Sembrava una giornata così: senza grosse pretese. Con il Verona che aveva allungato il passo e le ambizioni, senza però fare i giusti conti con l'entusiasmo dell'Empoli.
Del resto, di domeniche così, o in questo caso di lunedì, una stagione n'è piena. E fa tutta la differenza tra una squadra da compitino e un'altra che imbrocca la stagione dei sogni. Dove si sarebbe posizionato, l'Hellas di Tudor?
Se lo sarà chiesto certamente il tecnico croato, che non ha avuto alcun dubbio davanti alla risposta del suo gruppo dopo il pari di Romagnoli - di Barak, del solito Barak, il momentaneo vantaggio -: arrembanti eppure uniti, attenti a non imbarcare grazie a due prodigi di Montipò, i giocatori dell'Hellas hanno sfruttato l'inerzia di questo momento e portato a casa tre punti fondamentali.
L'ha decisa Tameze, dentro l'area con un inserimento sublimato da Barak. E ora non ci sono più limiti.
Dove può arrivare il Verona?
Dopo un inizio disastroso, il Verona è al nono posto in campionato. Ha fatto più punti del Bologna e del Sassuolo, ha appena due lunghezze in meno della Juventus e della Fiorentina.
Ragiona da big, insomma. E si è meritato questa tranquillità, questa leggerezza mentale, questa spavalderia che poi in campo è differenza sostanziale tra le paure di chi annaspa alla ricerca di punti e la presunzione di chi ha bisogno solo di giocar bene.
L'ultima volta che la squadra di Tudor ha perso due partite consecutive era metà settembre: dal 19 in poi, dalla vittoria con la Roma, i gialloblù hanno vinto cinque partite, pareggiate quattro e perso soltanto con il Milan, in rimonta. Insomma: il viso è sempre stato aperto e le ambizioni sempre al massimo.
Per questo Tudor non vuole porsi limiti e con la vittoria con l'Empoli segna un prima e un dopo: prima si pensava solo alla salvezza, dopo il gol di Tameze non si può non pensare a tutto ciò che deve arrivare.
E' un'onda anomala, la stagione del Verona. Finché saprà surfare, Tudor ha talento e margine per strappare un'annata storica.