L’ultima campanella è pronta a suonare dal palco, ormai hai la certezza che tutto è finito. Il sogno di giocare nella NFL, di entrare anche per pochi secondi nell’olimpo dei pochissimi, è tutto condensato nell’ultima scelta del draft e... la legge delle probabilità non ti sorride affatto.
Poi la tua tasca comincia a squillare improvvisamente: un general manager ti chiama per nome e ti passa a tre, quattro altri allenatori e dirigenti. Dal palco invocano il tuo nome frettolosamente, tu non hai ancora chiuso la chiamata, tutti ti scuotono, ti spingono quasi a pedate. Pochi secondi prima le statistiche non ti sorridevano, ora invece tutti ridono goliardicamente all’apparire del tuo nome sullo schermo. Dal piedistallo della vergogna passano una divisa con cucita la scritta “Mr. Irrelevant”, e giù altre risate.
“Mr. Irrilevante”, colui che non conta nulla, colui che è l’ultima ruota del carro. Sei l’ultima pick del draft, tutti ridono di te ma tu ridi con loro, perché la verità è che hai sognato questo momento fin da bambino e poco importa se per realizzarlo sei dovuto passare da una porta secondaria.
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La tradizione del Mr. Irrelevant
Mr. Irrelevant è l’etichetta con cui è cominciata la carriera di Brock Purdy e di molti altri giocatori della NFL selezionati con l’ultima scelta assoluta del draft (l'evento che permette alle 32 franchigie NFL di accaparrarsi i migliori prodotti del college).
E Mr. Irrelevant è anche l’etichetta con cui si chiude la carriera della stragrande maggioranza dei ragazzi come Brock, che una volta ammessi oltre i cancelli dei propri team sono chiamati a lottare con i denti per confermare il loro posto durante il training camp. E siccome l’investimento in “capitale draft” da parte della franchigia è stato pressoché nullo, sono destinati il più delle volte ad essere tagliati dal roster.
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Ma la storia di Brock Purdy, quarterback ora titolare dei San Francisco 49ers, ha imboccato da tempo una traiettoria decisamente insolita. Selezionato con la 262esima e ultima scelta al draft e partito come riserva della riserva nel ruolo di quarterback, il nuovo Mr. Irrelevant si è trovato a guidare una delle squadre più “rilevanti” della NFL. Ora il futuro di un’intera franchigia dipende dalla sua capacità di dissezionare il campo, di guidare un intero plotone in battaglia, di mostrarsi sicuro e accurato nei lanci. Ecco che la metamorfosi da Mr. Irrelevant a Mr. Relevant si concretizza in un batter di ciglia, tramite un cortocircuito innescato da una serie di improbabili eventi. E poi il Super Bowl XLIII giocato contro sua maestà Mahomes.
Genesi
L’etichetta di Mr. Irrelevant fu coniata solo nel 1976, anche se l’evento del draft esisteva dal lontano 1936. Ma a chi dobbiamo l’istituzione di questa tradizione? All’ex ricevitore NFL Paul Salata, che proprio nel 1976 invocò per la prima volta l’ignobile nome di Mr. Irrelevant indicando l’ultima scelta del draft.
Il nomignolo di Mr. Irrelevant si lega anche a una precisa ritualità: in estate, a draft concluso, Mr. Irrelevant e famiglia sono invitati dalla NFL a spendere diversi giorni a Newport Beach (California); il programma comprende numerose attività: da una gita a Disneyland, a un torneo di golf per poi arrivare a una grigliata in presenza di ex stelle NFL.
Tutto si conclude con la consegna del Lowsman Trophy, una parodia dell’Heisman Trophy, ovvero il premio attribuito al miglior giocatore di college ciascuna stagione. Il Lowsman Trophy invece, premia la virtù contraria: elegge l’ultima ruota del carro, il giocatore teoricamente più scarso dell’intera cucciolata svezzata dal draft.
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Ogni anno, una franchigia di NFL è chiamata a selezionare un giocatore con l’ultima pick del draft, e in virtù della “Salata Rule”, non può svendere o liberarsi in alcun modo della sua pick. L’annuncio di Mr. Irrelevant sul palco del draft è sempre stato compito della famiglia Salata: dal 1976 al 2013 ci ha pensato Paul, dal 2014 è subentrata la figlia.
La divisa con la scritta “Mr. Irrelevant” e il numero della scelta al draft, mostrata sul palco al momento dell’annuncio, è sia una gioia per il giocatore draftato sia una maledizione: dal 1976 infatti, solo cinque Mr. Irrelevant hanno giocato più di 50 partite in NFL. Un dato che conferma la brutale competizione di questo sport, specialmente per coloro selezionati verso gli ultimi turni.
In media infatti, la carriera di un giocatore NFL dura tra i due e i tre anni: perché sì, i talenti d’elite possono resistere tra i ranghi dei roster di NFL per più di un decennio; ma è anche vero che esiste un infinito sottobosco di atleti precari, che entrano ed escono dai roster e dalle practice squad senza soluzione di continuità prima di venire esclusi del tutto.
Chi è Brock Purdy, Mr. (Ir)Relevant
La storia di Brock Purdy però, è una magnifica eccezione. Prodotto di Iowa State, l’attuale quarterback dei San Francisco 49ers ha lanciato 100 touchdowns in tre anni di college. Un numero sufficiente a valergli la selezione con l’ultima pick del draft, che lo scorso anno corrispondeva alla numero 262.
Dopo aver confermato il suo posto in squadra nel corso del training camp estivo – come terzo quarterback in linea di successione – Purdy si è ritrovato l’ovale per le mani quasi per caso: nella week 2 infatti, è caduto il giovane quarterback titolare Trey Lance. Gamba distrutta, stagione finita per lui.
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Al suo posto, il veterano Jimmy Garoppolo riesce a non farlo rimpiangere per gran parte della regular season, salvo abbandonare il campo all'inizio di match contro i Miami Dolphins (Week 13). Piede rotto, la sua stagione è praticamente finita, e allora Purdy viene scaraventato improvvisamente in huddle.
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Per i 49ers perdere il proprio QB dovrebbe essere un handicap irrimediabile: i Dolphins, guidati dalla rivelazione Tua Tagovailoa, sembrano destinati a vincere. Ma la partita è appena iniziata. Purdy infatti, mantiene inaspettatamente un polso fermo, fermissimo. In pochi minuti diventa il primo Mr. Irrelevant a lanciare per un touchdown in una regular season di NFL. Armato di alcuni tra i talenti più pirotecnici della lega (Christian McCaffrey, George Kittle, Deebo Samuel, Brandon Aiyuk), Purdy chiude la gara con due touchdown e 250 yard frutto di 25 passaggi azzeccati su 37 totali. Il Levi’s Stadium è quasi incredulo, la squadra della Bay stravince 33-17 e l’head coach Kyle Shanahan conferma Purdy al timone per la successiva partita contro i Tampa Bay Buccaneers di Tom Brady.
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Brady-Purdy, l'incrocio del destino
Proprio quello con l’eterno Tom Brady sembra essere un incrocio imbastito dal destino. Perchè anche Tom Brady, senza ombra di dubbio il giocatore più forte nella storia della NFL, fu selezionato con un ritardo imperdonabile nel draft del 2000. Il suo nome fu chiamato al sesto giro, con la scelta numero 199 dai New England Patriots. Il resto è storia. E quanta storia potrà scrivere ancora Brock Purdy? Difficile dirlo, ma i numeri che è stato in grado di garantire nella breve finestra a sua disposizione, tra regular season e playoff, fanno ben sperare.
Brock Purdy, statistiche e numeri alla guida dei 49ers
- Partite: 25
- Yards passate: 5654
- Touchdowns: 44
- Intercetti: 15
- % completi: 69%
- Passer rating: 111.4
I playoff, l'infortunio e il Super Bowl: il futuro di Purdy
Inserito in un sistema collaudato alla perfezione, Brock Purdy ha impiegato poco per candidarsi a legittimo starter in vista della stagione 2023-24. E così è stato. Il suo curriculum per giunta, si è arricchito significativamente da quel crash test con i Miami Dolphins. Purdy è riuscito a dare continuità all'attacco di San Francisco, inanellando un impressionante filone di sei vittorie consecutive in regular season. Il prodotto di Iowa State non ha mai perso un colpo, interpretando lo spartito di Shanahan con una fluidità surreale per un rookie proveniente dal settimo round, confermando nella stagione 2023/24 fino alla cavalcata verso il titolo NFC e il posto al Super Bowl di Las Vegas. I 49ers sono stati poi sconfitti a Las Vegas dai Chiefs.