Un passo avanti. Uno dopo l'altro. Perché stavolta non c'è timore reverenziale: l'ha inglobato tutta la consapevolezza accumulata in un 2021 spaziale, oltre ogni rosea immaginazione. E allora eccoli, i ragazzi terribili del tennis. Nel frattempo sempre più uomini, sempre più lucidi nei momenti cruciali e decisivi.
L'ultimo sorriso della notte australiana è stato proprio quello di Jannik Sinner: ha battuto l'eroe di casa, stoico ma un passo indietro, Alex De Minaur. Tutto in tre set: 7-6 6-3 6-4. Tutto senza battere ciglio. Sinner ha raggiunto così Matteo Berrettini, già ai quarti dell'Australian Open, e insieme hanno eguagliato un precedente del 1973: Adriano Panatta e Paolo Bertolucci riuscirono nell'impresa di entrare nella top 8 del Roland Garros.
La rotta di Sinner
Non solo: l'ultimo ad aver raggiunto un traguardo così prestigioso e così giovane era stato Kyrgios nel 2015. Jannik è pronto a fare il passo successivo, ovviamente. Davanti avrà uno tra Tsitsipas e Fritz, pronti alla battaglia e all'appuntamento con la storia. A proposito: c'è chi si è già portato avanti e sogna lo scontro con Berrettini. Tabellone alla mano, potrebbe arrivare direttamente in finale.
Sinner non vola così in alto, anzi si tiene ben stretto e saldo al terreno. "Matteo? Non ho mai giocato contro di lui, non so come mi sentirei - ha raccontato ai giornalisti dopo il quarto turno -, speriamo di incontrarci spesso in futuro". Accadrà. Prima o poi. Perché l'Italia vive un momento d'oro e a colorarlo in questo modo sono stati due ragazzi per mille versi diversi, per altrettanti uguali.
La rotta di Sinner continua a essere pulita, senza filtri, con la testa bassa perché fissa sull'obiettivo. Il segreto? "Essere normali. Più lo si è, meglio è. E Matteo è come me", sorride Jannik. Che ha perso solo un set in tutti i 4 match.
L'obiettivo di Berrettini
Due statunitensi e poi due spagnoli. Matteo Berrettini ha sfoderato tutte le sue abilità linguistiche, ma soprattutto tanto tennis, a partire dai fondamentali. In tre set si è sbarazzato di Carreno Busta, diventando il primo italiano a raggiungere almeno i quarti di finale in tutti e quattro i tornei dello Slam. Ogni suo passo, è un passo nella storia.
Cosa vuol dire? Nessuno ha saputo raccontarlo meglio di lui in conferenza stampa: "Significa che sto facendo grandi cose, come forse non avrei mai potuto immaginare quando ero più giovane. Ricordo di essere venuto qui a giocare da junior e di aver pensato 'chissà magari un giorno giocherò le qualificazioni'".
Ora arriva Monfils, nel 2019 è stato l'avversario, il primo, in un quarto di finale Slam, la prima sull'Arthur Ashe. "Spero di sapere ora come gestire meglio questi momenti". Matteo si sente più sicuro, più maturo, gioca meglio. Ma sarà una partita dura. Del resto, non c'è altro modo per continuare a marchiare la storia. La sua e quella del tennis italiano.