“Mi piacerebbe che lo facciano crescere esattamente come me. A poco a poco, senza pressione”. L’aveva detto Leo Messi nel 2019 e il riferimento era ad Ansu Fati. Due anni fa, l’argentino non immaginava di dover salutare da lì a un paio di stagioni quel club che è stato come una famiglia; Ansu, appena sbarcato sul pianeta prima squadra, non poteva neanche sognare di vestire la maglia che in quel momento era proprietà privatissima di uno dei calciatori più forti della storia del calcio.
Ma il tempo corre. E Leo l’ha fatto verso Parigi, mentre Fati ha accorciato i tempi e combattuto persino una prima parte di destino amaro: mentre tutto era pronto per un posto da titolare – al fianco di Messi – a novembre è arrivata la rottura del menisco interno. A maggio, un’altra operazione per garantirgli un’estate di solo recupero.
La storia
Facciamo un passo indietro. Prima della dieci. Prima di Messi. Prima del brutto ko e comunque dell’investitura pesantissima. Anssumane Fati Vieira è uno dei tanti bambini di Bissau, città della Guinea: corre tra le strade, gioca a calcio con gli amici. E sogna di ripercorrere le orme di suo fratello, poiché la più grande fortuna della famiglia Fati è aver ricevuto la benedizione di Braima e Miguel. Entrambi i ragazzi hanno un tocco discreto, per Braima addirittura si fa avanti il Siviglia. Papà Bori, anch’egli ex calciatore, prende tutto e tutti e si trasferisce a Herrera, coltivando il desiderio dei suoi ragazzi.
Lì nasce calcisticamente Ansu Fati, che non a caso ha scelto la Spagna come nazionale (anche per sana ambizione), lì cresce e lo fa sempre nel ruolo d’esterno: è un destro naturale e si vede tutto, ha una grande qualità palla al piede ma ciò che sorprende tutti – e soprattutto gli scout – è quella conclusione potente nonostante sia mingherlino e con le caviglie perennemente gonfie dalle entrate dei difensori.
Dopo un paio di stagioni nel settore giovanile del Siviglia, nel 2012 arriva al Barcellona. Sette anni di trafila, poi la convocazione nel marzo 2019 (e badate bene: 2019!) nella squadra B del Barça: sarà l’unica convocazione della stagione nella squadra. Il 24 luglio dello stesso anno, il primo contratto da professionista; il 25 agosto arriva il debutto tra i professionisti, in prima squadra: aveva 16 anni e 298 giorni, il secondo più giovane di sempre a conquistarsi un posto tra i più grandi.
La carriera
Oh, non ci mette poi così tanto. Già alla seconda presenza trova il primo gol in carriera, nel 2-2 contro l’Osasuna: nessuno ha segnato più giovane di lui. E nessuno ha conquistato un contratto milionario in appena 3 mesi: il 4 dicembre ha infatti rinnovato con il club fino al 2024. Clausola rescissoria compresa: 400 milioni di euro.
Vince da solo contro l’Inter in Champions (il più giovane a segnare nella competizione), gioca il suo primo Clasico e si toglie lo sfizio di una -prima- doppietta nella massima serie spagnola contro il Levante. Non male come stagione del debutto. Quella della consacrazione però sì, va proprio male: il 7 novembre del 2020 subisce una lacerazione al menisco del ginocchio sinistro. Starà fuori per tutto l’anno.
In nazionale
A ottobre 2019, la Spagna si accorge di lui: sostituisce Carles Perez (oggi alla Roma) e nell’Under 21 è già un punto di riferimento quando ha soli 16 anni – ovvio: altro record. Nell’agosto del 2020, Luis Enrique rompe gli indugi e lo convoca n prima squadra: anche qui il più giovane, sia a debuttare che a far gol. Contro l’Ucraina non ha pietà di niente e nessuno. A 17 anni e 311 si prende persino la briga di infrangere un record che durava da Errazquin, 1925.
I numeri di Ansu Fati
Competizione | Presenze | Gol | Assist |
LaLiga | 31 | 11 | 2 |
Champions League | 9 | 4 | 3 |
Coppa del Re | 3 | ||
Supercopa | 1 | ||
Uefa Youth League | 9 | 4 | 3 |