L’altro protagonista per eccellenza è già in prima pagina, solo che non si poteva perdere l’occasione per scrivere di Messias, profeta in patria dopo l’impresa atletica di Madrid. E niente, sono i giorni del suo avvento, ha segnato in Champions League e ne segna due a Marassi al debutto da titolare con la maglia del Milan.
Sono gol belli. Quello del Wanda Metropolitano perché il Milan non vinceva da una vita in Champions (dal freddo inverno del 2013 a Glasgow con Kakà, Zapata, Balotelli) e dopo molte traversie d’un girone maledetto, ci voleva proprio il miracolo.
Quelli di Genova perché cancellano due sconfitte consecutive con altrettante perle: un “gol tattico di testa” a beffare l’uscita di Sirigu, un sinistro in buca d’angolo per finalizzare l’azione di Diaz. Sarà che sono piccoli, ma i due s’intendono che è un piacere. E va bene: ci aveva già pensato Ibrahimovic, che si crede davvero dio, ad aprire le acque del Marassi, chiudendo qui i sensi biblici per non essere scomunicati. Da Ibra, s’intendeva.
Uno spoiler di mattoni e frigoriferi
La storia di Junior Walter Messias è già bella che spoilerata perché di anni ne ha trenta, come il numero di maglia, e già era bastato il suo arrivo al Milan per dirsi una favola.
Per uno che in Brasile, nato a Belo Horizonte il 13 maggio 1991, se l’è vista brutta fra abusi d’alcol e incidenti, giocando a calcio per passare il tempo e non come piano per la vita, nonostante qualche mese nelle giovanili del Cruzeiro. Per uno che, trasferitosi dieci anni fa a Torino, quartiere Barriera di Milano, puliva i mattoni in cantiere per 20 centesimi cadauno, e poi il muratore, detto addio al calcio. O Quasi.
Messias gioca nello Sport Wariqe, campionato UISP di Torino, e i suoi compagni di squadra peruviani gli offrono un lavoro da fattorino, così consegna frigoriferi a Torino e specialmente nelle zone limitrofe di Chieri, Pino Torinese, «Dove gli anziani si sa, molto spesso si sentono soli - scrive Messias in una bella lettera di qualche anno fa - Un po’ come me, che avevo la famiglia distante e vivevo senza qualcuno che mi abbracciasse la sera sul divano. Capitava di stare anche mezz'ora nelle case di signori o signore che volevano scambiare quattro chiacchiere, condividere i racconti di quando erano giovani, ascoltare i miei. Questo è quello che facevo in Italia fino a poco tempo fa. Il calcio era solo una passione, un tempo libero, altroché lavoro».
Credente nel modo più vero che esista, Messias ritrova il fango, ma è quello dei campi di calcio. E pensare che mise la sua storia nelle mani di Dio, «Seduto col pastore della Chiesa che frequentavo, gli dicevo "Basta, ma voglio che sia il Signore a darmi un segnale. Non voglio farlo di mia spontanea volontà, voglio che ci sia qualcosa che mi faccia dire Ok, Junior, basta". E da quel momento si sono aperte tutte le porte».
Credere nel calcio, nel modo più vero
Siamo nel 2015 quando a Messias arrivano i documenti in Questura per vivere in Italia e il giorno dopo Ezio Rossi - ex calciatore e allenatore del Torino, che l’ha visto una sera nell’UISP - lo chiama per portarlo con sé al Casale, campionato Eccellenza a 24 anni. Lo stipendio è di 700 euro al mese, ma Messias ha un figlio e una moglie da mantenere in Brasile: «"Senti Junior, vieni qui. Fai qualche giorno di prova e, se va tutto bene, parlo io col presidente". Passano due giorni ed Ezio mi dice: "C’è un contratto da 1500 euro al mese per te. Non dovrai più pensare a nient’altro che al calcio”».
Ventun gol con il Casale nel campionato Eccellenza, 14 con il Chieri in Serie D, promozione in C col Gozzano. Nell’estate del 2019, Messias è un giocatore del Crotone in Serie B. Il 20 settembre 2020 debutta in Serie A TIM, sapete dove, a Marassi contro il Genoa. Il 25 ottobre segna a Cagliari il suo primo gol in Serie A TIM. Sono 9 a fine stagione, ma il Crotone retrocede.
Cosa c'entra il Milan
Cosa c’entra il Milan? Stefano Pioli dice d’averlo visto per la prima volta in Livorno-Crotone, e siamo a luglio del 2020. Messias non segna, ma nello stretto e in dribbling fa diventare tutti matti, mettendo Zanellato e Simy davanti alla porta. Quella partita finisce 5-1 per il Crotone e se chiedete a Pioli che ci fa Junior nel Milan, vi risponderà che «Ha le qualità giuste per esserci» e poco altro, perché non serve. Solo che i gol di Messias a Madrid a Genova sono stati appena il quarto e il quinto in carriera di testa dopo quelli a Caratese, Bustese e Arzachena. Storie scritte in grande dal basso. Non c'è blasfemia.