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Chi è Francesco Farioli: l'allenatore del momento fa volare il Nizza

Francesco Fontana
Chi è Francesco Farioli: l'allenatore del momento fa volare il NizzaDAZN
Cresciuto come portiere e laureato in filosofia, Farioli è un talento precoce in panchina. A poco più di trent'anni è protagonista con il Nizza in Ligue 1 con il suo modo di insegnare calcio

L’allenatore del momento. Non solo per bravura e risultati, ma anche per educazione e positività. Un esempio: nelle conferenze stampa lo vediamo spesso sorridente, propositivo nel dare risposte lunghe e complete ai giornalisti. Per lui, anche momenti del genere contano. Questo è Francesco Farioli, l’uomo che in questa stagione sta facendo innamorare la Costa Azzurra e la meravigliosa Nizza a suon di risultati: in Ligue 1 i rossoneri sono lassù in classifica, al secondo posto alle spalle del super Paris Saint-Germain (la squadra di Luis Enrique è a quota 33, Farioli non molla a -4).

E l’ultima sconfitta in casa del Nantes non incide minimamente su quanto di buono fatto fino a questo momento: le vittorie sono otto, cinque i pareggi e, appunto, un solo k.o. nelle prime 14 in campionato. E ciò che colpisce, in un mondo – quello del calcio – dove ci si divide tra chi ama l’estetica, il bello e chi il risultato, sono i gol subiti: solamente 5, a fronte dei 14 realizzati. Questo è il rendimento parziale del Nizza, partito a inizio stagione con l’obiettivo di centrare la qualificazione in Europa: quale, eventualmente, l’avrebbe suggerito solo il tempo. Allo stato attuale, sarebbe Champions League.

Francesco Farioli allenatore NizzaGetty

TRA GUANTI E FILOSOFIA 

Francesco è nato a Barga, in provincia di Lucca, il 10 aprile 1989. Parliamo di un ragazzo di 34 anni, ovvero sei in meno rispetto a Dante: difensore, capitano e leader del Nizza che in passato ha vestito anche la maglia del Bayern Monaco e della Nazionale. Giocatore e professionista di altissimo livello il brasiliano, in Francia dal 2016: ecco, lui è stato il primo giocatore che Farioli ha chiamato dopo la firma del contratto.

Si è posto nel modo giusto, nel modo migliore: per un allenatore non è mai semplice e scontato inserirsi e conquistare un gruppo considerandone la giovane età. Farioli, anche grazie a una squadra di persone estremamente intelligenti, ce l’ha fatta: allo stesso tempo è in grado di essere uno di loro essendo comunque il responsabile tecnico. E gli ottimi risultati nascono da qui. D’altronde, nonostante la carta di identità, di esperienza ne ha già accumulata parecchia. Perché Francesco, da sempre, ha avuto l’obiettivo di diventare un allenatore: la strada per farcela è stata lunga e complicata, ma anche affascinante. E si torna al 2008, quando abbandonò l’attività agonistica (allora giocava nei dilettanti del Margine Coperta) anche per chiudere il percorso universitario: infatti, arrivò la laurea in Filosofia all’Università degli Studi di Firenze con una tesi sul calcio dal titolo “La filosofia del gioco: l'estetica del calcio e il ruolo del portiere”. Il testo venne pubblicato anche a Coverciano.

ESPERIENZE INTERNAZIONALI 

Francesco era un portiere e da lì iniziò a insegnare agli altri. Dopo cinque stagioni come “vice” della Fortis Juventus (Serie D) iniziò un percorso decisamente formativo – anche a livello umano – in Qatar: preparatore dei portieri all’Aspire Academy, un centro di sviluppo (tra i più belli e tecnologici del mondo) rivolto alla formazione dei giovani calciatori in vista del Mondiale che si sarebbe disputato nel 2022. Due anni importanti, poi l’occasione con uno degli allenatori del momento: arrivò la chiamata di Roberto De Zerbi, allenatore di Benevento e Sassuolo tra il 2017 e il 2020.

In quegli anni i portieri erano il mondo calcistico di Farioli, ma l’obiettivo/sogno di mettersi in proprio continuava a coltivarlo. L’occasione si presentò quasi a sorpresa, dopo una lezione di calcio che curò in Spagna, a Barcellona: venne notato da Cagdas Atan, tecnico dell’Alanyaspor (Turchia), che gli chiese di diventare il proprio secondo. Detto, fatto. Poco dopo, a soli 31 anni, ecco la grande occasione da primo allenatore: prima la panchina del Fatih Karagumruk, poi quella proprio dell'Alanyaspor, con cui chiuse al quinto posto in Süper Lig centrando il record di punti nella storia del club. L’Europa e i cinque campionati di riferimento, intanto, si avvicinavano.

Francesco Farioli NizzaGetty

SIAMO SOLO ALL’INIZIO 

Il resto, infatti, è storia recente: il 30 giugno il Nizza lo ha annunciato come nuovo allenatore della Prima Squadra subentrando alla coppia Didier Digard-Julien Sablé. Dei risultati si è già parlato molto, decisamente ottimi dall'inizio, forse meno del tipo di idea di calcio che caratterizza Farioli: “Giochista o risultatista? Fino a 4-5 anni fa avere un’identità era sinonimo di performance, oggi bisogna essere in grado di fare più cose – ha spiegato recentemente -. Una squadra deve avere un guardaroba con diversi abiti: lo smoking, l’abito elegante, il jeans per tutte le occasioni e la tuta da lavoro”.

Forse, il segreto del suo successo è proprio questo: non seguire sempre e comunque un’unica via, ma adattarsi alla squadra a disposizione e, perché no, pure all’avversario. Per ora, Francesco Farioli ce l’ha fatta. Non è ancora riuscito, invece, a godersi Nizza totalmente: città stupenda, della quale ha visto sporadicamente i luoghi più belli insieme alla famiglia. Finora è stato assorbito dal lavoro quotidiano all’interno del “Centre d’entraînement et de formation”, la casa del club inaugurata nell’ottobre 2017. Dallo scorso giugno la casa (anche) di Farioli: lì studia, osserva e si aggiorna in continuazione. Dal suo ufficio, però, si gode la vista del mare. Per una passeggiata sulla famosa Promenade des Anglais ci sarà tempo: quello che lui, calcisticamente, ha clamorosamente anticipato. E il percorso è solo all’inizio.