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L'altro protagonista della Serie A TIM: Udogie, con l'Italia nel destino

L'altro protagonista della Serie A TIM: Udogie, con l'Italia nel destinoDAZN
Ha debuttato in Serie A TIM a San Siro con il Verona e sempre lì ha segnato, ma una settimana fa con l'Udinese, il suo primo gol in campionato. Rete bissata al Friuli contro la Sampdoria per ribadire il suo destino fra i grandi, perché Udogie è una realtà molto concreta del calcio italiano: figlio di una nuova cultura giovane, integrata e assolutamente vincente.

Il suo primo gol in Serie A TIM, a San Siro contro il Milan, ha fatto molto discutere per un alquanto evidente tocco di braccio, ma il ragazzo ha diciannove anni e intervistato a fine partita ha detto «M’è andata bene», festeggiando eccome. Una settimana dopo ne ha fatto un altro e davvero mica male per un difensore, benché di terzino spinta, come Destiny Udogie, che ha firmato al Friuli il successo dell’Udinese sulla Sampdoria (2-1).

Stavolta il gol è “puro”, vale la vittoria ed è fatto in casa: un sinistro in corsa sul tiro-assist di Deulofeu, autore della prima rete. Ben fatto per l’Udinese, che vince uno scontro direttissimo con la Sampdoria (erano appaiati in classifica) e naviga con 7 punti di vantaggio sul Venezia terzultimo. Ben fatto per la carriera nascente di Udogie, che è nato a Verona il 28 novembre 2002 e dal Verona gioca in prestito a Udine.

Iyenoma: una bella notizia italiana

Ed è nato in Veneto da genitori nigeriani, come per esempio la pallavolista Paola Egonu nella vicina Cittadella. Così papà e mamma, Franklin e Kate, hanno deciso di dargli due nomi rivelatori: il primo è Iyenoma, che significa bella notizia, l’altro è Destiny. Come per esempio Oluwafikayomi Oluwadamilola Tomori, il cui nome vuol dire «Dio mi ha riempito il cuore di gioia», perché è splendida usanza nigeriana annunciare con parole devote la nascita dei figli.

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Una nuova cultura vincente

E come Tomori, o Paola Egonu, Iyenoma Destiny Udogie è figlio di una nuova cultura giovane, integrata e assolutamente vincente. A quattro anni nessuno può separarlo dal fratello Uwa, nemmeno i primi calci del maggiore al Nogara: «Quando ho portato Uwa al primo giorno d’allenamento - racconta mamma Katie - Destiny non smetteva più di piangere: era disperato, voleva stare con lui. Così ho implorato l’allenatore di farli giocare insieme e poi se lo sono tenuto!».

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San Siro nel destino

Due anni dopo un osservatore dell’Atalanta va da papà Franklin e gli dice: «Ma ha solo sei anni? Ho capito bene?». Eppure, ci vorranno tre provini prima che l’Hellas Verona se lo porti nelle giovanili dall’età di dieci anni fino al debutto in Serie A TIM a diciassette: proprio a San Siro contro il Milan l’8 novembre 2020 (entrato per Ilic al 69’ di Milan-Verona 2-2).

Poteva scegliere la Nigeria, ma ha veste la maglia dell'Italia fin dalla Nazionale Under-16, oggi parte molto integrante degli Azzurrini di Nicolato. Perché ha l’Italia e la Serie A TIM nel destino. E che bella notizia.

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