro canale Twitch: vai al link dedicato.

Andrea Pinamonti, attaccante dell'Empoli esulta dopo un gol

DAZN Talks con Andrea Pinamonti: le sue parole

"Cos'ho fatto stamattina? Dormito! Sono un grande dormiglione, quando riesco a dormire lo faccio volentieri. Sono uno che dorme parecchio. Quando posso dormo di più, mi piace, arrivo più rilassato al campo". 

La realtà Empoli

"Mi sto divertendo molto, la scelta di Empoli penso sia stata la migliore di anni. Sono molto felice"

"Con Andreazzoli? Il rapporto con l'allenatore, se non è fondamentale, racconta parte del percorso del giocatore. Quest'anno Andreazzoli mi aveva chiamato, dopo Genova voleva lavorare di nuovo con me. Sentire la fiducia da parte del mister e della società è stato fondamentale per poi prendere la scelta di venire a Empoli. Lo farei altre mille volte. Umanamente è una delle migliori persone conosciute nel mondo del calcio. C'è sempre un clima sereno. Di conseguenza c'è tanto divertimento da parte del gruppo, personalmente posso dire qualcosa in più dopo il percorso al Genoa. Avevo qualcosa in più".

La vita a Empoli e non solo

"Molti fuori dal calcio pensano che avendo un allenamento al giorno si abbia tanto tempo libero... ma quest'anno ho capito che ci sono tanti aspetti da curare, bisogna star dietro a tutti i problemi e così si passerebbero tante ore al campo. Ci sono momenti liberi, ovviamente. Di svago, di riposo. Qui non sto facendo chissà cosa. La cittadina è bellissima, ma è piccolina, non c'è molto da fare. A volte è anche una fortuna, puoi concentrarti sul calcio. Questo weekend sono tornato a casa, in Trentino, ho fatto due giorni di stacco mentale".

"Sono stato con la famiglia, con i miei amici che quando possono mi vengono a trovare. Ho 3-4 migliori amici dall'asilo, ho mantenuto un bel rapporto. Tornando poche volte riesco comunque a mantenere l'amicizia. La prima cosa che faccio? La famiglia prima. Faccio il primo giorno girando tra i parenti, tra una chiacchiera e l'altra il tempo passa veloce. Famiglia e parenti subito, poi amici. Torni a parlare di tante cose, gli aneddoti, è sempre bello. Questo è lo stacco mentale: non penso al calcio!". 

Sai cucinare?

"Se vuoi, t'invito ma non so cucinare benissimo. Le cose base riesco a fare qualcosa, ma mi faccio trattare... cosa si mangia di buono? In tutta la Toscana si mangia bene. La carne penso sia il piatto forte: sto facendo una cultura di bistecche. Ma la cucina della mamma non la batte nessuno"

L'emozione di andare via subito da casa

"Non è stato facile. Avevo voglia di andare perché sarei andato all'Inter, per iniziare la mia carriera. Ma avevo 14 anni, vedevo tutti i miei amici che restavano lì. Frequentavamo gli stessi posti... dover abbandonare tutto non è stato facile. Ho trovato tante persone che mi hanno aiutato, abbiamo fatto gruppo. Capitano momenti in cui senti mancanze, ma mi sono adattato e l'ho superato": 

"Cosa si prova? Non ho avuto paura di perdermi, ma il cambio può essere stato un po' più forte. Arrivavo da paesini piccoli di montagna, non c'entrano con Milano. All'inizio eravamo in convitto, le giornate erano piene ma non potevamo uscire". 

PlayStation o Serie TV?

"Me lo chiedono in tanti! Tanti miei colleghi giocano tra loro, ma la Play non mi ha mai appassionato, non ce l'ho nemmeno, non la uso. E' strano, anche quest'anno tutti hanno i loro gruppetti, si ritrovano, si scrivono, ma io sono sempre stato fuori da questi giri".

"Preferisco le serie TV, la mia preferita è Prison Break, lo so a memoria. E' molto lunga, alcuni mi dicono che sono pazzo e non hanno certo torto... Non c'è una battuta più bella, è tutto molto bello!".

Studi gli avversari?

"Mi capita! All'inizio non credevo, ma tanti allenatori me l'hanno consigliato, vedo che tante volte porta risultati. Un esempio? Provo a capire come mi potrei muovermi, o magari il difensore che mi ritrovo davanti. I movimenti che fanno. Se il centrale è aggressivo, come protegge la profondità. Piccole cose che possono portare vantaggi". 

Sul fantacalcio

"A volte i miei amici mi chiedevano di fare gol prima di avere mie notizie! Era diventato difficile da sostenere. Se li faccio contenti, sono contento. Ma dopo un po' diventa pesante. Anche sui social: si guarda più al fantacalcio che una partita in particolare". 

"Chi calcia i rigori, tu o Bajrami? Per ora è sempre andato bene. Non ce la giochiamo a sorte, dipende anche dalle partite. Nelle ultime sarei stato io quello designato. Non dipende da nulla in particolare: prima la formazione, poi la sfida tra di noi. C'è sempre qualcuno che se lo merita la domenica".

Un idolo, poi ritrovato

"Il mio idolo è sempre stato Ibrahimovic. Mi è capitato la prima volta di giocarci contro, in Milan-Genoa: sono emozioni. Tante volte si dice di tornare indietro col tempo, le prime magliette... la prima era quella di Ibra, proprio all'Inter. L'ho visto e mi ha fatto un effetto particolare. Vedevo Ibra e pensavo a queste cose qui. A fine partita? L'avevo salutato, ma avevamo vinto noi ed era molto incazzato. Sempre meglio evitare certi momenti... abbiamo lo stesso procuratore, l'ho conosciuto e più volte ci ho parlato. Una bella persona. La maglia gliel'ho già chiesta, sì!".

"Tante maglie? Stanno aumentando. Ormai sono da un po' in Serie A, tra nazionali e altro, si creano rapporti d'amicizia. In ogni squadra credo ci sia una persona con cui hai rapporti. Credo sia un simbolo d'amicizia lo scambio della maglia. Una maglia a cui tengo? Ce ne sono un po'. Ibra tra le prime, poi quella dell'Inter di Bastoni, Skriniar anche. Ce ne sono un po'. Il prima che me l'ha chiesta? Un ragazzo del Verona, suo fratello giocava con me". 

L'esperienza all'Inter

"Tante volte mi dicono che è stato un anno perso, ma sono cresciuto molto. Sapevo che avrei trovato poco spazio, in attacco erano molto messi bene. Sapevo di trovare poco spazio, ma ho fatto questa scelta perché allenato da Conte, sapevo di poter imparare tanto. Sarebbe stata una tappa importante. Non ho perso un anno, ho imparato tanto da mister e compagni". 

"Lukaku? Gigante buono. Grande e grosso, ma una delle persone più buone. Non ci sono grossi aneddoti, persona molto calma con cui ho grandi e bei ricordi. Vedeva che con me non era facile fare un anno senza giocare, anche una risata e un consiglio mi faceva piacere. Il consiglio più prezioso? Come usare il fisico, la sua arma. Vedeva che avevo il fisico da attaccante, potevo usarlo come faceva lui. E tanti consigli mi sono serviti".

Serie A TIM 2020/21, Andrea Pinamonti in Inter-Sampdoria 5-1

Negli spogliatoi

"Sono un ragazzo di 23 anni a cui piace uscire, e lo fa quando può! Ma solo quando può! Bisogna specificare: oltre all'immagine di essere quadrati, è fondamentale dosare questa cosa qui... Facciamo le cose che fanno i ragazzi normali. Chi è il più matto? Penso Bajrami. Questa squadra forse ha il gruppo più tranquillo in cui sono stato. Me lo dicevano anche prima che arrivassi, non ci credevo tanto e invece è una squadra posata, tranquilla. Metto la mano sul fuoco: non ci saranno problemi fuori dal campo". 

"Musica fastidiosa? Sempre Bajrami. Musica albanese che piace solo a lui, ma è appassionato. La Mantia fa gruppo: tira fuori le vecchie hit italiane, lì partono i cori, le canzoni... facciamo gruppo. Un esempio? Grignani, Vasco Rossi. Cose vecchio stampo. Andreazzoli ogni tanto passa, butta l'occhio, ma non si ferma. Lo spogliatoio è sacro dei calciatori". 

Ai prossimi Mondiali

"Ci porti tu? Potrebbe essere un obiettivo. Riuscire ad arrivare in Nazionale, fare competizioni importanti. E' un obiettivo".

"La maglia azzurra? Posso dire di aver fatto tante partite con le nazionali giovanili. Ed è qualcosa di diverso. Hai un gruppo di ragazzi con altre esperienze, devi fare subito gruppo. Ho vissuto l'Europeo U19 e il Mondiale U20, l'obiettivo ora è la nazionale maggiore per i prossimi europei e mondiali".

Se arriva ai 10 gol?

"Vi regalo una maglietta! Potete tenerla in studio, fare un'asta coi tifosi".

Derby con la Fiorentina

"Carichissimo. Il derby è il derby. Le emozioni vissute all'andata speriamo di riviverle al ritorno. E' stata la partita in cui abbiamo goduto di più. Vincerlo così all'ultimo, coi nostri tifosi, è molto bello".