Tre episodi più un extra. Raccontare Verona è diventato nient'altro che un atto di fede: la bellezza struggente di una città unica, l'ambiente caldo di una parte d'Italia senza eguali. E poi il calcio, come sottofondo rumoroso della vita che scorre, anche seguendo il destino dell'Hellas.
Partiamo da qui, dal terzo e incredibile episodio del format DAZN, "Fedi". Dopo i nostri speciali su Bologna e Firenze, la bellezza di Verona è il punto di partenza di una storia profonda e potente, che unisce l'eleganza di Verona e le sensazioni di una squadra in netta crescita: è disponibile sulla nostra piattaforma a partire da mercoledì 6 aprile.
Il format
Il nuovo format originale di DAZN racconta dunque Verona, l'Hellas, i veronesi. In tre episodi, con un piccolo extra, proveremo a raccontare la vita del cuore pulsante della città. Troverai tutto nella classica "rail" tematica, disponibile sulla nostra piattaforma. Raccontiamo la fede calcistica per la squadra e lo spirito che la lega al luogo in cui è ospitata.
Come sempre, lo faremo attraverso interviste specifiche. A personaggi e persone. Gli stessi tifosi, più le personalità di spicco di Verona, ci racconteranno i punti di vista di chi respira quotidianamente quell'atmosfera: cosa vedono nella propria squadra? Cosa la differenzia dalle altre? Voci e ricordi: perché l'Hellas ha un peso specifico nella vita di ogni veronese: basti pensare al cambio di rotta dallo scudetto del 1985.
Il primo episodio: Non ce ne siamo resi conto
Il primo episodio comincia dall’evento che ha cambiato la cronaca della città: lo scudetto dell’Hellas Verona conquistato nel 1985.
Protagonista? Donatella Rettore: la cantante, tifosissima, ricorda i festeggiamenti per la città in festa, lei dipinta tutta di gialloblù e piena di vin in una felicità difficilmente descrivibile.
Il racconto passa poi tra i ricordi di Antonio Gioco: aiutava suo padre Giorgio nelle cucine dello storico ristorante 12 Apostoli, dove calciatori e società hanno festeggiato la vittoria del tricolore. Ad accompagnarci al ristorante è Lorenzo Fabiano, giornalista e scrittore veronese. I due iniziano una conversazione tra amici ricordando quella sera quando Antonio serviva i tavoli e Lorenzo stava fuori dal ristorante con centinaia di persone a intonare i cori che rimbombavano all’interno della sala.
A quella cena non mancava Luigi Sacchetti, centrocampista di quell’Hellas vittorioso: "Abbiamo festeggiato, ma non ci siamo resi conto che avevamo fatto la storia di Verona".
Il secondo episodio: Veronesi tuti mati
Il secondo episodio si apre con Clizia Fornasier, attrice e scrittrice, che da piccola sognava la squadra della grande città, ma ora ha capito quanto cresca il desiderio anche nella provincia calcistica. A lei il tifoso dell’Hellas, il buteo, ricorda Romeo, l’eterno fanciullo mosso da un cieco amore.
Ancora fanciullo è Doriano Recchia, abbonato allo stadio dal 1967, che ha seguito la squadra in tutte le trasferte nazionali ottenendo il soprannome “Italia”. Giovanni Vit, attore, fa parte di questa generazione di tifosi nata negli anni della Lega Pro. Per tifare l’Hellas bisogna essere un po’ matti e ci racconta la leggenda di quel vento che soffia dal monte Baldo facendo diventare i veronesi tuti mati, come intitola l’Arena per celebrare la vittoria dello scudetto ‘85.
Divinità per i tifosi veronesi è stato sicuramente Gianfranco Zigoni, ex attaccante degli anni Settanta. Lorenzo Fabiano ci fa tornare al giorno in cui Zigoni si presentò al Bentegodi in pelliccia e cappello da cowboy perché non era stato messo titolare.
Il terzo episodio: Andemo al stadio
Il terzo episodio ha tra i protagonisti Francesco Grigolini, il fotografo ufficiale dell’Hellas che in quarant’anni di carriera ha visto passare dal mirino della sua macchina intere generazioni di calciatori e tifosi. Nicola Padovani ha creato un santuario di reliquie raccolte fin da quando era piccolo, quando la Curva Sud era ai suoi albori.
Per quale motivo il nome Hellas? Ce lo spiega Lorenzo Fabiano al liceo Maffei di Verona dove nel 1903 il professore di greco Decio Corubolo insieme ad alcuni studenti decide di fondare la squadra con un fondo di 32 lire e qualche orologio messo in pegno.
Seguiamo Fabiano anche allo stadio Bentegodi dove ricorda la nascita del detto fatal Verona, poco cara ai tifosi milanisti che persero lo scudetto in Veneto prima nel 1973 e poi nel 1990. In questa partita fu protagonista Davide Pellegrini uno che ha militato nell’Hellas per vent’anni (prima da calciatore e poi da allenatore, dai pulcini fino alla prima squadra), che ci racconta il pallonetto che mandò all’inferno il Milan di Sacchi.
L'episodio extra: Una nuova favola
L’episodio extra di Fedi-Verona racconta la nascita di una nuova fede. Nel quartiere Chievo fino al 2021 esisteva l'omonima squadra che aveva fatto innamorare tutta Italia. Dalle sue ceneri è ora nata la Clivense.
Sergio Pellissier è stato lo storico attaccante del Chievo Verona e insieme alla famiglia fa parte del piccolo quartiere della città. Ha deciso di fondare la Clivense per tutti quei tifosi, compreso lui stesso, che si sono trovati a non avere più una squadra per cui gioire e soffrire.
Una di quei tifosi tristi e confusi era la Signora Maria, che ha tifato Chievo per quasi quarant’anni. Meno male che c’è Sergio dice perché ora può tornare allo stadio ogni domenica a incitare i nuovi ragazzi.
Ad affiancare Pellissier c’è l’amico ed ex dirigente del Chievo Enzo Zanin, ora vicepresidente della Clivense. Ci spiega che attraverso i social hanno iniziato la campagna di reclutamento calciatori che ha portato più di 160 ragazzi a presentarsi ai provini. Costruire una nuova fede sarà un’impresa lunga, per cui ci vorrà tenacia, ma anche quella follia veronese che a lui e Sergio non manca.