Il rest-day del Giro d’Italia è un momento di bilanci e riflessioni. È un giorno di riposo per le gambe, meno per la mente di chi vuole vincere la Corsa Rosa. Meno ancora per chi ieri ha visto le streghe scalando il Blockhaus e ora deve rifare tutto: “re-inventarsi qualcosa”, così spesso si dice.
È il caso di Simon Yates, che nel 2018 ha dominato due terzi di Giro prima di crollare sulle Alpi e invece quest’anno s’è già staccato sugli Appennini della Maiella. Il suo giorno di crisi era proverbiale e questi 11 minuti presi sulla prima “vera” salita paiono già incolmabili.
Lopez è ancora in maglia rosa
Mediti Juan Pedro Lopez che grazie alla bella azione sull’Etna, con nobile concessione di tappa al compagno di fuga Lennard Kämna, è in maglia rosa da una settimana con 12 secondi di vantaggio su Almeida e una manciata in più su Bardet, Carapaz, Jai Hindley vincitore del Blockhaus - già trionfò nell’ultimo tappone dolomitico che lo fece rosa per un giorno, nel 2022, battuto a cronometro da Geoghegan Hart), Guillaume Martin e Mikel Landa entro il mezzo minuto.
Solo che ieri, a 8 chilometri dal traguardo del Fortino di legno austriaco (che non c’è più), Lopez è stato meno gentile con Sam Oomen, tirandogli una borraccia dopo uno scarto a bordo strada. Così lo spagnolo ha perso contatto in salita dagli altri leader, scusandosi però all’arrivo con Ooomen: «C'è stato un momento di tensione tra noi, ho perso il controllo per un attimo e gli ho lanciato una borraccia».
Da regolamento (articolo 2.12.007-8.3, disfarsi di un oggetto in maniera pericolosa, seconda infrazione) poteva costargli un minuto di penalità in classifica generale, ma Lopez è realmente un bravo ragazzo, molto stimato in gruppo per la sua bontà d’animo e di pedale. Nato e cresciuto povero in Andalusia, ha fatto il pizzaiolo e il muratore prima d’esser scoperto da Contador sulla Sierra Nevada. Va bene così.
Hindley, Bardet, Carapaz
Dopo aver tentato invano di vincere il Tour per otto anni (per capire la portata dell’impresa, l’ultimo francese a riuscirsi fu Hinault nel 1985), Romani Bardet s’è dato al Giro e dopo il settimo posto finale al debutto, ha vinto il Tour of the Alps: sarà questo petit diable lo sfidante di Richard Carapaz, il campione del 2019 che ieri per la prima volta s’è rivelato sia per strada (terzo allo sprint con Hindley, Bardet, Landa e Almeida) che a parole: «Non sono mai felice di perdere, ma l’obiettivo è più grande».
Si chiama maglia rosa e si riparte domani con la decima tappa da Pescara a Jesi. Una frazione litoranea fino a Civitanova Marche, quando si chiuderà entroterra per passare dalla Recanati di Leopardi e la Filottrano di Michele Scarponi. Dove sembra di arrivare all’improvviso, traversando gole ripide e gli ampi altopiani dell’Appennino.
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