Roberto De Zerbi è il super ospite di Supertele: ecco le sue parole.
De Zerbi a Supertele
"Bene, bene. Quando vinciamo va bene. Vinciamo spesso? E mica stai gufando? Sta andando bene".
Tornare in Italia?
"L'Italia è sempre il mio paese, si sta meglio che dalle altre parti. Tornerei e spero di tornare in futuro. Però qui sono venuto anche con paure, eh. Lingua diversa, campionato diverso, non ho fatto il ritiro, dovevo iniziare con un calendario difficilissimo. Avevo paura, ma mi sto divertendo tantissimo. Sto apprezzando l'esperienza e me la sto godendo davvero".
La cosa più sorprendente
"Tre mesi di fuoco, perché penso che venire qui per un italiano non è facile. Il calcio è vissuto in maniera diversa. O ti adegui e io l'ho fatto, oppure perdi in partenza. Non è detto che loro sbaglino il modo di vivere il calcio. Il giorno libero per loro è sacro, per noi è perso. Non fanno ritiri: arrivano 3 ore prima al campo e sembra davvero di andare a fare una scampagnata. Poi inizia il match sembra che si giochi ogni volta una finale".
Come cambia il mercato
"In tutte le altre squadre tranne la mia... nella mia sono tosti sul mercato. Però il campionato inglese è più ricco ma è un dato di fatto. Basti vedere quanto è stato speso in Inghilterra a gennaio e quanto sia stato speso in Italia. Zaniolo? No, nonostante sia forte, e rientri nei parametri di età - perché il Brighton ha parametri fissi, per poi rivendere - ma credo sia oltre i nostri parametri economici".
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Il gap con le big
"Abbiamo una rosa completa, ma tanti giovani nelle seconde linee o come completamento della rosa ci sono tanti giovani e tanti stranieri. Questo è un campionato forte dove il livello è alto. Quando ci viene a mancare qualche giocatore, soffriamo un po'. Magari ci può mancare la consapevolezza di potercela giocare con tutti. Spero che questo mese ci abbia dato la consapevolezza di potercela giocare con tutti. Si può parlare della carta, dei valori, ma il campo decide: dice che possiamo giocare per la posizione in cui siamo ora".
Perché non è in Italia?
"Credo non si siano incastrate delle cose. Io ho sempre stimato Claudio Ranieri: ha allenato in Francia, Spagna, Inghilterra. Una cosa che gli ho sempre invidiato. Ho scelto io di andare in Ucraina nonostante avessi qualcosa in Italia. Non bisogna far polemica, che non mi han preso o non sono voluto andare. Ci sarà il momento giusto per tornare, spero".
Sul Napoli e lo scudetto
"Il Napoli è bellezza allo stato puro. Oltretutto fanno anche risultati eccezionali. Quindi non è che uno gioca per esser bello, ma perché pensano sia la strada più facile per arrivare al risultato, no? Il Napoli è pieno zeppo di giocatori di qualità e giocano un calcio bellissimo. Un piacere vederli, come il Milan l'anno scorso".
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Come si spiega il blackout del Milan?
"Ho sentito l'intervista di Maldini dopo la gara con la Lazio. Analisi più giusta, la sua: a una squadra che l'anno scorso e negli anni precedenti, perché il Milan non ha fatto male negli anni precedenti, oltre all'apice dello scudetto, arriva sempre una fase di rigetto, difficile, dove serve stringere i denti e cercare di sorpassare. Quella fase lì ti porta a essere campioni nel vero senso della parola".
L'intensità degli allenamenti
"Il metodo che avevo in Italia o allo Shakthar ho dovuto modificarlo tanto. A me piace decidere le cose, ma anche sentire il calciatore cosa pensa. E' lui che va in campo, non sono io che gioco. Ho modificato un po' il metodo, qualcosa l'ho fatto più continuo, meno pause, più sotto forma di gioco, e magari qualche riunione in più, guardando le cose a video o dentro la sala riunioni. E' così veramente".
L'episodio con il Liverpool
"Mi arrabbio, mi arrabbio. In quest'occasione no, mi sembrava una spallata normale, ho detto ai miei di non protestare. Ho sbagliato: era fallo! Ho gioito, e anche tanto. Potevamo giocare meglio, i motivi ci sono. Ho una squadra di gente tosta, forte, mi diverto allenarli perché mi dà gusto".
La cultura dell'allenamento
"Loro vanno più forte e vanno di più perché sono meno tattici di noi. Pensiamo sempre di andare, però poi la copertura... però poi se scopro... Loro vanno e poi si vedrà se qualcuno copre o no. Anche la gente ti porta, ma è il peso del risultato: c'è, ma è diverso rispetto a noi. Tatticamente pure. Siamo andati a giocare col City e ho scelto di andare uomo a uomo. Ho detto al capitano: te la senti di andare uomo a uomo con Haaland? Per lui no problem. In Italia cosa sarebbe successo? In Inghilterra magari sono più liberi mentalmente, è un vantaggio non da poco".
Sulla lingua
"Le conferenze le faccio in inglese, devo migliorarlo perché non è perfetto. Nello spogliatoio ho un traduttore che avevo anche in Ucraina. Capisco dagli occhi dei giocatori se ha tradotto bene".
Qualcosa che non ti aspettavi?
"A livello tattico? No, l'Atalanta sta tornando. Non mi aspettavo il distacco tattico tra prima e seconda. Il Napoli vince sempre, è dura stare al passo. Per il resto, davanti sono sempre le solite squadre, a parte la Juve per le penalità".
Una squadra che avrebbe allenato volentieri...
"No, non sarebbe corretto. Ci sono squadre molto forti. Anche la Lazio, parlando di novità e calcio, sta facendo grande calcio. Del Napoli l'abbiamo detto. L'Inter in Champions avrà modo di andare avanti. Al Milan gli è cambiato il campionato, ma chi si sarebbe aspettato questi risultati? Il campionato italiano è sempre forte e preparare le partite è sempre complesso. In Italia ci tornerei volentieri e ci tornerà volentieri. Ma sto benissimo qua".
Pagato un modo di essere?
"Non lo so, ma so che non cambio carattere per allenare una grande squadra. Questo sicuro no".