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Cosa aspettarsi dalla stagione di Buffon al Parma

Cosa aspettarsi dalla stagione di Buffon al ParmaDAZN
Buffon torna in Serie B dopo l'esperienza del 2006-2007 con la Juventus. Non è cambiato solo il calciatore, l'ha fatto anche l'uomo

I sentimenti al primo posto, sempre. C’è oggettivamente una grossa fetta d’amore nella scelta di Gianluigi Buffon di tornare al Parma, un’altra pure di ilusiòn e nel senso spagnolo del termine. La traduzione sarebbe “sogno”, ma la differenza è più marcata. Si tratta dell’impossibile che, con speranza e abnegazione, si cerca di trasformare in concreta realtà. Gigi, che di concrete realtà ne ha toccate, viste, alzate al cielo in una notte di metà luglio a Berlino (tanto per dirne una), coltiva ancora l’ilusiòn di essere ancora e forse per sempre il numero uno. Per questo, di tornare in Nazionale sul treno Mondiale. Magari, riconquistando sul campo la Serie A TIM.

“Ho scelto il Parma, non la Serie B”. Non è mai stato facile essere Gigi Buffon, ma stavolta avrà sudato parecchio. Sul suo tavolo, dopo aver chiuso definitivamente l’esperienza alla Juventus, sono piovute offerte da ogni angolo della Terra, un temporale estivo di possibilità. Anche questo è servito a dargli la spinta per proseguire, ad estrarre dal muro l’ennesimo chiodo sul quale avrebbe malvolentieri appeso i guantoni. Si è guardato attorno, Buffon. L’ha fatto quasi chiudendo gli occhi, dando mandato all’istinto di decidere secondo coscienza, secondo ragione, secondo l’amore. Ha intrapreso un percorso che conosceva a memoria: il cuore l’ha portato verso casa.

Buffon al Parma: una scelta fortissima

Il corteggiamento serrato di Krause, partito addirittura dopo Juve-Parma nella scorsa stagione, ha fatto la differenza. Gli ha dato la dimensione del progetto, le rassicurazioni sul fatto che Buffon potesse essere Buffon in tutto, per tutto, e in particolare per la squadra. Libero di pensare al campo. Non alla chiusura di un cerchio, come pensano molti: ma all’apertura di un altro. Più piccolo certamente, non per questo meno importante. Meno impattante. Meno complesso.

Oltre le parate, lasciare che sia Gigi a difendere la porta è un’assicurazione sulla rendita: persino negli ultimi anni, con un ruolo apparentemente ridimensionato alla Juventus, il peso specifico delle sue giocate e dei suoi richiami ha cambiato le sorti difensive di una squadra difensivamente impressionante. Fare la differenza non è stata virtù naturale, semmai una specifica conseguenza di talento e carisma, di lavoro e sudore. Ecco perché la “scelta fortissima” non è stata solo quella di Buffon, anche il Parma ha avuto la sua buona dose di intuizione. L’acquisto è nostalgico e romantico, però dettato da esigenze tecniche non indifferenti. Non è stato forzato, è stato un compromesso divenuto semplicemente logico.

 

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Nessuno si aspetta l’esplosività, la testa matta, l’aria da sbruffone: quelle appartenevano al Gigi dei tredici, sedici, diciannove anni. Al suo percorso di crescita, a un Parma che non c’è più e che oggi prova a rinascere da quelle stesse ceneri. Non sarà facile essere fenice. E non sarà facile tenere a freno le emozioni. Del resto, i colori sono quelli lì, quelli del debutto contro il Milan e della super parata su Baggio prima, su Simone poi e su Weah infine. Giallo e blu tutto intorno, rosso e blu per chi dà le spalle e del ‘tu’ alla porta. I colori di Superman: mai stato un caso.

Cosa aspettarsi dalla stagione di Buffon

Difficile fare promesse, più semplice provare a lasciarsi coinvolgere. Si direbbe che negli ultimi sgoccioli di una carriera, con il palmarés gonfio di trofei e d’orgoglio, il giorno dopo giorno sia l’unica legge applicabile. Buffon ha accartocciato il pensiero medio e ha voluto superarsi ancora, andando a togliere dall’angolino la più umana e atroce delle sentenze, quella del declino. Non che ne sia esente, è che ha il coraggio giusto per affrontarla. Alle volte per ribaltarla, alle volte per patirla e mai per questo arrendendosi.

Dalla stagione in B di Buffon occorre aspettarsi sana umanità, allora. Esaltazioni e critiche, alti e bassi, momenti idilliaci e classiche frustrazioni di un campionato terribile e bellissimo. Ogni sabato sarà un esame, ogni esame sarà una conquista. Alla base l’eterna consapevolezza di poter contare sull’uomo e sul campione, in particolare sul calciatore.

“L'incredibile può essere creato solo se affrontiamo il rischio, la paura e il fallimento durante il processo”. Sapete chi lo diceva? Aveva una ‘S’ sul petto, vestiva di rosso e blu e si nutriva di sogni: che salvano, ci sollevano e ci trasformano. Nel caso di Gigi, gli hanno ridato il tepore di casa e il sapore di una nuova sfida.

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