Mario Balotelli sta vivendo una nuova avventuria in Turchia, all'Adana Demirspor. Un'altra maglia della sua carriera, un'altra esperienza importante. L'attaccante italiano ha trovato Vincenzo Montella come allenatore in Turchia ed entrambi stanno facendo buonissime cose, portando la loro squadra a giocarsi un posto in Europa.
Sappiamo quanto Mario tenga alla nazionale italiana e il suo sogno è sempre stato quello di alzare un trofeo un giorno con la maglia azzurra. Mai dire mai, anche se nel frattempo è arrivato anche il momento di fare i conti con un passato che ha regalato tante emozioni al centravanti italiano.
Ci siamo recati in Turchia per fare una chiacchierata riguardo il suo presente e il suo passato, parlando anche della nazionale e della speranza mondiale.
Puoi vedere qui l'intervista integrale a Mario Balotelli.
Emozione italiana
"Sono felice di quello che ho fatto. Ho vinto tutto a livello di club, mi manca solo qualcosa a livello di nazionale. L'unica cosa che posso rimpiangere ma non è mai troppo tardi. L'ultima chiamata è stata inaspettata, è stato davvero emozionante. Speriamo che l'Italia vada a mondiali, poi magari pensiamo anche a vincerli. La Macedonia non è una squadra semplice da affrontare, non bisogna sottovalutarla, così come la Turchia.
Gli Europei sono stati il momento più emozionante della mia carriera in nazionale. Esultanza contro la Germania? Bellissima, sono ancora in quella forma, se perdo un chilo è perfetto (ride ndr)", ha detto Mario Balotelli che poi ha parlato anche dell'importanza che ha avuto l'attuale CT della nazionale per la sua carriera.
"Mancini è l'allenatore a cui sono legato di più nella mia carriera. Lui mi ha fatto iniziare con l'Inter, nonostante i tanti attaccanti che c'erano. Ha avuto il coraggio di mettere me e non penso che tutti gli allenatori l'avrebbero fatto. Anche con Prandelli mi sono trovato molto bene, è stato sia permissivo che rigido con me. Ho avuto un bel rapporto con lui, così come con tutta quella nazionale".
L'episodio da cancellare
Balotelli ha poi parlato della sua avventura all'Inter e di una cosa che non rifarebbe se tornasse indietro: "Ho dato tanto all'Inter, poi ho anche sbagliato con la storia della maglietta e posso capire se i tifosi mi hanno criticato anche quando sono andato al Milan. Volevo troppo bene ai tifosi dell'Inter e se tornassi indietro cancellerei quell'episodio della maglia.
Presi male i fischi, sarebbe stato bello vestire a lungo la maglia dell'Inter, l'obiettivo era quello con Moratti. Inarrivabile come persona, mi regalò una moneta d'oro e la posseggo ancora. Non capivo tutta quella fiducia e quando feci vedere quella medaglia a Materazzi mi disse che l'aveva regalata solo a Ronaldo, Adriano, Recoba e Ibrahimovic. Mi disse che se me l'aveva regalata un motivo particolare c'era".
L'amore per Napoli
"Tornare in Italia? La vedo dura. Se non fosse per De Laurentiis sarei già da dieci anni a Napoli. Sono innamorato di Napoli e l'ho detto più volte a Mino Raiola che mi sarebbe piaciuto giocare lì", ha chiuso l'attaccante italiano.
La vera immagine di Mario
"Se ormai il personaggio, creato o vero, è ormai quello, perché devo dimostrare chi sono? Devo dimostrarlo alla mia famiglia, ai miei affetti. Non parlare è stato forse un mio limite. Su tante situazioni sono stato penalizzato, perché usciva un'altra immagine", ha raccontato Balotelli al nostro Francesco Fontana. Si parla di genitori, figli, e di passato: "Il piccolo ha 4 anni, quando Pia ha i compiti e l'aiuto. Doveva fare matematica l'altra volta... mi ha fatto fare 4 pagine! La prima volta che dice 'papà' è molto emozionante".
Sulla sua famiglia africana: "Sono i miei genitori, senza di loro non sarei qui. Ma nella crescita, i miei genitori sono stati i Balotelli. Col tempo ho dato stessa importanza a entrambe le mie famiglie, sono tutti e 4 i miei genitori" .
Tifosi e il retroscena sulla Juve
"Si va indietro così, di sicuro non si va avanti. Razzismo? Anche se non lo è, di sicuro è un odio pesante", le parole ancora di Mario. Che si sofferma sui tifosi: "Non ho mai trovato tifosi del Milan che mi hanno odiato, o anche tifosi del City che mi hanno odiato".
A proposito di tifosi, "quelli di Liverpool sono fantastici, ma lì non ritornerei". Balotelli parla di un rapporto particolare con Brendan Rodgers, allora tecnico dei Reds, e di essere pentito dell'addio al City: "Da lì non andrei più via! "Dovevo andare alla Juve! Il Milan però mi è sempre piaciuto, da gennaio avevo fatto solo 1 gol, Mancini mi aveva detto di restare e alla fine sono andato al Milan. Non ero felicissimo, ma guardando alla mia carriera era il momento giusto".
Con la Nazionale
La chiosa sugli Azzurri: "Gli Europei il momento più bello. Il top sarebbe stato vincerlo, ma c'erano i marziani. Noi siamo arrivati cotti, loro giocavano troppo bene. A livello di club ho vinto tutto, mi manca solo a livello di Nazionale. Posso rimpiangere veramente... speriamo non sia troppo tardi".