Ha passato gli ultimi mesi a chiedere cosa dovrebbe fare ancora per convincere la Ducati a dargli la moto ufficiale. Ma ora sembra sia finalmente arrivato il momento in cui smettere. È sempre stato innamorato della Ducati, Jorge Martin, ma a volte ha pensato che il matrimonio non si avesse da fare. Nell’inverno 2021-2022 a Borgo Panigale avevano deciso che nel 2023 sarebbe stato lui il compagno di Francesco Bagnaia. Ma non avevano fatto i conti con Enea Bastianini, vittorioso al debutto con Gresini. E tra le difficoltà di Jorge sulla GP22 (scartata da Bagnaia) e i risultati costanti della Bestia, in un niente lo spagnolo si era visto sfilare la tuta rossa. Ci ha creduto di nuovo la scorsa stagione, contendendo fino all’ultimo il titolo a Pecco.
Fosse uscito vincitore da Valencia, nei test si sarebbe trasferito nel box vicino, in uno scambio che avrebbe portato Bastianini in Pramac. "Nel mio ufficio c’era pronta la tuta" aveva svelato Martin. Che la domenica sera alla cena Pramac si era sfogato: "Se Ducati non ha ancora visto il mio potenziale, vuol dire che non sarò mai in rosso". Si sbagliava, ma non poteva saperlo.
La scelta di Martin sarebbe stata del resto scontata se dall’altra parte non ci fosse Marquez, uno che, lignaggio e valore di marketing a parte, ha impiegato un niente per adattarsi a una GP23 sulla quale Bezzecchi, il fratello Alex e Di Giannantonio, faticano. Ha provato (e non ha smesso) un pressing importante, Marc, per convincere la Ducati a promuoverlo, forte anche della stima di Gigi Dall’Igna, che un anno fa ha lavorato nell’ombra per agevolare l’operazione Gresini e che ora si trova davanti un puzzle complicatissimo. Ma per quanto Marquez sia ormai completamente ritornato e gli manchi solo la vittoria, la Ducati sa di non poter permettersi di perdere Martin. E, con lui, dopo 20 anni, la Pramac, corteggiata dalla Yamaha. Sciolta la riserva su Martin, ora c’è da convincere Marc che la Pramac (con Férmin Aldeguer) sia la miglior opzione possibile e che il suo trattamento sarà assolutamente identico al team interno, in modo da consentirle di puntare al Mondiale.
Nelle ultime settimane Marquez ha ripetuto di avere scelto la Ducati un anno fa e, ora che la guida, di volerla ancora di più. Purché sia ufficiale. Certo, potrebbe puntare i piedi e minacciare l’addio, ma nel 2025 avrà 32 anni e non è detto che ripartire da zero su una nuova moto, magari l’Aprilia (c’è da rimpiazzare Aleix Espargaró, ma pure Maverick Viñales si sta offrendo ad altri) o la KTM (dove si punta tutto su Pedro Acosta), potrebbe essere altrettanto efficace. E vista l’impossibilità che Gresini abbia una GP25, malgrado i tentativi di Nadia Padovani, per Marquez la soluzione Pramac resta la migliore. Cosà deciderà? La delusione è stata la benzina che ha alimentato Martin nel prepararsi a un 2024 per lui decisivo: o Ducati o addio. Due vittorie (e tre Sprint), un secondo e un terzo posto in 6 GP, un solo zero in casella — la caduta di Jerez mentre era in testa —, lo fanno arrivare in Italia da solido leader del Mondiale. Lo sarà anche lunedì, visto che i 39 punti su Bagnaia sono più di quel che c’è nel piatto di un weekend. Ma da quel che trapela in gran segreto, Jorge ci arriva anche con le stimmate di futuro compagno di Pecco. Dopo una lunga serie di analisi, riunioni e confronti, in Ducati ci si è infatti convinti di non poter rinunciare allo spagnolo, evitando nel contempo uno “sgarro” a Bagnaia, che con l’arrivo di Marc Marquez vedrebbe delegittimato il proprio status di leader. In questi giorni le trattative hanno subìto una rapida accelerazione, che potrebbe portare a una definizione dell’accordo (non all’annuncio) al Mugello, dove la Ducati si presenterà vestita d’azzurro, omaggio alla Festa della Repubblica e passaggio di testimone con l’Italia impegnata all’ Europeo di calcioe all’Olimpiade di Parigi.
Fonte: Gazzetta.it