È la prima italiana ad aver giocato e ad aver segnato in Women Super League , la massima serie del campionato calcistico femminile inglese. Aurora Galli nelle scorse settimane ha rinnovato per un’altra stagione il contratto con l’Everton , a cui è legata dal 2021. Protagonista del Mondiale 2019, l’ex centrocampista della Juventus è tra le calciatrici escluse dalla lista dei convocati per l’ultimo campionato del mondo e la sua assenza non è passata di certo inosservata.
Aurora hai rinnovato per un'altra stagione con l'Everton, cosa ti ha dato questo club e cosa speri potrà continuare a darti?
“Il rinnovo con l’Everton lo vedo come il proseguimento di un percorso iniziato 2 anni fa nel campionato più forte che c’è al mondo, per quanto mi riguarda. Ho la possibilità di scontrarmi contro le squadre più forti e le giocatrici migliori che ci sono in circolazione, questo fa sì che il mio miglioramento sia costante e continuo, non posso prendere sottogamba nessuna squadra del campionato inglese”.
Sei la prima calciatrice italiana ad aver giocato e ad aver segnato in WSL cosa si prova a essere entrata nella storia?
“Come tutti sapranno nella mia carriera non ho segnato molti gol, ma quello contro l’Aston Villa penso che me lo ricorderò per sempre. Sul momento non gli ho dato troppa importanza perché per me ha più valore il risultato di squadra rispetto a quello personale, però dopo qualche settimana ho realizzato e interiorizzato ciò che avevo fatto. Sono la prima calciatrice italiana ad aver segnato nella WSL e questo mi ha fatto provare non solo una forte emozione, ma anche la consapevolezza che mai nessuno mi toglierà questo “titolo”".
Quali sono le differenze tra il campionato italiano e quello inglese, cosa cambia in campo e nelle sedute d'allenamento?
“Le differenze sono tante, purtroppo, partendo dai campi di allenamento alle palestre, dall’intensità degli allenamenti alle sedute con carichi di lavoro molto più alti. I duelli e la prestanza fisica vanno a pari passo con la tecnica individuale. L’unica cosa che non trovo diversa è la tattica che nel campionato inglese può mancare un po' dì più, ma viene compensata facilmente con la fisicità. Penso che per capire e vedere queste differenze sia importante non solo parlarne, ma anche provare di persona quello che descrivo, perché un conto è ascoltare quello che succede e un conto è viverlo sulla propria pelle”.
In questa stagione non sarai più la sola italiana a vestire la maglia dell' Everton con te ci sarà anche Martina Piemonte, quanto è importante avere una giocatrice con le sue caratteristiche in squadra?
“Sono molto contenta che Martina abbia preso la decisione di venire a giocare nel campionato inglese. Una giocatrice con le sue caratteristiche ci mancava e quando imparerà a conoscere questo campionato penso che riuscirà a fare diversi gol. La sua fisicità sarà importante nelle partite più difficili contro le top 4 quando avremo bisogno di rifiatare e tenere palla nella parte più alta del campo. Le auguro una crescita personale in tutti gli aspetti”.
Il Mondiale si è appena concluso e per la prima volta nella storia il podio è tutto europeo, te lo aspettavi?
“Questo Mondiale penso sia stato molto particolare e ricco di colpi di scena. Molte favorite sono uscite presto e squadre meno viste sono riuscite ad andare avanti con la propria personalità e caratteristiche, la vera sorpresa è stato proprio questo podio e da qui si può vedere i tanti passi avanti del calcio europeo”.
Nel 2019 sei stata una delle protagoniste di quella Italia che fece sognare tutti ai mondiali di Francia, ti aspettavi di non fare parte della lista dei convocati per questo campionato del mondo?
“Sinceramente avevo un brutto presentimento riguardo la mia convocazione perché subito dopo l’uscita dall’Europeo della scorsa estate ho fatto presente alcune problematiche che avevo riscontrato durante tutto il raduno e il torneo. Queste critiche non sono state prese come un punto di partenza per migliorare a livello collettivo, ma sono state viste come un puntare il dito contro qualcuno, quindi quando non ho visto il mio nome nella lista è stato un dolore atroce al cuore, ma una parte di me se l’aspettava. C’è da dire anche che purtroppo non ho avuto neanche una spiegazione della non convocazione quindi ho deciso di chiamare la ct e chiedere personalmente la motivazione, pensavo fosse scontato questo passaggio, ma ho dovuto fare un passo in avanti io con tutta la delusione del non essere stata inserita nella lista e senza voler mancar di rispetto a nessuno”.
Che cosa hai provato nel vedere le tue compagne uscire nella fase a gironi?
“Dopo che sono stata per così tanti anni in nazionale, anche se non sono stata accanto fisicamente alla mia squadra, potevo vedere e provare chiaramente lo stesso dolore dopo le due sconfitte al mondiale e di conseguenza l’uscita dal girone. Penso che non sia stata una sconfitta solo per le ragazze ma proprio come movimento italiano”.
Quanto può incidere l'attuale situazione della Nazionale sulla crescita del movimento calcistico femminile in Italia?
“Pochi giorni fa è uscito il nome del nuovo ct (Andrea Soncin NdR) della nostra nazionale e non ho molte notizie, ma sono certa su una cosa che la nostra nazionale ha bisogno di aria fresca proveniente dalla federazione e di conseguenza dal nostro staff, questo può essere un buon punto di ripartenza per tutto il movimento perché abbiamo bisogno di idee nuove e di nuovi stimoli che una persona nuova con altre prospettive ci può comunicare e insegnare. Sono molto ottimista e speranzosa che questo nuovo inizio ci possa dare il giusto merito e importanza”.
Il calcio spagnolo e quello internazionale si sono stretti attorno a Jenni Hermoso, quanto sono importanti in questo momento segnali di supporto come quello della ct Sarina Wiegman e quanto ancora c'è da fare per combattere gli abusi e le discriminazioni all'interno del settore calcistico?
“Purtroppo gesti di discriminazioni e abusi nel calcio femminile ci sono sempre stati perché tutto il mondo ritiene questo sport prettamente maschile. Per fortuna noi donne, come ha fatto la ct Sarina, ci stringiamo e ci uniamo l’una all’altra avendo la consapevolezza che se combattiamo tutte insieme le ingiustizie qualcosa può cambiare. Così è stato con il caso di Jenni, spero vivamente che lei abbia sentito tutto il calore e il supporto che tutte noi le abbiamo dato”.
Infine, alle bambine che si affacciano oggi nel mondo del calcio cosa diresti?
“Alle bambine di ogni età dico sempre la stessa cosa: sono ormai più di 20 anni che gioco a calcio, ho iniziato quando avevo 4 anni, e in campo metto sempre lo stesso sorriso e la stessa passione che avevo da bambina. Questo è il mio segreto, amare ciò che faccio e farlo al meglio delle mie possibilità, divertendomi, con il sorriso, ma anche con la determinazione di arrivare agli obiettivi che mi sono imposta”.