Per raggiungere determinate imprese non basta sognarle e neppure avere una certa attitudine. Solo il duro lavoro, nel tempo, può fare la differenza. E' questo probabilmente l'insegnamento più profondo dello sport in generale (che vale tra l'altro anche nel quotidiano), ancor di più però nel bodybuilding, dove la perseveranza scava un solco sempre più profondo tra passione e professionismo, in barba a qualsiasi tipo di pregiudizio.
Andrea Presti, ormai punto di riferimento (inter)nazionale da tempo, racconta a tal proposito la sua esperienza in merito in una piacevolissma chiacchierata con DAZN: "Conta tanto la genetica, viene detto che bisogna essere predisposti a questo tipo di sport. Mi dicevano che non avevo le carte in regola da questo punto di vista e per me è sempre stata una sfida superare i vari step fino ad arrivare all'Olympia. Ho sempre voluto dimostrare che pur non essendo un fenomeno geneticamente, lavorando più degli altri sarei riuscito a raggiungere un risultato".
Mister Olympia
Il duro lavoro, che "per me non è assolutamente un sacrificio per quanto amo questo sport" - sottolinea -, lo porterà a breve a salire per la seconda volta in carriera sul palco del Mister Olympia che si terrà a Las Vegas dal 16 al 18 dicembre. Dalla palestra di famiglia in Val Camonica (figlio di judoka) al banco di prova più esaltante: "Come i Mondiali per un calciatore, segna la differenza tra chi può raccontare di esserci stato e chi no. Qualsiasi calciatore sogna di arrivare ai Mondiali, qualsiasi judoka spera di andare alle Olimpiadi, qualsiasi culturista spera di arrivare all'Olympia", raccontato per rendere l'idea.
Una doppietta, a 35 anni, ancora più preziosa, se si considera che erano trascorsi 28 anni dall'ultima apparizione di un italiano alla competizione vinta per sette volte da Arnold Schwarzenegger. "Non avrei mai pensato di arrivare all'Olympia, né tantomeno così presto. E' stata una emozione incredibile la prima volta, la riconferma quest'anno invece mi ha portato una sensazione diversa. Non può essere stato culo".
Lotta al pregiudizio
Eppure, la lente del pregiudizio spesso distorce la realtà dei fatti anche nel bodybuilding. "L'Italia è il Paese degli sport di fatica. Dal ciclismo, all'atletica, fino al nuoto. Tutti sport in cui i risultati accumulano valore perché si riconosce il percorso che c'è alla base. Quando invece si vede il culturista sul palco che si muove in maniera strana, con un perizoma e l'olio addosso, non si percepisce il valore legato al sacrificio. E' un'esibizione, una 'miss Italia con i muscoli'. Se io faccio invece vedere la mia quotidianità, come ad esempio l'ora di cardio alle 4.30 di mattina e le ore di pesi al mattino e al pomeriggio, la dieta e le rinunce, oltre ai carichi enormi, posso trasmettere lo spirito di fatica che c'è dietro questo sport".
Argomento che non si esaurisce in sala attrezzi, per la precisione: "Bisogna fare tantissima attenzione all'alimentazione. Ho imparato nel tempo, attraverso lo studio, ad abbinare ad esempio il giusto carboidrato al tipo di allenamento che varia di giorno in giorno. Ho una frigobag con i pasti sempre con me, perché ogni 2 ore e mezza devo mangiare, che mi trovi in metro o da qualsiasi altra parte".
Rapporto con i social
Per questo, l'attività di sensibilizzazione sempre crescente, anche attraverso i social: "Ho un rapporto strettissimo con le persone che mi seguono. Ho un following estremamente fedele e rispondo sempre a tutte le domande, sempre per avvicinare persone a questo sport. Sono praticamente il mio primo lavoro insieme agli allenamenti. Chi mi segue è realmente interessato a cosa fa un culturista. Altri magari mi fermano per strada, mi riconoscono e per curiosità mi chiedono una foto, ma poi non mi seguono perché meno interessati all'aspetto tecnico".
Idolo
Ora, come detto, la seconda esperienza nella vetrina più importante. Sempre nel tentativo di migliorarsi, senza accontentarsi. Come il suo idolo Dorian Yates: "Sei volte Mister Olympia, culturista inglese che da piccolino davano tutti per sfigato e che per nessuno avrebbe mai sfondato. Senza mai trasferirsi negli USA, cosa che in quegli anni era di uso comune. Si è sempre allenato in una palestra terribile, uno scantinato praticamente. Ha creato il mito di un ragazzo di Birmingham nato sfigato, che ha dovuto accettare compromessi politici di questo sport ed è riuscito a vincere solo con merito battendo i grandi campioni della storia americana".
Obiettivi
Oltre l'Olympia, perché "nel breve periodo penso solo a questo", diversi obiettivi da portare a termine con determinazione. "Ampliare la mia attività di consulenza, ad esempio, così come la promozione dei valori dello sport che pratico. Finalmente, di recente, siamo entrati nelle scuole. Ci permettono di parlare di bodybuilding ed è una cosa che fino a poco fa poteva sembrare impossibile. Io continuerò a farlo con convinzione, perché lo sport è fondamentale nel percorso di crescita dei ragazzi. Nnon avessi avuto la palestra, molto probabilmente avrei fatto altro qualcosa che non mi avrebbe permesso di essere in salute o nella condizione in cui sono ora". Giustissimo.