Il calcio è un gioco semplice. Si gioca per vincere e per vincere servono i gol. Tutti i giocatori possono segnare, ma è il compito principale degli attaccanti quello di “buttarla dentro”.
In una stagione che vede Inter e Milan in Champions League, i due allenatori hanno a disposizione una rosa più profonda per affrontare le tante partite e più combinazioni per vincere. Soprattutto il derby.
Tra Ibra e Giroud, l'esplosività di Leao
Quando hai in squadra uno come Ibrahimovic, una maglia da titolare è sua. È anche però difficile pretendere da un 40enne (anche se il personaggio Zlatan continua a sfidare il tempo) che possa giocare tutte le partite, ecco perché il Milan si è tutelato con Olivier Giroud.
Contro la Roma, Ibrahimovic è stato il solito Ibra: gol, leadership e carisma. Quando lo svedese segna, il Milan vince: è successo con i giallorossi, con il Bologna e con la Lazio.
Se il Milan ha raccolto 31 punti su 33 con 10 vittorie e un pareggio nelle prime 11 giornate, il merito va dato anche alla presenza in spogliatoio di Giroud e Ibra.
I due attaccanti, anche se infortunati, possono sicuramente aiutare nei momenti di difficoltà che, nell’ultimo biennio, sono stati davvero pochi.
Giroud e Ibrahimovic giocano da 9
Quando ci sono, e in questo inizio di stagione non è successo spesso per sfortuna di Pioli, l’allenatore rossonero schiera da punta nel suo 4-2-3-1 uno tra lo svedese e l’ex Chelsea.
I due interpretano in maniera diversa il ruolo, ma sono accomunati dalla fame di gol. A vantaggio del solito Ibra, va anche la capacità di colpire su calcio di punizione, come ha fatto vedere all'Olimpico.
Oltre a Ibrahimovic e Giroud, Pioli ha sfruttato tanto anche la qualità di Leao, diventato ancora più importante con l'infortunio di Rebic.
Il miglior inizio di Rafael Leao
La rovesciata stampata sulla traversa contro l’Atletico Madrid stava per entrare nella storia del Milan. Nella serata del ritorno dei rossoneri a San Siro in Champions, l’ex Lille stava per segnare un gol epocale che sarebbe rimasto per sempre nella testa dei tifosi.
Senza stare a pensare all’esito finale, quella giocata spiega bene l’entusiasmo e la fiducia con cui sta scendendo in campo quest’anno il portoghese.
Esploso al Lille, Leao sta iniziando a brillare davvero in queste settimane. Accusato di poca incisività sotto porta, Rafael ha già segnato 4 gol in campionato in 11 partite, superando già la metà del bottino delle ultime due stagioni.
Per le caratteristiche del giocatore, Pioli è riuscito a inquadrare tatticamente le qualità di Leao, esaltando la sua progressione, il suo dribbling e la sua imprevedibilità venendo spostato sulla fascia.
Da prima punta ha fatto più fatica, ritrovandosi a giocare spalle alla porta, ma per giocare così i rossoneri hanno a disposizione Ibrahimovic e Giroud.
Tre soluzioni (più due) per Inzaghi
Da Conte a Inzaghi, da Lukaku a Dzeko, l’Inter 2021/22 è cambiata in modo evidente. È cambiato l’allenatore, è cambiato il numero 9 e c’è un dettaglio in più che è molto importante anche per i tifosi: lo Scudetto sulla maglia.
Oltre a Dzeko, l’Inter ha accolto da Roma anche Joaquin Correa, arrivato dalla Lazio per essere uno degli uomini chiave per i campioni d’Italia.
Soluzione 1: Dzeko-Lautaro
Questa è la coppia titolare di Simone Inzaghi. Se stanno bene, sono il 9 e il 10 a partire dal primo minuto. Una coppia d’attacco nuova, ma che sembra intendersi bene.
Il bosniaco rispetto a Lukaku gioca in modo molto diverso: meno finalizzatore (anche se i gol non stanno affatto mancando), più regista offensivo. Con la qualità tecnica di Dzeko e la sua visione di gioco, Lautaro è tornato a giocare più vicino alla porta, un po’ come faceva in Argentina.
Ai tempi del Racing, il Toro condivideva infatti l’attacco con l’ex Lione Lisandro Lopez, giocatore meno fisico rispetto a Dzeko, ma con caratteristiche vicine a quelle dell’ex Roma.
Lo stesso Dzeko ha trovato a Milano un nuovo sistema che sembra averlo esaltato: con l’aiuto dalle fasce, le incursioni di Barella e le verticalizzazioni di Brozovic.
Nelle ultime settimane, Lautaro sembra essere in difficoltà (non segna dal 2 ottobre contro il Sassuolo) ma ha appena firmato un importante rinnovo, mentre Dzeko ha avuto un inizio di stagione ai livelli - statisticamente parlando - addirittura di Ronaldo.
Soluzione 2: Lautaro-Correa
Gli argentini hanno lasciato un segno importante nella Milano nerazzurra e Correa sogna di intraprendere lo stesso percorso. L’impatto al suo esordio con il Verona è stato strabiliante, ma ora ha bisogno di continuità. Anche alla Lazio gli è mancata, ma ora l’Inter ha bisogno di lui se vorrà difendere lo Scudetto.
Con il connazionale in campo, Lautaro si ritrova più prima punta, in una posizione più avanzata, grazie anche ai tanti movimenti dell’ex biancoceleste. Correa non è, però, solo una seconda punta: ha fisico e velocità, caratteristiche che gli sono rimaste anche da quando all’Estudiantes giocava da esterno di centrocampo.
Correa pecca in zona gol, ma la doppietta contro l'Udinese può rilanciare l'ex Lazio, aspettando che il Toro ritrovi la sua capacità finalizzativa.
Nelle ultime partite con la nazionale, il 10 interista ha dimostrato di aver fatto un ulteriore passo avanti da punta d’area di rigore, mentre in nerazzurro ha faticato da dopo la sosta.
Soluzione 3: Correa-Dzeko
Questa è la coppia meno provata da Inzaghi. Tra piccoli infortuni, impegni ravvicinati con l’Inter e i viaggi in nazionale, l’allenatore nerazzurro non ha avuto molto tempo per lavorare su questa coppia.
Lautaro Martinez è diventato il simbolo dell’Inter post Lukaku e anche per questo motivo è diventato difficile fare a meno di lui. Eppure, Correa e Dzeko hanno caratteristiche che sembrano sposarsi bene.
I movimenti di Correa, ma anche la capacità di giocare a due tocchi del bosniaco, permettono a Inzaghi di provarli anche a scambiare in base ai marcatori avversari.
E c’è anche Sanchez
Il giocatore più penalizzato da questo inizio di stagione è stato Alexis Sanchez. Il cileno è stato fermato da tanti infortuni e ha avuto veramente poco tempo a disposizione per mettere in difficoltà Inzaghi e le sue scelte.
L'ex Arsenal e Manchester United si è però rilanciato con il gol segnato contro lo Sheriff e potrebbe diventare un'arma in più a gara in corso.
Il Niño Maravilla è stato utilizzato sin qui, come succedeva l’anno scorso, nei momenti più complicati e più da trequartista che non da attaccante puro. Il suo futuro è in bilico, ma in caso di necessità, Inzaghi può puntare anche su di lui.
Soluzione ancora più estrema è quella che vede Sensi come uomo dietro alla punta ma, anche questo’anno, l’ex Sassuolo è stato fermato dagli infortuni.
Il momento del derby è arrivato, Pioli e Inzaghi hanno già le proprie carte vincenti in mano. Chi le giocherà meglio?