La Milano-Sanremo apre la stagione classica del ciclismo che sverna verso il mare, dai mandorli in fiore del Naviglio Pavese agli ulivi argentei della salita Cipressa, il Turchino e il Poggio, fino al traguardo di via Roma. È un Monumento centenario che proietta il ciclismo fra i berg delle Fiandre, il pavé dell’Enfer du Nord e le côtes delle Ardenne.
È la corsa più amata dagli italiani, la più attesa e meno palese: la più democratica che posson vincere tutti, velocisti e scalatori, passistoni e finisseur. Tutti classicisti per un sabato, il giorno di San Giuseppe che più per tradizione non si può.
Milano Vigorelli
Tanto devota che per l’inedita partenza di Milano, prima di sfrecciare tra la Conca Fallata e la Chiesa Rossa, s’è scelto il Velodromo Vigorelli, che un tempo glorioso contava sulla sua pista in legno i record dell’Ora da Giuseppe Olmo (1935) a Roger Rivière (1958) passando per Fausto Coppi (1942): ventitré anni consecutivi d’imprese su pista e un concerto unico, molto più che storico, dei Beatles in Italia, il 24 giugno 1965.
Oggi al Vigorelli ci giocano i Rhinos, squadra milanese di football americano, e Filippo Ganna tenterà il prossimo record dell’Ora altrove, ma sabato ci torneranno le bici e certi cuori batteranno forte dal centro nevralgico d’un ciclismo che non c’è più (per l’occasione e per chi non sarà a Milano, Eurosport 2, canale sisponibile su DAZN, trasmetterà la Milano-Sanremo in diretta integrale dalle 9:30, con le immagini della partenza dal Vigorelli).
Sanremo giù dal Poggio
Eppure è proprio Filippo Ganna - che porta lo stesso cognome del primo vincitore del Giro d’Italia e della Milano-Sanremo nel 1909, Luigi Ganna, il Re del fango - ad animare una lunghissima vigilia: lunga come i trecento chilometri di una corsa che spesso si risolve in due. Lì dove Ganna, il più forte cronoman del mondo, può vincere come Stuyven un anno fa.
Sparando forte, a settanta all’ora quando la strada torna in piano, giù dal Poggio dove altri, come Vincenzo Nibali o Julian Alaphilippe fra i recenti campioni, posson decidere la corsa. Prima d’una volata in via Roma, che sarebbe affar d’altri: dei compagni di squadra Elia Viviani nel gruppo o Michal Kwiatkowski fra i pochi. Come quando nell’edizione più bella dell’ultimo decennio (2017), fu proprio il polacco a battere Sagan e Alaphilippe.
Ecco, mentre Sagan la Milano-Sanremo prova a vincerla da sempre, Nibali nel 2018 ci ha cucito il capolavoro di un’immensa carriera. E poi c’è Tadej Pogacar che, nei giorni in cui già si parla di lui come d’un nuovo Merckx, in Italia alza le braccia dalla Strade Bianche, bissando la Tirreno-Adriatico. In effetti, aver vinto a 23 anni due Tour de France, la Liegi-Bastogne-Liegi e il Giro di Lombardia è qualcosa di più che straordinario. E se vuol fare il Merckx, che di Sanremo ne ha vinte 7, è pur ora di planare verso il mare.