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Giro d’Italia

Cronache Rosa: l'ex-russo del Giro van der Poel e il tempo della felicità

Come al Tour un anno fa contro il tempo e contro Pogacar, anche al Giro Mathieu van der Poel ha difeso la sua prima leadership dalle mire di Simon Yates, vincitore della crono di Budapest. Il britannico è un vecchio re senza corona del Giro mentre Tom Dumoulin, che l'ha vinto nel 2018, è tornato a pedalare alla ricerca della felicità. L'ha trovata insieme a Pavel Sivakov, che ha ripudiato Putin cambiando nazionalità.

Poche ore prima della Grande Partenza dall’Ungheria, è stato chiesto a Paolo Bellino manager di RCS se il Giro volesse comunque urlare un messaggio per la popolazione ucraina, quindi contro la fedeltà incondizionata che il presidente Orban riserva a Putin, o per gli omosessuali dal cuore di un Paese che approva leggi omofobe. Da ex-ostacolista, Bellino ha risposto che come organizzatore sportivo preferisce «Non commentare la situazione politica, ma solo celebrare un grande evento».

L'ucraino Ponomar e l'ex-russo Siviakov

Eppure c’è un ragazzo ucraino che il Giro lo celebra in bicicletta: si chiama Andrij Ponomar, ha diciannove anni e una faccia da bambino, del resto è il più giovane della Corsa Rosa. A Chernihiv sua città natale, fitta di bellezza ma purtroppo al confine con la Russia - sua mamma e sua sorella hanno trascorso molti giorni in un bunker mentre suo padre combatte al fronte. Lui parla poco e si cura sui pedali, ma ha smarrito lontano quel dolce sorriso che aveva un anno fa.

Giro d'Italia 2022, Andrij Ponomar alla presentazione della Corsa Rosa a BudapestGetty

Peccato davvero per le inutili parole di Paolo Bellino. Per esempio, la bici di Pavel Sivakov al Giro batte bandiera francese nonostante il padre - Aleksej Sivakov, pro nei Novanta - fosse russo. Pavel è nato a San Donà di Piave, cresciuto in Francia e a inizio guerra ha ripudiato Putin: «Volevo farlo da molto tempo, avevo già fatto domanda di cambio nazionalità all'UCI… E visto quel che sta accadendo in Ucraina, totalmente contrario all'aggressione, ho accelerato le cose».

Giro d'Italia 2022, il francese Pavel Sivakov nella crono di Budapest, 2a tappaGetty

Guarnieri, la prima guardia del ciclismo

Al Giro c’è anche Jacopo Guarnieri veterano dei Grandi Giri e gran testa pensante su e giù dal sellino, ultimo uomo di grandi sprinter come Kristoff e Demare, un bravo e velocissimo mediano della bici che fin dal palco in Piazza degli Eroi indossa un braccialetto con i colori arcobaleno: «Nello sport come in politica - disse tempo fa a L’Equipe - è la legge del più forte che prevale, ma il ciclismo è un’altra cosa. È una professione di viaggi e incontri e  se ti prendi la briga di aprire gli occhi e le orecchie, puoi trarne molte belle cose». 

Ieri a Visegrad, Sivakov Ponomar e Guarnieri sono giunti 46°, 103° e 145°: già abbastanza per scartare Bellino fuori tempo massimo.

Giro d'Italia- 2022, Jacopo Guarnieri in testa al gruppo nella 1a tappa con Cesare BenedettiGetty

Van Der Poel contro il tempo e contro Yates

Oggi invece fra gli splendori di Budapest e le sue curve strette, traversando il Danubio contro il tempo, Mathieu van der Poel ha difeso la maglia rosa dall’attacco (a distanza) di Simon Yates, che ha vinto la seconda tappa in 11’50: 3 secondi meglio del primo leader del Giro. Il britannico è già una vecchia conoscenza della Corsa Rosa, spadroneggiata nel' 18 prima di crollare sotto i colpi del connazionale Chris Froome, vincitore a Bardonecchia di una frazione memorabile con 80 chilometri di fuga tra le Alpi.

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Dumoulin, chi è felice va lontano

Anche un altro olandese ha sfiorato la maglia rosa di van der Poel, fermandosi a soli 2 secondi. Si chiama Tom Dumoulin e anche lui ha carezzato un Giro partendo da casa - nel 2016 della Grande Partenza ad Amsterdam e della crono di Apeldoorn - vincendolo l'anno dopo in trionfo a Milano. Campione del mondo a cronometro ed eccellente scalatore, a trent’anni ha già lasciato un ciclismo che non gli piaceva più, salvo poi mancargli dannatamente. Così oggi sta bene e si diverte ancora a spingere sui pedali. E a chi gli chiede, dice che «Un uomo felice arriva lontano». Leggero come una farfalla di Maastricht, domani si plana verso il Balaton.

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