Un passo verso l'immortalità. Rafa Nadal è stravolto anche da se stesso, al termine della battaglia contro Medvedev si è scaricato di tutta la tensione, degli infortuni, di sei mesi passati di fatto sempre più lontano dal campo.
Neanche lui si aspettava di reagire così forte, così d'orgoglio, davanti a un Daniil Medvedev in versione macchina perfetta. Poi ha alzato lo sguardo e ha accolto verso di sé gli applausi del pubblico, la gioia infinita di chi ci credeva prima di lui, più di lui. Il risultato: 2-6 6-7 6-4 6-4 7-5. Al maiorchino, il secondo Australian Open della sua storia, a 13 anni dalla prima volta.
La grande bellezza e la grande rimonta
Non è difficile scoperta, la tenacia di Rafa. A sorprendere semmai è stata la straordinaria umanità dell'inizio e della fine, quando ha lasciato giocare i nervi sul grande avvio di Medvedev e quando ha saputo sopperire alla mancanza di gambe con una tattica perfetta. Chissà se per un attimo, almeno nel frangente fatto di complicazioni, ha pensato agli anni di differenza - il russo, 25enne, era a un passo dal numero uno del tabellone -, al percorso di recupero fisico e mentale dopo una brutta parentesi persino con il Covid.
Certamente Medvedev ha giocato sulle prime incertezze, i tanti errori di Nadal lo dimostrano. Nel settimo game, il momento più simile al potenziale emblema: due doppi falli consecutivi per il mancino, che perde il secondo servizio di fila, a zero, e lancia Medvedev 5-2, bravo a chiudere un game dopo. Il set successivo è ben costruito da entrambe le parti: vince Daniil di potenza, immaginandosi già con il trofeo tra le mani.
"Difficile parlare dopo 5 ore e mezza e perdere - ha raccontato al termine del match proprio Medvedev -, quanto fatto oggi da Rafa mi ha lasciato a bocca aperta. Cercavo di giocare a tennis e gli ho chiesto: ma sei stanco? E' stato eccezionale, ha giocato meglio dopo i 2 set persi. Ventuno slam per te e speravo ti stancassi, non è successo abbastanza".
I ventuno successi di Nadal
L'intervento, il covid, il lavoro massacrante che l'ha portato a Melbourne da campione assoluto. E' il masterpiece di Rafa, il suo capolavoro, è un racconto da tramandare ai posteri perché i posteri non dimentichino mai le lezioni di vita del tennis. Prendete il terzo set: Nadal rincorre per tutto il tempo, maledice il dritto e si affida al rovescio. Sulle ginocchia sente tutto il peso di tre settimane di scatti brevi ed emotivi. Nel sesto game, riesce però a recuperare tre palle break, e sono decisive. Da lì, Rafa cresce. E ancora cresce, e sempre cresce.
Nel nono strappa la battuta e allunga 6-4: il pubblico è in fiamme, gli chiede essenzialmente di crederci. Di quell'entusiasmo il maiorchino si alimenta in maniera costante, è un fattore che determina anche il calo di Medvedev: il russo si lamenta degli "idioti sugli spalti", invita a fare silenzio, spreca energie mentali fondamentali. Nel frattempo, 6-4 di Nadal: benvenuto quinto set.
"Caro Daniil, vedrai che almeno un paio di volte vincerai lo slam". Iniziano così le parole di commiato e di trionfo di Rafa. Sono rivolte all'avversario di una partita mozzafiato, con un quinto set degno di tutta l'emozione precedente. Il break dello spagnolo è nel quinto game: sale 4-2 dopo un po' di timori e tremori, Daniil recupera poi Rafa se lo divora. Scoppiando in lacrime di felicità.
"E' stato uno dei match più emotivi di tutta la mia carriera. Un mese e mezzo fa non sapevo se sarei tornato per giocare e ora sono qui con la Coppa. Non sapete quanto ho lottato per essere qui". Ecco, ce l'ha fatto capire per bene. E ce lo ricorda anche la storia: ha superato Djokovic e Federer nella classifica dei vincitori di Slam. Ora sono ventuno, e c'è voglia di continuare a stupire.