Simone Giannelli è un atleta devoto allo sport e alla passione che lo sport diffonde.
Simone Giannelli è un capitano d’Italia , campione del mondo ed europeo di volley.
Simone Giannelli è un leader della porta accanto : bello, elegante, gentile, sorridente.
Simone si sente già l’estate addosso, un anno è già passato e i campioni del mondo calcheranno un futuro già vissuto. Un’estate italiana densa di Nations League in giro per il mondo verso i nostri Europei di settembre con le fasi finali a Roma , al gusto di una strana felicità. Pensando ai cieli infuocati di Rio de Janeiro, quando verranno i giorni preolimpici per volare a Parigi 2024.
«Abbiamo molti impegni, molti tornei e da quando sono in Nazionale, non abbiamo mai vinto la Nations League . Dopo l’Europeo e il Mondiale, sarebbe importante farlo, tra molti viaggi e tante squadre . Giocheremo a Rotterdam, in Canada, nelle Filippine… Ci saranno la Francia di Giani, la Polonia, Cuba e il Brasile. Sarà anche un’occasione importante per abituare i ragazzi più giovani a quella pressione sempre crescente, quando dovremo difendere i nostri titoli ».
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L’intervista a Simone si stratifica in pensieri esperti, frasi resistenti , premure per il suo gruppo, la sua Nazionale.
«Certo che il passato è passato, non solo nel male, ma anche quando si vince. Non avremo vantaggi ad essere campioni in carica, anzi, è un risultato che andrà mentalmente resettato prima di presentarci al varco. Poi dovremo qualificarci ai Giochi Olimpici di Parigi 2024: saranno giorni basilari e insomma, ci vorrà concentrazione su tutti i fronti».
La Nazionale di capitan Giannelli e del ct De Giorgi è una squadra percettiva di astri nascenti del volley raffinati dai giovani campioni consacrati .
«In ottica estiva, ci sono molti giovani talenti del nostro campionato che giungeranno prestissimo in Nazionale per rappresentare l’Italia, “fare competizione”, alzare il livello : questo è il nostro vero grande vantaggio: avere un continuo ricambio generazionale che ti mette in discussione a ventisei anni … Un dono da scartare, un valore aggiunto».
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Sono le stesse parole prudenti e delicate attenzioni che Simone dedica alla sua famiglia, condividendo con noi un argomento privato:
«Ho comprato da poco un casale in Umbria , in una terra che per me è e sarà sempre speciale (dal 2021 gioca nella Sir Safety Perugia, vincitore di Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Mondiale per club. ndr). È una questione familiare, un luogo dove riunirci, ma anche un investimento, per aprire un agriturismo. Un sogno realizzato e che ora va nutrito d’affetti e dedizione».
Come Tania Cagnotto e Gregorio Paltrinieri intervistati da DAZN negli scorsi mesi, anche Simone Giannelli fa parte di una community sportiva che si chiama EXPlus e per la prima volta in Italia mette al centro gli NFT con opere digital art e molti memorabilia, fra cui le scarpe della finale europea di Giannelli MVP come primo storico cimelio assegnato da EXPlus:
«Mi sento parte integrante del progetto: ci sono sempre più connessioni sportive con gli NFT. E sono specialmente legato a quelle experience che mi permetteranno di unire i tifosi e avere con loro degli incontri ravvicinati: è un bel progetto d’aggregazione sportiva e ne sono molto felice. Nei nostri sport c’è una fiamma di passione da accendere a casa di un pubblico sempre più vasto e anche grazie a queste nuove realtà come EXPlus».
«Per esempio, tra i volti di EXPlus c’è anche Gigi Datome, che è anche lui il capitano di una Nazionale (di basket, ndr.), anche lui fa parte della “famiglia Armani” e anche lui ha da poco pubblicato un fumetto per ragazzi, Il gigante del campetto, come Il mio primo manuale della pallavolo. Mi piacciono tutte queste affinità con lui, che è un po’ più grande di me, è un atleta di altissimo livello che coltiva la sua esperienza ed è fonte d’ispirazione non solo sportiva».
(credit EA7 Emporio Armani Milano)
Più risaputa è la prima passione sportiva di Simone Giannelli, che ha giocato molto a tennis con papà Paolo, tecnico nazionale e responsabile dell’Ussa a Bolzano, prima di “scegliere” il volley, che richiede lo stesso gran servizio e uguale spirito critico:
«Ultimamente mi scambio dei messaggi con Matteo Berrettini, ci scriviamo spesso e mi spiace che per i suoi problemi fisici, che lo stanno tenendo da troppo tempo lontano dai campi. Ma sono anche più infelice per le inutili critiche che sta ricevendo… Da chi certamente salii sul carro quando Matteo fu finalista a Wimbledon. Sono certo che tornerà ai suoi massimi livelli e riservo intanto tutto il mio tifo per Jannik Sinner, che è mio conterraneo e viene dalle montagne. Migliora di mese in mese e spero che farà molta strada nei prossimi giorni al Roland Garros».
E dello sport italiano, vietato non innamorarsi ancora.