Emma Raducanu nuova regina del tennis? Espressione molto più che banale finché la campionessa dello US Open non ha ricevuto, in data 11 settembre, una lettera dal Castello di Balmoral firmata Elizabeth R.
«I send my congratulations to you on your success in winning the United States Open Tennis Championships»: congratulazioni alla prima tennista, anzi al primo tennista nella storia a vincere uno Slam dalle qualificazioni.
«It is a remarkable achievement at such a young age, and is testament to your hard work and dedication»: perché Emma Raducanu, nata a Toronto il 23 novembre 2002 da papà romeno di Bucarest e mamma cinese di Shenyang, cittadina britannica cresciuta a Londra, ha appena diciotto anni e pochi mesi in più di Maria Sharapova e Serena Williams prime Campionesse Slam.
«I have no doubt your outstanding performance, and that of your opponent Leylah Fernandez, will inspire the next generation of tennis players»: ispireranno un mondo di apprendiste campionesse. E sono pronte a conquistare un mercato globale Emma Raducanu e Leylah Fernandez, due teenager in finale di uno Slam a ventidue anni esatti da Serena Williams e Martina Hingis: stessa storia, stesso posto.
Teenage Tennis: Williams-Hingis, Raducanu-Fernandez
Se lo US Open 1999 fu il primo dei 23 Slam vinti da Serena Williams - diciassettenne afroamericana diventata la più grande di sempre, anzi The Queen - contro la figlia naturalizzata svizzera di due maestri di tennis cecoslovacchi (al battesimo in nome della Navratilova), lo US Open 2021 è stato l’epilogo d’una placida diciottenne inglese, che parla mandarino, contro la coetanea Leylah Fernandez. Lei che di anni ne ha compiuti diciannove a Flushing Meadows, nata a Montreal il 6 settembre 2002, canadese di papà ecuadoriano e mamma filippina. Strepitose figlie dell’immigrazione, icone inclusive nella cultura del presente. «I send my warmest good wishes to you and your many supporters».
L'11 settembre di chi non era nato
Se Leylah Fernandez ha dedicato parole splendide a New York nel ventennale dell’11 settembre («Spero di diventare forte e resiliente come NY lo è sempre stata da quel tragico giorno»), Emma Raducanu ha colmato di cose straordinarie i cuori infranti dall’assenza di Serena Williams. Era al suo primo US Open e l’ha stravinto senza perdere nemmeno un set in 10 partite dalle qualificazioni, marciando su un percorso netto di tennis spinto, brillante, intenso e resistente.
Raducanu, Wimbledon e lo US Open
All’inizio dell’estate, Emma Raducanu era la numero 338 WTA prima di ricevere l’ultima wild card di Wimbledon, spargendo di bianca purezza i sacri prati fino all’ultimo Manic Monday dell'All England Club. Di grazia e contrappeso, con del bel gioco propositivo da fondo campo, una difesa reattiva e la risposta vincente di rovescio come prima cifra stilistica. E primo punto tirato alla Fernandez per dare un tono alla finale US Open.
La Reginetta del sogno americano
Allo stato attuale, Emma Raducanu è una nuova campionessa Slam che ha disputato 2 WTA 250, vincendo un ITF $25,000 a Pune, in India, nel 2019. Una campionessa che negli Slam non ha mai giocato una partita di 3 set. Una campionessa Slam che tre settimane fa, servendo il primo punto su un cemento sperduto di Flushing Meadows, era 150 al mondo. Che oggi, all’alba del sogno americano, si risveglia al numero 23. C'è profumo di futuro. Benvenuta reginetta Emma.