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Tour de France

Cronache gialle del ferito Vingegaard e dell'assedio a parole di Pogacar

Cronache gialle del ferito Vingegaard e dell'assedio a parole di PogacarDAZN

Tadej Pogacar va dicendo in giro che attaccherà sui Pirenei mentre Jonas Vingegaard, cinto contro lo sloveno dai bastioni di Carcassonne. ha perso i suoi super gregari di montagna, Primoz Roglic e Steven Kruijswijk, ed è perfino caduto nel corso della quindicesima e ultima tappa in quella che è stata proprio una giornata di m###a. Nel senso che così l’ha definita, in fondo è meglio esser chiari. La forza della squadra Jumbo Visma era stata decisiva per inchiodare Pogacar a mostro Granon, mentre oggi i Pirenei si tingono di giallo tenebra.

Carcassonne era un posto per velocisti. Fu tra i suoi barbacani che Mark Cavendish vinse la sua 34ª tappa al Tour de France eguagliando Merckx in quel primato che sembrava inconquistabile. Ma si sa che appena un anno dopo, da quando la Grande Boucle è rientrata in patria, gli sprinter si sono estinti e sui traguardi s’ammirano i Pedersen e i van Aert, beffati all’ultima tappa dal solo Jasper Philipsen: mica come quando a Calais il belga aveva esultato e invece fu secondo.

In fondo, dopo otto podi di tappa in due edizioni, nessuno meritava un successo in questo Tour più di Jasper Philipsen. Nessuna vittoria era più prevedibile del suo trionfo nell’ardente Carcassonne. Perché Philipsen è quell’a-tipo di velocista sempre presente quando la natura del percorso chiama all’esagerazione.

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Intanto abbiam comprato l’Equipe per leggere Alexander Roos, indecisi su che pensare di Wout van Aert: se ammirarlo senza rimpianti per il magnifico spettacolo che sta offrendo, se valutar l’ipotesi che anche lui stia davvero esagerando, là davanti, invece che al servizio della maglia gialla.

Che dice Ross? Che «ha dato l'impressione di fare a modo suo domenica, come a Longwy, infilandosi subito nella fuga e ci sono voluti più di chilometri per ricondurlo alla ragione, costringerlo a rialzarsi. In preda al panico dopo l'episodio delle cadute, mentre Vingegaard era senza compagni di squadra, Van Aert ha pure trovato il modo di andare a gareggiare per uno sprint intermedio e tutto questo per raccogliere qualche punto quasi inutile, visto che ha già il doppio dei punti tutti per la maglia verde. Ci si potrebbe anche chiedere se sia ragionevole che il belga abbia lottato per la vittoria di tappa strofinandosi spalla a spalla contro Mads Pedersen, ovvero rischiando la caduta. Dentro i Jumbo, il giorno di riposo servirà per rinfrescarsi le idee, curare le ferite, ma anche per stringere alcuni bulloni».

Bene, il tempo delle riflessioni (e del riposo) è finito. È giunto il tempo di rimettersi la maglia gialla e uscire in bici dalle mura di Carcassonne. L'assedio a parole di Pogacar non finirà nemmeno oggi, che da Carcassonne si pedala fino al primo traguardo pirenaico di Foix.

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