Quella di tre anni fa a Tokyo è stata una svolta, uno di quei momenti che sembrano piazzati dal destino per farti crescere, per farti capire di essere diventato grande. Tre medaglie nel sollevamento pesi, tutte insieme, come non accadeva in un'Olimpiade dal 1924. Parigi può dare un altro impulso, far appassionare nuovi tifosi, aumentare i praticanti e ovviamente le medaglie. Sarà tutto nelle mani di Sergio, Lucrezia e Nino. Rispetto al Giappone non ci sono Mirko Zanni, che si era messo al collo il bronzo nei 67 chili, né Giorgia Bordignon, argento nei 64. C'è Antonino Pizzolato, per tutti Nino, che aveva portato all'Italia la terza gioia (altro bronzo, negli 81 kg) e qui cerca conferme. Con lui Sergio Massidda (nei 61 kg) e Lucrezia Magistris (59), entrambi al debutto ai Giochi. Il primo a gareggiare, oggi dalle 15 alla South Paris Arena è proprio Massidda, vicecampione iridato e numero 2 del ranking mondiale. La sua sembra una storia da film. È stato lui stesso a raccontarla prima di imbarcarsi sull’aereo per Parigi: "Da adolescente facevo ginnastica artistica ma non mi divertiva. Allora decisi di frequentare una palestra vicina a casa per non stare 'buttato' sul divano. Facevo crossfit, non sapevo nemmeno cosa fosse il sollevamento pesi ma fui notato dal fratello di Sebastiano Corbu", l’uomo che oggi è direttore tecnico della Nazionale.
"Era il 2015, andai a vederlo e mi accorsi che aveva qualcosa di speciale", conferma Sebastiano. "Cominciammo subito a lavorare insieme e dopo due mesi già vinceva le gare under 15. Ci avevo visto giusto, Sergio è un 'animale da pedana', un atleta che si nutre di adrenalina". L’allenatore percorreva in macchina i circa 200 chilometri tra Cagliari e Ghilarza (Oristano) per osservare da vicino i progressi del ragazzo sardo, che oggi ha 22 anni e dopo aver collezionato titoli europei a livello junior è considerato tra i candidati a una medaglia nonostante un recente lieve infortunio lombare. Ci saranno tanti tifosi per Sergio, dalla Sardegna sono arrivati i genitori, il fratello e un po' di amici. "Ma deve restare concentrato. Sia lui, sia Pizzolato devono salire sulla pedana con l’obiettivo di centrare uno dei primi tre posti – avvisa il dt azzurro – perché questo è il loro valore, hanno grandi qualità".
Dopo Massidda, domani toccherà alla pavese Lucrezia Magistris, 25 anni, che rispetto ai suoi colleghi ha avuto un percorso di qualificazione più tormentato. "Per questo esserci mi dà ancor più soddisfazione. Sarà tutto nuovo e sono molto emozionata". I pesi per lei sono una questione di famiglia. Papà Cesare praticava la disciplina così come la sorella Lavinia e dopo qualche corso di ginnastica artistica fino a 12 anni è iniziata l’avventura che l'ha portata fino ai Giochi, un altro passo avanti senza la pressione di dover a ogni costo raggiungere un grande risultato. Venerdì chiuderà Pizzolato, siciliano di Salaparuta, detto "caterpillar" o "cat", come recita il tatuaggio sulla spalla sinistra, un campione che vanta due record mondiali fatti registrare nel 2022 (217 kg nello slancio e 392 kg nel totale) prima di un infortunio alla schiena che lo ha fatto penare. Il motto di Nino, che aveva provato con il salto triplo prima di scoprire i pesi a 14 anni, è "cafudda", cioè "metticela tutta" nel suo dialetto. Come Massidda è stato un talento precoce: dopo due settimane di allenamenti fece segnare due record italiani nella sua categoria, all’epoca i 77 kg. Parigi può lanciarlo definitivamente tra le stelle della pesistica mondiale. "Non faccio pronostici - ha detto alla vigilia - sicuramente vincerà il più testardo". E se lo chiamano caterpillar…
Fonte: gazzetta.it