Il primo aspetto da valutare è: “Quanto senso ha ancora questo premio?”. Il Pallone d’Oro ha sicuramente cambiato significato nel corso degli anni. Le parole di un mostro sacro del calcio come Cambiasso sono indicative: “Io nel 2010 ho ufficialmente smesso di credere a qualsiasi premio individuale. Milito fuori dai 30 giocatori per il Pallone d’oro… insensato. Ho capito che questi non capivano nulla”.
Insomma, la percezione è cambiata. Ma la tradizione resta. Riprende, anzi, dopo lo stop dell’anno scorso causa Covid.
Qui oggi però proviamo a ricordare 5 fenomeni che, senza andare troppo indietro nel tempo ma rimanendo ancorati al massimo a ricordi d'infanzia, hanno subito una bella ingiustizia legata al titolo di “miglior giocatore dell’anno”. Quindi, chiedendo venia in anticipo a Maldini, Xavi, Raul, ecc... partiamo!
Iniesta, 2010
Iniesta e Xavi sono le vittima preferite da Pallone d’Oro di Leo Messi. Da compagni di squadra. Tra il 2008 e il 2011 Xavi finisce per tre volte sul podio, al terzo posto.
Ma è Iniesta a finire in questo speciale elenco per una ragione sicuramente singolare: nel 2010 cambiano le regole di assegnazione del trofeo. Con le regole precedenti Iniesta avrebbe infatti vinto davanti a Messi, ma la fusione col premio Pallone d’Oro FIFA stravolge la classifica finale.
Con buona pace per lo spagnolo, che quell’anno segna anche in finale al Mondiale regalando il primo trofeo alla Spagna. L’Illusionista sarà comunque sempre e a prescindere dal premio di France Football uno dei più grandi di sempre.
Buffon, 2006
Vince Cannavaro, primo con 173 voti davanti a Gigi (124) e Thierry Henry (121). Ma l'anno del Mondiale italiano lascia un piccolo "però".
Perché l'istantanea della parata di Buffon su Zidane, nei tempi supplementari della finale, è un momento impresso a fuoco nei cuori di tutti gli italiani. Il momento. Senza il quale i rigori non ci sarebbero stati.
E forse la differenza è stata proprio lì. In quei rigori che troppe volte in carriera non hanno premiato il portierone più forte di sempre. In finale di Champions contro il Milan, pararne due e non vincere. In finale al Mondiale, non pararne nessuno e alzare il trofeo. Basta poco a cambiare la percezione della prestazione di un numero 1.
Così come basterebbe poco per rivedere quello che Buffon aveva fatto in quell'anno, non solo al Mondiale (un gol incassato su azione, autogol di Zaccardo), con la partita contro la Germania che resta una delle migliori sue partite di sempre, ma anche con la Juventus.
Sneijder, 2010
Di Sneijder, quell'anno, ci si ricorda ogni cosa. Un giocatore a cui veniva tutto. Tutto. Fondamentale. Forse ancora più di Milito ed Eto'o per la vittoria del triplete nerazzurro. L'olandese nel 2010 vince Scudetto, Champions League e Coppa Italia, sfiorando anche il Mondiale in finale contro la Spagna (se solo Robben avesse sfruttato meglio la palla messagli dallo stesso Sneijder a tu per tu contro Casillas...).
Un immenso giocatore, tanto quanto la beffa del cambio regole di quell'anno. Il centrocampista dell'Inter, infatti, era stato il più votato dalla stampa: 293 preferenze contro le 291 di Iniesta, le 229 di Xavi e le 175 di Messi. Con il solo voto dei giornalisti avrebbe trionfato di 2 soli punti: sarebbe stato qualcosa di unico e irripetibile. E, senza dubbio, meritato.
Un dato che però fa riflettere su come questo premio sia comunque da sempre percepito in maniera differente a seconda della categoria di appartenenza.
Del Piero, 1996
Una bacheca piena come quella di Del Piero è difficile da trovare. Manca però una cosa. Quel Pallone d'Oro brillante. E con "quel" intendiamo il trofeo del 1996.
Una stagione da favola. Che avrebbe meritato secondo tantissimi (per dirne uno, Ronaldo il fenomeno) la ciliegina sulla torta.
Quell'anno il titolo fu assegnato invece a Matthias Sammer, vincitore dell'Europeo con la Germania e della Bundesliga con il Dortmund. Davanti ad Alex anche Ronaldo e Alan Shearer. Lo juventino finì quarto. Nonostante una Champions League e la Coppa Intercontinentale da protagonista indiscusso.
Drogba, 2012
Drogbaaaaaa. Ancora una volta. Sempre Drogba. Meravigliosamente. Incredibilmente Drogba.
Didier resta uno dei giocatori più affascinanti della storia. E, nel 2012, uno capace di vincere il trofeo più difficile di tutti trascinando da solo il Chelsea sul tetto d'Europa.
Tra l'altro, non va dimenticato, una Champions conquistata dopo l'assurda eliminazione del 2009 contro il Barcellona in cui si sfogò urlando "It's a fu**** disgrace!" davanti alle telecamere. Un'ingiustizia da cui è ripartito per prendersi la rivincita migliore di tutte.
Nella finale del 2012, contro un super Bayern Monaco, l'ivoriano prima riacciuffa il pari nel finale dopo il vantaggio di Muller, poi ai supplementari causa un rigore (parato da Cech) e, sempre dal dischetto, chiude i giochi nella lotteria finale dei rigori. Destino. Nient'altro. Il miglior riscatto possibile nella sera di Monaco, che porta la 56esima Champions a Londra.
Il Pallone d'Oro? Sicuramente Didier ha preferito la Coppa dalle grandi orecchie...