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Chi è Gabriele Giustiniani, la voce della Liga (e non solo) su DAZN

Chi è Gabriele Giustiniani, la voce della Liga (e non solo) su DAZNDAZN
Da portiere a telecronista il passo è più breve di quanto si possa pensare: e le differenze non sono poi tante... Gabriele, talento della DAZN Squad, si racconta

Una squadra che fallisce, una brillante carriera che comincia: Gabriele Giustiniani ha cominciato quasi per caso a usare la sua voce per raccontare le emozioni del calcio giocato.

Lui, abituato a difendere la porta coi guantoni, si è sfilato la divisa e ha alzato il suo campo visivo, passando da vedere tutto il campo dall'area di porta, a una visuale più ampia: quella sui gradoni della tribuna stampa.

Gabriele Giustiniani

Serie A, Serie B, Liga, soprattutto, ma anche Coppa d'Africa, futsal e tanto altro. Gabriele si racconta a DAZN.

Età

Gabriele è nato a Roma il 4 luglio 1989 e ha 32 anni. Da un po' di anni si è trasferito a Milano.

Carriera

La carriera di Gabriele comincia a 19 anni: "Dopo aver vinto il campionato di Promozione la squadra è stata smantellata. Io ero portiere. Un amico che lavorava in una redazione locale mi propose di iniziare il percorso di giornalista sportivo: fu un modo per restare nell'ambiente".

Carta stampata, poi radio e TV. A "FuoriArea" Gabriele si forma a 360 gradi toccando con mano ogni sfaccettatura del giornalismo: "Una palestra ottima per sondare tutti i terreni: come prima esperienza è stata fondamentale". La radio diventa un grande amore e, la voce, lo strumento fondamentale.

Gabriele su DAZN: l'amore per la Liga

Il percorso professionale di Gabriele passa così, a partire dal 2012, per SkySport24 prima e per FoxSports poi. In queste occasioni si occupa di tutto: "Campionato olandese, brasiliano e tanto altro, ma col tempo mi sono specializzato sulla Bundesliga e sulla Liga spagnola".  

Gabriele Giustiniani

A DAZN in quest'ultima stagione Gabriele è stata la voce del Clasico: "Un'emozione indescrivibile. Insieme alle tante partite di Serie A TIM e Serie BKT sto mettendo insieme un sacco di esperienze diverse: per chi è del mestiere sa che è una fortuna poter spaziare su differenti campionati".

"La Liga è casa mia: sono praticamente 8 anni che la seguo, c'è un affetto particolare".

Le esperienze memorabili

Non è un caso che alcuni dei ricordi indelebili di Gabriele siano legati al campionato spagnolo: "Ricordo la tripletta di Messi al Betis: impazzii letteralmente urlando 'Da dove vieni!!!'. Ma anche il 4-4 contro il Villareal". 

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Istantanee che non possono che rimanere impresse nel cuore, come le trasferte con Dario Marcolin: "Con lui ho un ottimo rapporto, discorso che vale anche per Tiribocchi e Budel, tutti fuoriclasse assoluti. Le prime trasferte in Spagna sono state Valencia-Barcellona e Barcellona-Valencia: un clima caloroso, a Valencia attaccati al campo, quasi come se fossimo in uno stadio inglese, ma ricordo le postazioni minuscole (tenevo gli appunti sui gradini). La mia prima trasferta estera fu invece in Germania, a Dortmund, e fino a un minuto dal calcio d'inizio abbiamo rischiato di non andare in onda - ricorda sorridendo -. In Spagna però la temperatura si è alzata in tutti i sensi".

E, al Camp Nou, si è chiuso un cerchio: " Ho visto Messi dal vivo : è di un altro pianeta e in tv non rende abbastanza. Lo stadio del Barca è una specie di acquario gigantesco, un posto a sé stante: magia pura".

Passioni e sport preferiti

Serie tv e cinema sono il suo pane quotidiano: "In un’altra vita, non ho dubbi, sarei stato un critico cinematografico". Grandissimo fan dei film Marvel e DC, Gabriele spazia anche su thriller psicologici o serie del momento: "Cerco di essere sempre sul pezzo, soprattutto con le novità su Netflix e simili: non ne perdo mai una!".

Gabriele Giustiniani

Sul fronte musica le sue origini romane prevalgono: "Venditti è immancabile nella mia playlist, ma più in generale adoro la musica italiana. Da giovane ascoltavo tantissimo Max Pezzali, con gli anni ho imparato a scoprire e ad apprezzare De Gregori e De Andrè".

Vita privata

Gabriele è stato un portiere da giovane e ancora, quando ha tempo, si diverte a giocare nel tempo libero. "Tra telecronista e portiere ci vedo delle similitudini: quando il portiere fa una prestazione di un certo livello viene esaltato, quando sbaglia paga caro. Avviene anche con noi in telecronaca: sei nella conduzione da solo, devi imparare a muoverti e a gestirti senza sbagliare, tenendo la concentrazione al massimo"

"Il trucco sta tutto nel rialzarsi dopo un errore: la mentalità dal mio punto di vista è la stessa di quando un portiere fa una papera: bisogna subito resettare e ripartire. Non rimanere condizioanto da quello sbaglio, sennò ti distruggi la telecronaca...".

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