Il messaggio è chiarissimo (se mai fosse stato ancora necessario): per la Champions League il Bologna c’è, eccome. C’è di prepotenza, senza pressioni, con tutta la leggerezza del mondo: quella di chi non ha nulla da perdere rispetto alle altre, partite in estate con obiettivi (europei) dichiarati e voluti, anche per storia e budget. La squadra di Thiago Motta c’è da tempo, tuttavia in un percorso lungo ci sono determinate tappe – vedi la pesantissima vittoria di Bergamo di domenica, contro una concorrente diretta come l’Atalanta - che possono tracciare una sorta di linea divisoria tra quello che avrebbe potuto rappresentare “solo” un grande, meraviglioso sogno e quello che oggi, più che mai, vale come un vero e proprio traguardo. Concreto, raggiungibile.
Lo dice una strepitosa classifica: emiliani a quota 51, Roma a 47 punti, Atalanta a 46 (contro la quale vinse pure la gara d’andata il 23 dicembre), leggermente più staccate Napoli (successo pesante sulla Juventus nel posticipo, salito a 43), Fiorentina (42) e Lazio (40). Insomma, allo stato attuale (e va sottolineato il concetto “allo stato attuale”) possono essere considerati come i favoriti. Cosa potrà, quindi, interrompere questa cavalcata? Infortuni permettendo, da capire come risponderà il Bologna più avanti, magari nel rush finale della Serie A TIM. E qui, si va subito al calendario: non impossibile, ma nemmeno tanto morbido.
Per il Bologna solo il campionato
Dopo la trasferta di Torino contro i granata, infatti, Thiago Motta sfiderà il Napoli al Maradona, in casa la Juve per poi chiudere a Genova contro Gilardino. Molto delle difficoltà delle sfide contro Calzona e Allegri dipenderà dalla classifica, in quel momento, di azzurri e bianconeri: la speranza per il Bologna è che il futuro di entrambi sia già delineato, senza particolari ansie legate al risultato.
Nel prossimo turno sarà tempo di un altro big match, al Dall’Ara arriverà un’Inter sempre più lanciata verso lo Scudetto dopo il 2-1 sul Genoa. Poi sfide sulla carta più abbordabili, con un altro scontro diretto, quello con la Roma all’Olimpico nella terza settimana di aprile. In più rispetto alle altre, però, il Bologna non ha l’impegno europeo in settimana, nemmeno quello della Coppa Italia (già eliminato dalla Fiorentina): di certo un aspetto che potrebbe rivelarsi importante. Per questo, oggi, il Bologna può sognare. Anzi, deve sognare.
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Roma e Atalanta tra Italia ed Europa
Discorso simile per la Roma, che con De Rossi sta volando (una sola sconfitta, contro l’Inter): punterà forte anche sull’Europa League dopo averla sfiorata con Mourinho, provando a non mollare di un centimetro in Serie A TIM.
La rosa è di livello, in particolare davanti (se sta bene, poche squadre possono contare su una coppia come Dybala-Lukaku, senza dimenticare il “nuovo” e decisivo Pellegrini): le possibilità per arrivare fino in fondo ci sono. E sono tante, anche se il doppio incrocio contro il Brighton di De Zerbi inciderà a prescindere: andata all’Olimpico il 7 marzo, ritorno al Falmer Stadium il 14. Le conseguenze morali peseranno: saranno esaltanti (da riversare pure in campionato) in caso di passaggio del turno, ci sarebbe invece il rischio di “spegnersi” mentalmente con l’eliminazione.
E l’Atalanta? In questa fase sta pagando un calendario pazzesco e una preventivabile stanchezza: dopo il 3-0 sul Sassuolo doppia sfida contro le milanesi, Bologna in casa, trasferta a Lisbona contro lo Sporting, quella di Torino con la Juventus, ritorno contro i portoghesi, Fiorentina a Bergamo, al Maradona con il Napoli, ancora la Viola per la prima semifinale di Coppa Italia. Una serie di partite clamorose, che diranno tutto di ciò che potrà o meno regalare la stagione 2023-24.
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Gasperini, tocca a te
Una fase di flessione ci può stare, d’altronde Gasperini e i suoi ragazzi venivano da un periodo clamoroso come risultati e prestazioni, ma ora proprio il tecnico dovrà essere bravo a tenere alti morale e fiducia. Sempre con uno sguardo al calendario: dopo questo ciclo tostissimo, l’Atalanta – a livello di big match – affronterà solamente la Roma al Gewiss Stadium. Per il resto, partite (sempre sulla carta) più alla portata. Questo, sicuramente, può e deve essere un motivo in più per avere fiducia. Al pari della Coppa Italia, alla quale Gasp punterà con convinzione per provare ad alzare il primo trofeo da allenatore nerazzurro dopo averlo perso due volte in finale (k.o. con Lazio prima e Juventus poi).
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Sarri e Italiano
Ne ha alzati diversi in carriera, invece, Maurizio Sarri. Che con la sua Lazio – considerando il campionato - sta vivendo una stagione di alti e bassi. Meno in Champions League, anche se il ritorno di Monaco contro il Bayern ha spento il sogno del passaggio ai quarti di finale. Il rammarico c’è e resterà, considerando che i tedeschi quest’anno stanno vivendo il periodo peggiore del recente passato. Anche i biancocelesti sono in semifinale di Coppa Italia, ma facile pensare che la priorità sia quella di provare a confermarsi nei primi quattro posti: servirà più continuità, altrimenti sarà dura riprovarci per l’Europa più bella.
Per rosa e rendimento, oltre che per la classifica, resta un passo indietro la Fiorentina: Italiano vorrà confermarsi in Conference League per dimenticare la sconfitta in finale della scorsa stagione contro il West Ham. D’altronde, per la Viola, la qualificazione in Champions non è mai stata e non può essere un obbligo. Di certo, considerando tutto, questa corsa sarà emozionante e divertente fino alla fine.