Error code: %{errorCode}

Serie A Enilive

L'altro protagonista: l'Udinese è di Beto, gol e progresso

L'altro protagonista: l'Udinese è di Beto, gol e progressoDAZN
«Sono un attaccante incompleto e per segnare, devo migliorare»: è il mantra di Beto, che trascina l'Udinese a tiri d’umiltà in fondo alla rete. E contro il Cagliari s'è portato a casa il pallone fra scatti a leve bislunghe e "giocate inspiegabili".

Con tre gol fra strappi e “giocate inspiegabili”, Beto ha fatto il mattatore alla Dacia Arena trascinando l’Udinese nelle acque quiete di una placida salvezza, lì nel mezzo a giocarsela per la colonna di sinistra. Ecco, è nelle acque quiete di fine campionato che lui ci sguazza come un maremoto.

In doppia cifra al primo anno di Serie A TIM, Norberto Bercique Gomes Betuncal, nato a Lisbona il 31 gennaio 1998 da genitori guineensi, s’è imposto con la sua possanza fisica spartendo 11 gol alla causa friulana: 3 consecutivi a ottobre contro Sampdoria, Bologna e Atalanta; 4 a Sassuolo, Lazio (2 d’un rocambolesco 4-4 all’Olimpico) e Milan a fine 2021; un altro all’Atalanta a inizio anno e questi 3 al Cagliari, due in appoggio dall’area piccola (destro e testa) e uno di corsa a campo aperto, battendo Cragno in uscita.

View post on Instagram
 

Beto, portoghese di periferia

Cresciuto nell’ União de Tires - a metà strada fra Lisbona e la costa di Cascais, con un breve e incerto passaggio nelle giovanili del Benfica - la terza divisione portoghese è la sua prima realtà professionistica da attaccante dell’Olímpico do Montijo: un paese che si stende sulle rive del Tago con la sua spianata di case piane.

Beto segna 21 gol, passa al Portimonense in massima serie e dopo un anno d’apprendistato sigla 14 reti, la prima al Do Dragão l’8 novembre 2020: «È il mio ricordo più bello, in trasferta contro il Porto, la partita in cui ho giocato per la prima volta novanta minuti. Al quattordicesimo ho segnato di testa e quando ho visto la palla in rete, ho pensato “wow!”».

View post on Instagram
 

Migliorare sempre per segnare sempre

Dall’Algarve a Udine, intervistato nel corso dell’anno, ha sempre ripetuto come un mantra d’essere un giocatore incompleto che deve migliorare in tutti i suoi fondamentali ed è vero, dall’alto del suo notevole impianto atletico: forte di testa, veloce nello scatto a leve spiegate, vigoroso a contrasto, letale in allungo.

Da quando il Benfica l’ha respinto, Beto segue con perseveranza un precetto d'automiglioramento, dedito al lavoro con tutta la sua presenza massiva. Quando parte in progressione ha una rapidità inattesa. S’ispira apertamente a Eto’o, anche se forse non è quel genere d’attaccante: meno punta, più centravanti. Un po’ Kanu, un po’ Adebayor, che fanno oltre 300 gol in due.

Serie A TIM 2021-22, Beto in Udinese-Cagliari 5-1

Se l'occhio non vuole la sua parte

Mica bellissimo da vedere in campo, con quella sua tortuosità nei movimenti che non cattura l’occhio, ma i gol sì. Regola inversamente proporzionale che ha riguardato e si rivedrà in molti grandi calciatori: di fatto, giunto dalla periferia portoghese, Beto ha conquistato una storica piazza “minore” del nostro campionato, materializzandosi a tiri d’umiltà in fondo alla rete.

Quando segna guarda la telecamera, mima una M con le mani e si batte il petto con una specie di rabbia, ma se esulta col "The silencer" di LeBron James, è solo perché crede fermamente che il suo gol sarà decisivo. Umile e sicuro di sé, Beto pensa al progresso in linea evolutiva: «Per fare il calciatore, non potevo continuare a essere me stesso, Dovevo cambiare. E i gol sono arrivati con i sacrifici, con gli allenamenti, con le partite». Vite e parole degli altri protagonisti. 

View post on Instagram