Dalla cima sempreverde del Monte Sant'Elia che protegge Palmi, si vede uno dei panorami più belli d’Italia. Anche se di sfuggita verso lo Scoglio dell’Ulivo, le spiagge della Tonnara e il mare azzurro prima di partire verso Scalea.
Il vento sferza contro il gruppo e arrivati a Diamante «col suo nome scintillante - come scrisse l’antropologa Patrizia Giancotti sul Corriere della Sera - capivo che eravamo a buon punto. Seduta sul sedile posteriore dell'Alfetta lanciata verso Sud, cercavo d’anticipare tutti quei nomi leggendari che mi avvicinavano alla libertà, al mio mare, così lontano dalle nebbie esistenziali del nostro punto di partenza».
Era la rotta delle sue vacanze estive e sarà la Calabria, sarà il caldo, saranno le rive bianche e l’acqua blu della Riviera dei Cedri se anche il Giro oggi s’è riposato un po’. Così anche oggi giunti a Diamante mancavan venti chilometri e via in volata. Si sono svagati in gruppo senza il fuggitivo Diego Rosa, intrepido là davanti a spinger sui pedali per la bontà esclusiva della fatica.
Demare: il treno in corsa Messina-Scalea
Hanno visto i treni sfrecciare al sole di Scalea. C’era quella di Cavendish apparsa in lontananza dalla stazione del traguardo. C’era il vagone sgangherato di Gaviria, c’erano il frecciarossa di Caeleb Ewan e un TGV ciclamino partito da Messina: un treno entrato al fotofinish davanti a tutti e che, co-pilotato con maestria da Guarnieri, ha rischiato un deraglio “per colpa” di Morkov prima del netto colpo di reni di Arnaud Démare.
Démare, trentenne di Beauvais, fa già tendenza. Come quando uscito dal lockdown, ad agosto 2020, ha vinto 8 delle prime 14 corse. Come al Giro d’Italia di quell’anno, a braccia alzate in volata a Villafranca, Matera, Brindisi e Rimini, campione ciclamino sul podio di Milano.
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Il francese più vincente del Giro d'Italia
Un Train à Grande Vitesse che dal 2019 a Modena ha vinto 7 tappe al Giro come nessun altro francese, ovvero una in più degli eterni Anquetil e Hinault. Uno sprinter che in Italia fa raid veloci alla conquista della Milano-Sanremo (2016) e della Milano-Torino (2020).
Oggi Juan Pedro López non ha avuto alcun problema a difendere la maglia rosa. E s’è goduto la brezza fino all'ultimo respiro, alla vigilia di un durissimo giorno che domani, con quattro scalate fino a Potenza, tra cui il Monte Sirno di prima categoria, minaccia imboscate.
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