Predestinato. Termine forse scontato quando si parla di (bravi) giovani, ma inevitabile se si dovesse riassumere con un solo concetto questo (proprio questo) ragazzo. Per presentarlo meglio, ecco qualche numero: decine di presenze in tutte le competizioni da quando ha lasciato il settore giovanile, 4 gol e 3 assist dal 24 ottobre 2021, momento dell’esordio assoluto tra i professionisti. Tutto ciò, a soli 20 anni. Pochi hanno bruciato le tappe come Giorgio Scalvini, talento purissimo dell’Atalanta e certezza anche della Nazionale italiana (sette partite giocate finora in azzurro). Gian Piero Gasperini stravede per questo ragazzo bresciano e per capire quanto bene gli voglia, basterebbe intervistarlo in qualche post-partita: l’anno scorso capitò di vederlo emozionato ritrovandosi a parlare della sua crescita e della sua esplosione. Per chi allena a Zingonia, la valorizzazione di certe “pepite” (come le chiama il mister) può valere anche di più di un trofeo piazzato in bacheca. Altrimenti, non si spiegherebbero gli occhi lucidi del Gasp: “Giorgio è un leader, l’età non conta: lo è sempre stato, è nato leader”, ha ripetuto spesso.
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Un rapporto speciale con Gasperini
Difensore centrale, braccetto di destra e sinistra, centrocampista centrale. Sempre con il piacere di andare lassù, di provarci nell’area avversaria per metterla dentro: Scalvini è un giocatore completo, duttile e pronto per vari ruoli. Ovviamente, con enormi margini di crescita, specialmente dal punto di vista tattico. Prima si spiegava di un Gasperini emozionato nel ritrovarsi a parlare del “suo” ragazzo, ma c’è anche l’altro lato (decisamente costruttivo e positivo) della medaglia: quando Scalvini commette un errore, Gasp si arrabbia parecchio. Forse con nessuno la rabbia raggiunge certi livelli: segnale positivo. Pretende moltissimo da questo giocatore, con il quale segue una delle migliori regole di chi si ritrova a educare, crescere, migliorare un talento: bastone e carota. Il rapporto tra Gasperini e Scalvini è così, come se fossero papà e figlio. In fin dei conti, per lui Gasp è un vero e proprio padre calcistico.
Un bresciano a Zingonia
La storia di Scalvini parte da lontano: non come chilometri e distanza, bensì dal punto di vista calcistico e della rivalità. Da Chiari, in provincia di Brescia, dove nasce l’11 dicembre 2003. Ed è proprio nel Brescia – storica nemica sportiva dell’Atalanta - che inizia il proprio percorso in un settore giovanile professionistico dopo aver salutato la Scuola Calcio del Palazzolo nel 2013. Per vederlo a Bergamo, però, è solo questione di tempo: passano solamente due anni e Giorgio si veste di nerazzurro. Il resto, dal 2015, è una continua crescita fino al 2021, quando viene definitivamente aggregato alla Prima Squadra. A distanza di poco tempo, Scalvini è riuscito a diventare uno dei migliori giovani in circolazione. In Italia e in Europa. E inevitabilmente, prima o dopo, il mercato busserà seriamente alla porta dell’Atalanta.
Cartellino dal valore importante
Siamo a gennaio, tempo proprio di mercato (seppur di riparazione). Il nome di Scalvini, però, non sta circolando: vederlo lontano da Bergamo nelle prossime settimane è un’eventualità pressoché da escludere. La Dea viaggia bene in Italia e in Europa, gli obiettivi sono importanti e rinunciare a un titolarissimo a metà stagione è uno scenario che le famiglie Percassi-Pagliuca vogliono escludere. Certe clamorose offerte potrebbero cambiare tutto, ma è più facile e logico che se ne parli dalla prossima estate. In quel momento, la società sarebbe pronta a rispondere alle chiamate delle varie big italiane e straniere. La storia dell’Atalanta parla chiaro, soprattutto dal 2016 (momento dell’arrivo di Gasperini): talenti consacrati, ceduti al meglio e immediato ricambio, anche generazione. Il cartellino di Giorgio vale molto: per averlo serviranno almeno 40 milioni di euro. E chissà che la valutazione non possa aumentare in questa seconda parte di stagione.