Sui suoi profili social ci sono Gino Strada ed Ezio Bosso. Ci sono trombe e camicie fighissime, quindi c’è anche Paolo Fresu. Ci sono centinaia di libri: Steinbeck e Sepulveda, Uhlman e Camus. Ci sono parole contro la guerra per la pace, ragioni pure contro lo spreco per un modo e un mondo migliore. Pensieri dolci e meravigliosi. Come la piccola Gaia in braccio a due metri di papà Datome mentre mi racconta la sua vita di basket.
Una vita passata per la NBA coi Detroit Pistons e i Boston Celtics, lui fra i primi nostri migranti verso un sogno americano come Marco Belinelli e Nicolò Melli, tornati tutti per essere leader: «Della NBA mi manca l’approccio meno totalizzante alla partita - ci dice Datome in un'intervista esclusiva - e sembra strano, ma se in Italia la sconfitta è vissuta come una ferita, in NBA invece, almeno durante la regular season, vivi giorni più sereni anche per il peso statistico inferiore della singola partita. Noi abbiamo avuto percorsi diversi e siamo tutti felici d’essere rientrati in Italia con uno spessore riconosciutoci dalle nostre squadre».
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Armani e Messina: «Marchi vincenti di stile e di fabbrica»
Al Fenerbahçe, Datome ha vinto l’Eurolega e oggi rivede nell’Olimpia Milano quella grandezza fatta di uomini primi. Grazie a lui e Melli. Grazie a due “capi” come Giorgio Armani - «Che uomo carismatico, ci manda i giusti messaggi, vuole che vinciamo e che si faccia con stile, da persona elegante di nome e di fatto» - ed Ettore Messina:
«Il nuovo status dell’Olimpia in Europa, certificato dalle Final Four dell’anno scorso e dal bel percorso di questo, è un suo grande merito. Con Messina l'Olimpia ha fatto un salto di qualità sia da un punto di vista tecnico che organizzativo. Perché oggi Milano è uno dei posti più belli dove fare il giocatore di basket e lo dicono Chacho Rodriguez e Kyle Hines, che hanno giocato nel Real Madrid o nel CSKA. E oggi siamo una squadra di altissimo livello grazie alle sue continue pretese da allenatore, così quando giochi una finale, in campo ci vai con l’imprinting per poterla vincere contro ogni avversario: è questo il vero marchio di fabbrica del suo basket».
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Tamberi e il basket: «Come un bambino a Disneyland!»
Con Gigi si parla di basket e di tutto. Per esempio dell’amico Gianmarco Tamberi, che in queste ore torna in Diamond League a casa di Barshim (Doha) e a febbraio ha fatto il mattatore all’All Star Game «Come un bambino a Disneyland! Gimbo è un uomo felice che vive d’entusiasmo e per trasmetterlo. L’oro olimpico gli ha conferito uno status planetario. Gli ho detto di godersela e di fare tutto quel che gli veniva in mente, schiacciare in campo e poi scattare foto, chiedere autografi, abbracciare i suoi miti. Devo dire che m’ha preso in parola!».
Contro la guerra, «Lo sport ha il dovere d'intervenire»
Si parla anche di spine, perché Datome è animato da un’ampia padronanza critica e non s’avvale delle stucchevoli “distanze sportive” se si discute di guerra e politica: «Colpire gli sport russi non è solo una questione simbolica, come molti pensano, ma anche economica. Ci sono poi certi atleti filogovernativi che meritano d’essere squalificati, mentre mi spiace per tutti gli altri, ma bisogna intervenire contro la Russia perché lo sport non può far finta di niente. E per questo comprendo la decisione presa dalle istituzioni».
Serie A: i Playoff dell'Olimpia Milano
Certo che non ci siamo scordati dei Playoff di Serie A, che cominciano domenica con Milano-Reggio Emilia (Gara 1 alle 17:00 in diretta su Eurosport 2, disponibile su DAZN) e che l'Olimpia vuole vincere, chissà se vendicandosi in finale contro la Virtus Bologna di Belinelli: «Siamo due riferimenti per le nostre squadre, ma la mia rivalità con Beli è relativa: abbiamo condiviso molti anni insieme in Nazionale e possiamo considerarci amici».
Come sta oggi l’Olimpia Milano, che dovrà giocare i Playoff senza Malcolm Delaney? «Quest’anno è come se avessimo vissuto diverse stagioni. Non esserci qualificati alle Final Four di Eurolega è stato un dispiacere, ma ci ha permesso di guarire dal nostro peggior momento: recuperare le forze necessarie per i Playoff. È così che cerchiamo dei lati positivi, cercando di trarne vantaggio».
“La differenza tra un disastro e un'avventura è solo la tua attitudine”. Ci sono anche i libri di Mario Calabresi sotto i canestri di Datome.