Sarà pur vero che c'è sempre una prima volta e c'è praticamente per ogni cosa. Ma una sensazione così forte di (onni)potenza resterà per sempre una parte fondamentale di quest'anno sportivamente meraviglioso. Le ciliegine sulla torta - già enorme - sono tutte in fila e aspettano il tempo giusto di maturazione. A New York, sembra essere buona stagione. E il sole batte forte sui campi di Flushing Meadows, dove piovono vittorie e piovono italiane.
Non era mai capitato che all'US Open due italiani arrivassero agli ottavi di finale. Due italiani contemporaneamente. Due italiani a dominare due battaglie di fatto senza precedenti. Matteo Berrettini e Jannik Sinner hanno spento tutti i discorsi sul futuro e accelerato ulteriormente i tempi: dieci set in totale, oltre 7 ore di tutto e di più, di punti decisivi e punti persi, di servizi e risposte. Lunedì hanno un nuovo appuntamento dal notaio: la firma è quella sulla storia del tennis italiano, e la mano non tremerà a prescindere dal risultato finale.
Berrettini e Sinner agli ottavi tra difficoltà e colpi
Matteo sorride più di Jannik, ma è solo carattere. Ed è pure la consapevolezza di aver affrontato già i primi momenti difficili. Durante il terzo turno contro Ivashka si è lasciato andare a un "Sono de coccio!!". Il motivo: aveva fatto due identici errori col dritto ed è naturalmente sbottato. "Mi è venuto poi da ridere pensando che a Flushing Meadows non l'avevano sentito", ci ha scherzato, definendosi "ambiasciatore della romanità nel mondo. O almeno nello stato di New York. Che non è poco. E non è poco neanche l'ottavo di finale dell'Open degli Stati Uniti (contro Otte). Né il record appena piazzato: Berrettini è diventato il primo italiano di sempre a raggiungere la seconda settimana in tutti gli Slam dell'anno.
E Jannik interiorizza, l'ha fatto anche con la paura dopo i primi due set con cui ha brillantemente superato Monfils: sembrava in discesa eppure si è trovato a faticare. Anche perché il francese non brilla certo per continuità ma è sempre stato un osso duro: lo rosicchi ai lati, difficilmente lo spezzi se non hai intensità e continuità nel colpo. E' ciò che è capitato al terzo set: perso malamente. E' ciò che poi ha ribaltato la partita al quarto: Sinner aveva allungato fino al 4-0, facendosi rimontare da Monfils in versione uragano. Al quinto sarebbe crollato chiunque, non il glaciale Sinner, che chiude i conti e vede gli ottavi. Dove troverà Zverev.