Mimmo non ha paura di tirare un calcio di rigore. Nemmeno dopo averlo sbagliato, scaduto il tempo d’un derby maledetto.
Non ha paura di tirarne un altro, una settimana dopo. Un altro fatale dell’ultimo minuto per il Genoa e la sua missione.
L’ha segnato contro la Juventus facendo impazzire Marassi, tirandosi fuori da quell’inferno dov’era sceso, dopo aver perso il derby della salvezza.
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Venezia, Genoa, Cagliari, Salernitana: fine partita mai
Il calcio gli ha dato un’altra chance e il capitano ha messo giù tre punti pesantissimi, mentre mancano due fatiche alla fine del campionato, a meno uno dal Cagliari e meno due dalla Salernitana, meno cinque da Spezia e Sampdoria.
Un campionato di quelli che fan batter forte il cuore, in vetta e giù da basso, ma è qui che si parla degli ultimi, fieri di non arrendersi mai.
Che si parla della stupenda e disperata vittoria del Venezia col Bologna: da 2-0 a 0-3, da 0-3 a 4-3 con rete al 92’ di Dennis Johnsen.
Che si parla di quello psicodramma che è stato Salernitana-Cagliari: 1-1 quando al 98’ ha segnato Altare.
Gol affranti di giorni tristi e felici, sospesi tra spettri e speranze. Reti gonfie e gole squarciate. Maglie al vento di mare come quella di capitan Criscito ardito del rigore.
Criscito e il Genoa per non andar più via
Cresciuto nel Genoa e qui tornato dopo un anno alla Juventus e sette da migrante allo Zenit San Pietroburgo. Tornato nel 2018 per non andar più via: 272 presenze e 30 gol, l’ultimo per dare tutto l’amore che ha.
Due rigori e ultimi fischi. Criscito è tutto qui, diciannove anni dopo la sua prima maglia rossoblu per gli ultimi 8 minuti dell’ultima giornata di Serie B 2002/03, Genoa-Cosenza 3-0.
Criscito è chi da novembre ha subito quattro infortuni muscolari, saltando 18 partite d’una stagione disgraziata: i problemi al parto della terzogenita per la moglie Pamela, il Covid e le voci dell’abbandono, ricevuta un’offerta per andare subito a Toronto, aspettando Insigne, e rifiutata per dovere di capitano. E poi quell’odioso rigore contro la Samp.
Tiri mancini, rigori totali
Il destino glie ne ha dato un altro pochi giorni dopo, a vene aperte e cuore pulsante, e il capitano ha portato il pallone sul dischetto della stessa porta, sotto la sua Nord, allo stesso minuto di gioco: il 96'.
Tiri mancini. Il primo l’ha parato Audero, il secondo ha bucato Szczęsny. E il contrasto è stato fortissimo. Raggiante, viscerale, indimenticabile.
Una delle storie più belle del campionato e già la più romantica, nella vittoria e nella sconfitta, ma mai una resa del Genoa che sarà.