Erling Braut Haaland era proprio quello che il Manchester City stava cercando: un vero centravanti, capace di trasformare in rete la maggior parte delle occasioni a disposizione. Cosa chiedere di più a un attacante? Ecco, forse è questo il quesito più interessante relativo all'acquisto di Haaland da parte del City.
Il motivo riguarda, ovviamente, Pep Guardiola e il suo modo di interpretare il calcio: offensivo sì ma fatto di pressing asfissiante e tanto possesso palla, cercando spazi fino all'ultimo centimetro dell'area di rigore. E, quindi, come possono sposarsi bene le caratteristiche dell'attaccante norvegese e dell'allenatore spagnolo?
Il tassello mancante
Se si fa riferimento al calcio di Guardiola che ha rivoluzionato la storia di questo sport, è inevitabile pensare al "falso nueve": un attaccante dotato di capacità tecniche elevate, possibilmente meno fisico e più qualitativo possibile. Negli ultimi anni, tuttavia, nonostante i tantissimi gol segnati dal City, si è avvertita spesso la mancanza di un vero attaccante, maggiormente in campo europeo.
Da questo punto di vista, Herling Braut Haaland potrebbe essere il tassello mancante alla macchina quasi perfetta di Pep Guardiola.
Come possono funzionare insieme
Il paragone dell'attaccante norvegese con altri due fenomeni passati da Guardiola viene spontaneo: Haaland sarà più Ibrahimovic o Lewandowski?
Le difficoltà di Ibrahimovic
Il primo è arrivato dall'Inter al Barcellona nel 2009 e a posteriori possiamo dire che non si è rivelato l'attaccante giusto per quella squadra e quel modo di giocare. 16 reti in campionato, in 29 presenze, e 21 gol totali tra Liga e coppe: non pochi per un attaccante qualsiasi, per Zlatan Ibrahimovic sì. I motivi sono da rintracciare nel sistema di gioco e nelle difficoltà dello svedese di adattarsi agli schemi tecnici di Guardiola.
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Un modo di interpretare il calcio che non ha mai esaltato le caratteristiche di un singolo giocatore - quello che Ibra ha sempre preferito nella sua carriera - ma di una squadra intera, fatta di fenomeni assoluti in ogni zona del campo, da Messi a Xavi, passando per Busquets e Iniesta.
E Ibra è apparso come un pesce fuor d'acqua, ragion per cui nella stagione successiva al suo arrivo decise di ritornare in Italia, al Milan.
Lewandowski attaccante totale
All'arrivo al Bayern Monaco, invece, Robert Lewandowski ha provato a mettersi subito a disposizione dell'idea di calcio di Pep Guardiola. Inevitabilmente, però, il modo di giocare della squadra tedesca era leggermente differente da quello del Barça: pressing e possesso sì ma con più verticalizzazioni, un gioco adatto alle proprie risorse, pur mantenendo la stessa idea offensiva.
Interpreti diversi, seppur qualitativamente simili, hanno fatto sì che Guardiola adattasse il proprio modo di vedere il calcio a nuovi esperimenti.
E se nella sua prima stagione con lo spagnolo Lewandowski ha segnato "soltanto" 25 gol in 49 partite, nella seconda e ultima annata insieme il polacco ha iniziato a trovare la rete con maggiore frequenza: 42 gol in 51 presenze tra Bundesliga e coppe, numeri esagerati per un "numero 9" di Guardiola.
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Qualità, atletismo e senso spudorato del gol: Lewandowski ha incarnato l'attaccante totale che Guardiola è riuscito ad esaltare e migliorare, fino a renderlo la macchina letale che oggi conosciamo.
Il futuro di Haaland
Haaland, probabilmente, si augura di continuare sulla sua strada - quella dei gol a raffica -, seguendo magari le orme di Robert Lewandowski. E se da una parte Guardiola a Manchester trova il riferimento offensivo che spesso gli è mancato, proprio come lo era il polacco a Monaco, dall'altra parte "Big Earl" finisce nelle mani dell'allenatore spagnolo in un'età perfetta per crescere e imparare ancora.
Anche perché come segnare tanti gol Haaland lo sa già: 29 reti in 27 partite giocate col Salisburgo, 86 in 89 gare in Germania e 29 in 27 disputate in Europa, a 22 anni.
Non sarà di certo facile per il norvegese inserirsi in un sistema di gioco rodato che ormai funziona in maniera autonoma già da qualche anno. Tuttavia, Haaland è la macchina da gol perfetta per Guardiola che dovrà ripetere quanto fatto con Lewandowski al Bayern per provare a dare al calcio un'altra grande storia: quella di Haaland e del Manchester City campioni d'Europa.
Le parole di Haaland per Guardiola
Herling Haaland ha parlato dell'emozioni per aver firmato col City e di Guardiola: "È un giorno speciale per me e la mia famiglia. Ho sempre guardato il City e amato quanto fatto nelle ultime stagioni.
Adoro lo stile di gioco di Guardiola, creano tante occasioni il che è perfetto per un giocatore come me. In questa squadra ci sono tanti giocatori di livello mondiale e Pep è uno dei tecnici più bravi di tutti i tempi, quindi penso di essere al posto giusto".