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DAZN intervista Tom Kristensen: Mr. Le Mans alla vigilia della 24 Ore

DAZN intervista Tom Kristensen: Mr. Le Mans alla vigilia della 24 OreDAZN

Tom Kristensen, che ha partecipato all’ultima Le Mans nel 2014, vincendo la nona un anno prima, commenta oggi la 24 Ore da casa sua, dal Circuit de la Sarthe, e lo fa per Eurosport che trasmette la corsa in diretta integrale dal tramonto all’alba, dal via di sabato 10 giugno alle 15:00 che quest’anno sarà dato da LeBron James icona NBA, fino alla bandiera a scacchi del traguardo più lungo del mondo.

Abbiamo intervistato Mr. Le Mans perché questa della 24 Ore è un’edizione speciale: perché sono trascorsi cent’anni da quando i piloti francesi André Lagache e René Léonard vinsero su Chenard & Walcker la prima 24 Ore di Le Mans nel 1923. Perché a cinquant’anni dall’ultimo Cavallino fra i prototipi, ci saranno due Ferrari (Hypercar 499P). E saranno in pole position.

Il ritorno della Ferrari

Tutti amano la Ferrari. Il fascino italiano delle auto rosse è da sempre qualcosa di straordinario: è un sentimento popolare. Tanto diffuso, quanto difficile da spiegare. Per la Le Mans hanno formato due equipaggi che sono un mix di giovani piloti italiani ed emergenti (Antonio Fuoco, 27 anni, in pole sulla Ferrari #50, Alessandro Pier Guidi con la 499P #51) affiancati ai più esperti volanti dell’Endurance. È così bello rivederli, ciquant’anni dopo, nel centenario della Le Mans.

Che la Ferrari possa vincere è una reale possibilità. Hanno un modo tutto italiano di gestire la pressione, mantenendo il profilo basso… Per poi mettere due vetture in prima fila! Sulla prima, la #50, c’è Nicklas Nielsen mio connazionale (danese, ndr), la #51 ha il mio ex-capo ingegnere, quindi farò il tifo per loro, che sono i prototipi più veloci… Ma non sempre la macchina più veloce vince a Le Mans.

The Ferrari AF Corse Ferrari 499P of Antonio Fuoco, Miguel Molina and Nicklas Nielsen drives during practice for the 100th anniversary 24 Hours of Le Mans raceGetty

La 24 Ore del Centenario

Questa del centenario sarà una corsa epica, a una media di quasi 240 km/h sul mitico giro di 13,62 chilometri del Circuit de la Sarthe. Certo che la Toyota, oltre a trionfare a Le Mans da cinque anni, ha vinto le prime tre gare di questo campionato WEC (la Mille Miglia di Sebring, la 6 Ore di Portimao, la 6 Ore di Spa Francorchamps, ndr) e quindi, con la sua esperienza ormai decennale fra i prototipi, è la naturale strafavorita della 24 Ore, ma sia Porsche che Ferrari nutrono altissime aspettative e nemmeno a Peugeot e Cadillac sarà precluso il successo su una pista come Le Mans, dove la velocità sarà molto più uniforme e la Toyota, per i regolamenti BOP, dovrà pesare 37 chili in più di bilanciamento delle prestazioni.

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Le rivali della regina Toyota 

La Porsche ha probabilmente il pilota più forte, André Lotterer, che ha vinto 3 Le Mans ai miei tempi con “l’altra Audi” e torna sulla Sarthe dopo quattro anni. La Ferrari è invece l’auto più veloce sul giro, probabilmente su uno stint, difficilmente su tre. Peugeot è all'avanguardia per l'assenza dell'ala posteriore e il miglioramento carico aerodinamico. Sarebbe sorprendente se vincessero, ma diversamente dagli altri equipaggi, si sono sviluppati solo per vincere la Le Mans e non il Mondiale.

Questa è una gara unica, speciale, è The Infinity Trophy, il Trofeo dell’Infinito, come lo chiamo io. Molte case automobilistiche hanno sviluppato un piano di quattro o cinque anni per vincere questa edizione. È chiaro che l’obiettivo dei prototipi Hypercar è proiettato nel futuro. È vero che nei prossimi anni ammireremo Lamborghini, BMW, Honda, ma posso dire con certezza che per molti equipaggi il momento è adesso. La missione è vincere la Le Mans del centenario.

A Toyota Racing, Toyota GR010, Hybrid in action at sunrise at the Le Mans 24 Hours Race on June 12, 2022 in Le Mans, FranceGetty Images

La resistenza della Le Mans

Per vincere la Le Mans non bisogna eccitarsi troppo. Bisogna trovare presto in pista quella zona comfort in cui si va veloci e si spinge sull’acceleratore, sentendosi a proprio agio. C’è sempre un margine di rischio, ma va ben calcolato sulla distanza. Poi ci vuole spirito di squadra e va nutrito per tutta la corsa quel sottile equilibrio che ti lega ai compagni di squadra. Niente pressione, nessuna presunzione, solo fiducia nei “tuoi” copiloti. Cavalcare la passione, vincere insieme, perdere insieme.

Eurosport, Tom Kristensen sul Circuit de la SartheGetty Images

Perdere aiuta a vincere

Nella bravura e nell’imprevisto, sono tutti aspetti che migliorano negli anni, con l'avanzare dell'età, com’è naturale nella vita. La più grande sconfitta nella storia della Le Mans è stata della Toyota in panne a tre minuti dal traguardo, sull’ultimo giro, nel 2016. Pareva una catastrofe irrecuperabile, invece dal 2018 con Fernando Alonso, Sébastien Buemi e Kazuki Nakajima non hanno più fallito.

Vincere la Le Mans è un gioco di squadra e ci vuole una grande squadra per capirla, decifrarla, analizzarla, narrarla. Amo essere qui e non aver mai lasciato il circuito della mia vita: da quando sono sceso dal mio ultimo prototipo, accolto con privilegio da Eurosport.

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Nicola Villani, Daniele Galbiati, Paolo Allievi, Marco Petrini e Fabio Magnani sono la squadra dei telecronisti di Eurosport al commento della 24 Ore di Le Man, sabato 10 e domenica 11 giugno in diretta integrale con accesso praticamente illimitato sul Circuit de la Sarthe dell’evento sportivo a quattroruote più atteso dell’anno. 

The Weekend of Champions presenta sabato 10 e domenica 11 giugno oltre 70 ore di sport in diretta su Eurosport tra 24 Ore di Le Mans in versione integrale (motorsport), finali del Roland Garros (tennis), Giro del Delfinato (ciclismo), Speedway e in Italia finali scudetto del campionato di basket tra Olimpia Milano e Virtus Bologna: venerdì 9 giugno Gara1 alle 20:30 e domenica 11 giugno Gara2 alle 18:00 anche in chiaro su NOVE.

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