Nei primi anni Venti del nuovo millennio Stefano Pioli è salito alla ribalta per i risultati ottenuti con il Milan, ma Stefano Pioli da quando ha appeso le scarpe al chiodo da calciatore è sempre stato tra gli allenatori più stimati e apprezzati del calcio italiano.
Dalla gavetta in Serie B ai primi campionati di alta classifica con la Lazio, nella bacheca personale c'è solo lo scudetto del 2021 anche se gli obiettivi raggiunti da Stefano Pioli tra salvezze, qualificazioni europee e cammini nelle coppe sono moltissimi.
Oggi, alla guida del Milan, Pioli si caratterizza per essere uno degli allenatori più innovativi del nostro calcio con uno sguardo all'Europa che ha convinto anche la nuova proprietà rossonera a puntare su di lui.
In casa rossonera, la stagione 2023/2024 è stata la più difficile della gestione Pioli. L'eliminazione in Champions League e il ritardo dalla vetta in campionato rischia di costare caro al tecnico del Milan.
Biografia
Nato nel 1965 a Parma, terra a cui è sempre rimasto molto legato tanto da calciatore quanto da allenatore, ha da sempre avuto nel calcio la propria passione principale entrando a far parte delle giovanili del Parma già a 14 anni.
Stefano Pioli è una persona molto riservata e amante delle lunghe gite in bicicletta anche in solitaria o a spasso con il cane. Appassionato di basket e ciclismo, il tecnico è sposato con Barbara - conosciuta sui banchi di scuola - dalla quale ha avuto due figli: Carlotta e Gianmarco, quest'ultimo di recente aggiunto al proprio staff.
Carriera da calciatore
Considerato un talento precoce del calcio italiano con una carriera da subito ricca di aspettative, a causa di gravi infortuni ripetuti non è riuscito ad affermarsi ad altissimi livelli collezionando più di 200 presenze in Serie A TIM.
Dopo gli inizi al Parma tra giovanili ed esordio in prima squadra in Serie C1, il trampolino di lancio sarebbe potuto essere la Juventus che nel 1984/85 lo vestì di bianconero: in tre stagioni complessivamente raccolse 62 presenze tra i 19 e i 22 anni, prima di essere ceduto al Verona nel 1987.
L'arresto cardiaco
Buona parte della carriera da calciatore Stefano Pioli l'ha legata alla Fiorentina con la quale ha giocato dal 1989 al 1995, mentre nel novembre 1994 a causa di uno scontro di gioco nella sfida contro il Bari fu vittima di un arresto cardio-respiratorio con alcuni giorni di ricovero in ospedale.
Nel finale di carriera dopo la retrocessione in Serie B con il Padova (1 sola presenza nella stagione della retrocessione) non è più riuscito ad affermarsi ad alti livelli per i continui infortuni, scrivendo gli ultimi capitoli tra Pistoiese e Fiorenzuola in C1 prima di chiudere con il Colorno in Eccellenza nel 1998/99 intraprendendo la carriera da allenatore.
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Carriera da allenatore
Da sempre molto legato alla propria terra, l'Emilia-Romagna, anche i primi passi in panchina di Stefano Pioli sono partiti da lì. Per la precisione a Bologna allenando gli Allievi e vincendo il campionato prima di passare al Chievo.
Da Salerno a Modena: gli inizi in Serie B
Nel 2003 è la Salernitana a regalare a Stefano Pioli la prima panchina ufficiale in Serie BKT. Con i granata l'obiettivo salvezza è raggiunto agevolmente nonostante l'iniziale ripescaggio dalla C1, ma non basta per confermare il posto e nella stagione successiva è il Modena a dargli una chance, tornando ancora una volta nella propria terra.
Dopo una prima stagione in cui sfiora i playoff, nella seconda viene esonerato e richiamato chiudendo al quinto posto e perdendo la semifinale playoff col Mantova dopo due pareggi solo per via del piazzamento in stagione regolare.
Nella sua Parma la prima panchina in Serie A TIM
L'ottima - quanto travagliata - seconda stagione con il Modena gli permette il grande salto in Serie A TIM, tornando a casa questa volta proprio alla guida del "suo" Parma esordendo prima in Serie A TIM (1-1 in casa del Torino) che in campo europeo in Coppa Uefa battendo il Rubin Kazan.
Il buon cammino in Europa non basta però a Pioli per evitare l'esonero che arriva a metà febbraio 2007 vista la deficitaria classifica in Serie A TIM.
La seconda parte di gavetta
Archiviata la prima esperienza nel massimo campionato Pioli fa un passo indietro e accetta di continuare la gavetta in Serie BKT. A dargli un'occasione la stagione successiva è il Grosseto neopromosso con il quale centra la salvezza con il 13° posto finale.
Successivamente un nuovo ritorno in Emilia-Romagna, leitmotiv della propria storia, nelle due stagioni successive: prima portando il Piacenza al 10° posto e poi il Sassuolo al 4° posto perdendo la semifinale playoff con il Torino. Una storia già vista e che prosegue nello stesso modo precedente con il passaggio in massima serie la stagione successiva.
Dal Chievo al Bologna
Il Chievo gli affida la squadra per la seconda avventura in Serie A TIM e questa volta Pioli non sbaglia centrando un ottimo 11° posto con la quarta difesa meno battuta del campionato. Dopo un solo anno passa al Palermo, ma l'avventura in rosanero è finita ancora prima che iniziare: ingaggiato a giugno 2011, dopo essere stato eliminato ai preliminari di Europa League dal Thun (con due pareggi) è stato esonerato ancora prima dell'inizio del campionato.
Questo gli permette di subentrare a Bisoli a Bologna pochi mesi dopo battendo il Novara in trasferta e restando imbattuto per otto giornate chiudendo al nono posto.
La consacrazione tra Lazio e Inter
Il salto di qualità a livello di classifica e ambizioni Pioli lo ha fatto nel 2014 diventando l'allenatore della Lazio, perdendo la finale di Coppa Italia ai supplementari contro la Juventus. In campionato è 3° posto riportando i biancocelesti ai preliminari di Champions League a otto anni dalla volta precedente, persi poi contro il Bayer Leverkusen.
Una sconfitta pesante nel derby contro la Roma nell'aprile della seconda stagione gli è costato l'esonero.
Il ritorno in panchina è però arrivato a novembre 2016 con l'Inter prendendo il posto di Frank De Boer in una situazione disastrata. Dopo aver risalito la classifica con una striscia di vittorie consecutive, il tecnico perdendo lo spogliatoio ha iniziato la discesa che lo ha condotto a nuovo esonero.
La Fiorentina e la tragedia Astori
Nel 2017 Stefano Pioli è ripartito dalla Fiorentina dovendo fare i conti con una situazione particolare dopo la tragica morte - nel sonno - del capitano Davide Astori alla vigilia della sfida in casa dell'Udinese. Chiude il campionato all'ottavo posto, ma con una ferita aperta.
Nella seconda stagione non è bastato il raggiungimento della semifinale di Coppa Italia, i dissidi con la società lo hanno portato alle dimissioni.
L'esperienza al Milan
Il 9 ottobre 2019 la sua carriera da allenatore in qualche modo cambia per sempre. Da sempre considerato uno dei tecnici più studiosi e preparati, viene chiamato in corsa dal Milan dopo il brutto inizio di campionato con Marco Giampaolo in panchina.
L'inizio è complicato, i risultati non arrivano e il pesante 0-5 subito in casa dell'Atalanta prima della sosta natalizia mettono a rischio la sua panchina. Nel 2020 però lo scenario cambia completamente. Prima gli arrivi di Ibrahimovic e Kjaer nel mercato di gennaio e poi una serie di risultati di altissimo livello dopo lo stop per pandemia di Covid trasformano la sua avventura rossonera, scacciando i piani di cambio tecnico della società che decide di puntare su di lui rinunciando al progetto tecnico con Rangnick.
Il primo scudetto
Nella stagione post Covid il Milan è ormai una realtà consolidata fatta di giovani talenti e giocatori esperti in grado di trascinare la squadra. Il secondo posto finale è il preludio al trionfo della stagione successiva con il testa a testa con l'Inter vinto con due punti di vantaggio per il 19° scudetto rossonero, il primo trofeo nella carriera da allenatore di Stefano Pioli vinto - indovinate un po' - in Emilia-Romagna, in casa del Sassuolo.
L'anno successivo pur con qualche difficoltà in campionato e un periodo di crisi nei primi mesi del 2023, Pioli ha guidato il Milan fino alla semifinale di Champions League.
Decisamente meno positivo l'andamento dei rossoneri nella stagione 2023/2024 condizionata anche dai tanti infortuni. L'eliminazione ai gironi di Champions pesa sulla valutazione della prima parte di annata, a questo si aggiunge il pesante gap da Inter e Juventus in Serie A TIM.
Come gioca il suo Milan?
Stefano Pioli non è stato legato a un modulo di gioco particolare nel corso della propria carriera da allenatore, dimostrando sempre una certa capacità di adattamento in base allla rosa a disposizione.
La quadra con il Milan però l'ha trovata con il 4-2-3-1 optando talvolta per un trequartista puro e altre per un centrocampista fisico adattato dietro la punta.
Il punto di forza del tecnico rossonero sta nel trovare soluzioni alternative per colpire l'avversario, sfruttando un calcio fatto spesso di ripartenze, ma anche cercando posizionamenti nuovi in campo per sorprendere l'altra squadra o bloccarne l'efficacia.
Nella stagione in corso Pioli si affida a un tridente puro formato da Pulisic, Giroud e Leao.