Manca ancora qualche passo per essere di diritto tra le big assolute. Per essere considerata davvero, e non solo potenzialmente, una possibile candidata al titolo di campione d'Italia.
L'Atalanta trova ora sul suo cammino il Napoli dei record. Una squadra che sta quasi dominando la Serie A TIM e ha conosciuto solo una volta la parola sconfitta.
Il basso profilo di Gasperini
"Atalanta per lo scudetto? No, ci sono Inter, Milan e Napoli". Così l'allenatore dopo il 2-1 di settembre contro il Sassuolo. Una gerarchia, quella da lui indicata, che finora rispetta a pieno la realtà dei fatti.
Ma Gasp, si sa, preferisce mantenere un low profile. Un passo alla volta. Come sta facendo in Champions League, in un girone infernale con Manchester United, Villareal e Young Boys, in cui si trova momentaneamente terzo e dove, a una manciata di secondi dalla fine dell'ultimo turno, si trovava in testa con gli spagnoli.
La vittoria con la Juventus
E nemmeno la vittoria per 1-0 di Torino firmata Zapata ha fatto sbilanciare troppo il tecnico: "Vincere qui significa poter sognare in grande...". I 3 punti conquistati contro i bianconeri hanno però un peso specifico che va oltre. Riuscire a prendere anche la testa del Napoli significherebbe non potersi più nascondere.
La Dea continua a crescere
Sono svariate le ragioni che fanno pensare che, questa Atalanta, possa rientrare concretamente nella lotta per il titolo.
Mercato positivo
Un bilancio in positivo, nonostante il Covid. Pedine del calibro di Gomez e Romero perse, ma rimpiazzate sempre in maniera egregia. Upgrade in più reparti: senza scomodare Demiral e Koopmeiners, quello più evidente in questi primi mesi, probabilmente, è l'acquisto di Musso, un portiere che da inizio stagione è stato autore di prove stratosferiche, che ha saputo annullare la pressione e, anzi, esaltarsi in contesti che ai più fanno tremare le gambe.
Ma anche il recupero di Ilicic, la crescita di giocatore come Malinovskyi e, non dimentichiamo, il fatto di aver trattenuto fenomeni come Gosens e Zapata.
Gioco a memoria
Il gioco dell'Atalanta è tra i più apprezzati in Italia per la sua fluidità. Per il modo in cui i giocatori, oramai affiatati, si trovano. A occhi chiusi. Un concetto che vale anche per i nuovi acquisti che, poco per volta, sono gestiti da Gasp per essere inseriti nel meccanismo perfettamente funzionante senza far inceppare le rotelle degli ingranaggi.
E in partite come quelle contro la Juve, dove non sono state create molte occasioni, la squadra ha dimostrato di saper gestire il risultato.
Il tempo
Oramai sono 5 stagioni che l'Atalanta continua a stupire. Dal quarto posto nella stagione 2016/2017, alla recente partita all'Old Trafford in Champions League. T roppo tempo per essere considerata solo una meteora. Troppo tempo per non essere inserita nell'elite del calcio italiano. Troppo tempo per non uscire dal bozzolo di underdog e ambire a un sogno che, soltanto all'apparenza, sembra più grande della propria identità.
La sfida contro Spalletti
32 gol fatti per il Napoli, 32 per l'Atalanta . La differenza di 5 punti in classifica, ora, passa dai gol subiti: 9 per la capolista, 17 per gli uomini di Gasp.
Due squadre improntate alla fase offensiva, che stanno però vivendo momenti leggermente diversi per via di piccole accortezze difensive. L'ultimo esempio è il pareggio dei bergamaschi contro l'Udinese: l'1-1 arrivato nei minuti di recupero, su calcio d'angolo (situazione di palla inattiva), pochi istanti dopo aver quasi combinato il patatrack con un autogol sfiorato.
Il Napoli finora è stato più squadra: questo scontro diretto servirà a definire i contorni dell'identità di due squadre con grandi ambizioni.
Ora è tempo
Insomma, la partita contro il Napoli non è sicuramente da considerarsi decisiva in questo momento visti i tanti mesi che mancano alla fine della stagione. Ma quale chance migliore per dire, ancora una volta sotto voce, "ci siamo anche noi "?