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Il preparatore della Nazionale Donatelli: “Napoli, Lazio e Fiorentina privilegiate dalla sosta”

Maria Pia Beltran
Il preparatore della Nazionale Donatelli: “Napoli, Lazio e Fiorentina privilegiate dalla sosta”Getty Images

Claudio Donatelli*, preparatore atletico FIGC nello staff della Nazionale A, è un osservatore privilegiato sul lavoro di preparazione atletica della nostra serie A. A partire dalla gestione Mancini, massima collaborazione tra club e nazionale: “Abbiamo cominciato a condividere i singoli allenamenti effettuati durante i ritiri con gli staff delle squadre e di li a poco hanno preso a farlo anche loro – spiega Donatelli – oggi ci troviamo nella condizione ideale per programmare lavori individuali sul singolo atleta in concerto con i preparatori dei club ed i personal trainer dei top. Banalmente se un giocatore lavora seguendo una certa routine, si ritroverà ad avere le stesse indicazioni anche quando è in nazionale, dove chiaramente non c’è il tempo di condizionare o recuperare”.

Claudio Donatelli, preparatore atletico ItaliaGetty Images

Tra Serie A e Nazionale, le parole di Donatelli a DAZN

Cosa ha notato nel lavoro di quest’anno decisamente particolare dal punto di vista della programmazione?

"Abbiamo visto che si sono percorse due strategie: alcuni club hanno optato per l’aumento del volume di lavoro, mentre altri hanno spinto sull’intensità, proponendo lavori specifici per il singolo calciatore al 99%. Questo è avvenuto nelle fasi della stagione in cui si è potuto lavorare con più calma, rispetto a quanto accadeva negli anni post-Covid, con ritmi serrati lungo tutta la stagione".

Chi ha beneficiato maggiormente della sosta?

"Sicuramente quelle squadre dotate di maggior tasso tecnico individuale".

Perchè?

"Le formazioni dalla grande disponibilità tecnica hanno potuto approfittare di una finestra di lavoro importante per poter mettere i propri calciatori in condizioni di far emergere questo loro valore aggiunto, penso a Napoli, Lazio, Fiorentina".

Situazione diversa invece quella di Juve, Milan e Inter con diversi giocatori che sono arrivati in fondo al mondiale?

"Sicuramente un discrimine fondamentale nella gestione dei tempi di recupero, ma stando ad un’indagine che abbiamo condotto la scorsa stagione tra 250 club in tutta europa è il fattore europeo Champions a fare ancora molta differenza".

Barella Inter 2022/23 Serie A TIM DAZN

Ci spiega...?

"Tutti i calciatori intervistati hanno evidenziato che tra campionato e coppe europee pesano certamente di più le competizioni oltre confine, per le trasferte, per l’impegno mentale. Per recuperare da una trasferta ci vogliono due giorni pieni di recupero: soprattutto per quei giocatori che non hanno tante gare di quel livello nelle gambe. L’esperienza nella gestione conta moltissimo".

La Roma rispetto alle altre però non ha avuto battute d’arresto come le altre, pur essendo impegnata su due fronti. E ha recuperato terreno in campionato: come lavorano?

"E’ vero: lavorano in modo diverso rispetto ad altri club. Sostanzialmente tutta la preparazione fisica, tecnico e tattica è incentrata sulla singola partita, più che sul periodo. E tendenzialmente migliora nel tempo all’interno della gara: ci si allena giocando, con pochi cambi anche negli interpreti. Il problema è la condizione di chi non gioca, mentre diventa fondamentale l’attenzione che si dedica alle strategie di recupero".

A proposito di recupero quello di Federico Chiesa lo avete seguito anche voi?

"Certo e con grande apprensione: si tratta di un giocatore che non è soltanto patrimonio della Juventus, ma anche della nazionale, un profilo altissimo, di livello mondiale.  Con infortuni come quello che ha subito lui  (rottura del crociato anteriore del ginocchio) per riprendere una buona efficienza c’è bisogno di almeno un anno dall’intervento. E’ totalmente scorretto parlare di 4-6 mesi. Ci vuole del tempo. L’altra sera ha giocato 90’ tosti e sta superando anche qualche timore psicologico, sta tornando".

Chiesa gol in Coppa Italia Juventus-MonzaGetty

Quanto pesa il fattore atletico nelle convocazioni in Nazionale?

"La parte fisica ha totalmente invaso le valutazioni di tipo tecnico-tattico: si parte prima dalla condizione fisica: si verifica se il giocatore fa quel metro in più o meno, con quale qualità e con quale continuità lo fa. Lavoriamo moltissimo sulla raccolta dei dati sulle partite e all’interno di un benchmark più ampio a cui viene rapportata l’ultima prestazione rispetto all’ultimo anno o gli ultimi due anni, e al potenziale nel tempo".

Anche perchè di tempo ne avete poco...

"Non c’è proprio il tempo per poter lavorare sulla forza o la velocità in raduno. O far smaltire le tossine in caso di stanchezza: nel calcio di oggi vanno tutti forti, anche le squadre di cosiddetta seconda o terza fascia, per questo c’è bisogno di avere atleti pronti. Fatta eccezione per quei pochissimi che devono per forza esserci e che vanno aspettati anche quando non sono al 100%".

A livello europeo come si piazzano i nostri preparatori?  

"Ultimamente sta avendo molto seguito la scuola spagnola, negli ultimi dieci anni abbiamo perso un po’ di appeal con l’estero: per vari motivi, ma questa è la realta. Possiamo sicuramente imparare a ragionare in maniera umile e aperta, lasciarci contaminare da altre esperienze, filtrarle con il nostro grande bagaglio di preparazione atletica per poter crescere.  Possiamo fare più lavoro specifico fatto per bene, lasciare meno spazio alla filosofia e ad attività troppo generiche che fanno perdere intensità e ritmo".

La velocità al primo posto?

"Lo sport è completamente diverso, cambia alla velocità della luce. Grazie alla tecnologia i campi di calcio sempre più veloci, le scarpe proiettili, il rimbalzo dei palloni velocissimo, il calcio è uno sport sempre più rapido. Per rendere i calciatori altrettanto veloci, bisogna allenarli in maniera veloce. Se non si riproduce il modello di gara, creiamo giocatori lenti".

Giacomo Raspadori con la maglia della nazionaleGetty

*Autore del volume L’invincibile Estate con Annalisa Nicastro: storie esemplari, brividi ed emozioni dello sport attraverso le voci e le vicende dei suoi protagonisti con testimonianze di Roberto Mancini, Giorgio Chiellini, Martin Castrogiovanni, Sofia Goggia e molti altri.