C’era chi, scherzando, lo chiamava Roncadallas. Da questi Giochi è Roncadoro, o Roncarecord. Ma ormai basta dire Roncadelle, paese di novemila anime entrato nella Storia salendo sul trono olimpico a Parigi. "Abbiamo più medaglie noi di Spagna e Germania", esultavano in piazza dopo che Giovanni De Gennaro (canoa) e Alice Bellandi (judo) erano stati capaci di conquistare due medaglie del metallo più pregiato nel giro di 19 minuti. Adesso il tris dorato è calato grazie ad Anna Danesi, che corona queste Olimpiadi così made in Brescia (si pensi anche ai trionfi dell’ItalBrixia della ginnastica) con un successo storico: sfatato, finalmente!, il tabù del volley a cinque cerchi. Cos’ha di speciale questo paese alle porte di Brescia, non il più grande né il più ricco e tantomeno il più popoloso della provincia più estesa della Lombardia? Qui, nell’arco di pochi chilometri, si concentrano talenti fra i migliori del mondo. Qui, il mantra è quello della signora Iole, 96 anni, nonna di Alice Bellandi: parlare poco, dare l’esempio. "La mia Alice è un fenomeno - ha esclamato orgogliosa della nipote -. Prima di questi Giochi le ho scritto una lettera: Non ho molto da darti, ma la cosa più importante che ti lascio per sempre è l’esempio che ti ho dato".
In un paese come questo (non va dimenticato neppure Brembate di Sopra, comune di 8mila abitanti che ha avuto nel ciclismo un oro e un argento dai fratelli Consonni), dove tanti praticano sport, gli impianti non mancano e il senso di appartenenza è un orgoglio diffuso, tutti sentono propri i successi dei loro talenti migliori. "Giovanni è cresciuto in mezzo a noi - sottolinea un vicino di casa del canoista -. Per le gare non lo vediamo spesso come quando era bambino, ma pochi giorni fa prima della partenza gli abbiamo detto: Sbranali tutti!". "Quando era piccolo - ricorda un altro roncadellese - con i bambini della via mise in piedi una bancarella di libri e con l’incasso fu fatto piantumare un albero nei giardini pubblici". Anna Danesi, pluridecorata centrale dell’Italia, è stata la prima scelta forte di Julio Velasco che l’ha voluta capitana senza se e senza ma. Si sognava sul podio prima di questi Giochi Anna, che in linea con la mentalità del paese in cui è cresciuta fra un successo e l’altro ha voluto laurearsi e ci è riuscita: l’anno scorso è diventata dottoressa in Scienze dell’Alimentazione, indirizzo Nutraceutica. "Rispetto alla triennale questo percorso è stato più duro, ma alla fine ce l’ho fatta", commentava a traguardo raggiunto, prima di allenarsi. Mentalità. "Non serve intendersi di sport per provare emozione - racconta la vice sindaca di Roncadelle Nadia Belleri -. Ma al di là dei risultati, voglio dire che i nostri campioni sono tutti ragazzi umili, persone fantastiche da cui prendere esempio".
Il sindaco Roberto Groppelli ha fatto suonare le campane a festa e Roncadelle ha celebrato le prime due vittorie nella cornice dell’anfiteatro del parco Montagnette una settimana fa, fra maxischermi, videomessaggi di Parigi e lacrime di gioia: "Una sensazione indescrivibile per una comunità di 9 mila anime, il giusto riconoscimento di un grande lavoro". La gente è scesa in strada per festeggiare più volte e lo farà ancora quando tornerà Anna. "Sono contenta per Giovanni, ho condiviso con lui tre Olimpiadi. Conosco meno bene Alice, faccio i complimenti anche a lei così come ammiro quello che ha saputo fare nel tempo Stephanie Horn". Che ha deciso di lasciare Roncadelle dopo la fine del suo matrimonio col bresciano Riccardo De Gennaro (il fratello di Giovanni che ieri ha trionfato nel K1) per sistemarsi a Ivrea. Da eporediese niente medaglie per lei stavolta. La festa grande, dorata, è tutta roncadellese.
Fonte: Gazzetta.it