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Silvestri a DAZN Talks: "Treccine? Piacciono a mia moglie! Gli audio di Buffon e la prima in Inghilterra..."

Redazione
Silvestri a DAZN Talks: "Treccine? Piacciono a mia moglie! Gli audio di Buffon e la prima in Inghilterra..."DAZN
Marco Silvestri è stato il protagonista del nuovo episodio di DAZN Talks, oggi in diretta sul nostro canale Twitch

Altro giro, altro racconto di calcio e di vita. Dove? Naturalmente su DAZN Talks, con Tommaso Turci e Barbara Cirillo, in diretta questo pomeriggio su Twitch: il protagonista è Marco Silvestri, estremo difensore dell'Udinese

Sulle treccine

"Mi piacciono abbastanza! Perché l'ho fatto? Voglio far crescere i capelli, sono in quella via di mezzo fastidiosa, non so se tagliarli o aspettare. Intanto ho fatto le treccine, così per un po' sono a posto. Piacciono a mia moglie, mia figlia, mia mamma e mia sorella, quindi... E' stato per mia moglie, le erano piaciute. 

La passione per l'hockey

"Mi piace tanto l'hockey! In Italia non era facile giocare, ora la vedo in tv. Ma mi piace anche il padel d'estate ci gioco molto con Cerci. Lui è molto più bravo di me, si allena bene". 

L'avventura all'Udinese

"Non conoscevamo questa zona, non l'avevamo vista prima di arrivare qua. Le aspettative erano alte. Arrivando da Verona, trovarsi bene in un'altra città così non era facile. E' molto carina, a misura d'uomo, non c'è traffico e non c'è confusione. E le zone intorno sono molto belle". 

"La società è di livello, abbiamo tutto quello che si possa immaginare a disposizione. Società straordinaria, ne avevano già parlato bene. Me l'avevano detto Lasagna e Barak, tutti mi hanno detto che era un club di livello. Lo stadio? Pure! Tanta roba".

"Stiamo tanto a casa, la routine giornaliera è tranquilla. Però si mangia bene anche qua, non siamo ai livelli romagnoli...".

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L'esperienza in Inghilterra

"Esperienza molto importante per la mia carriera. Ero dal Chievo al Cagliari, poi ci siamo salvati e Cellino aveva preso il Leeds. Mi ha voluto lì. Avevo l'opzione di rimanere a Cagliari, ma ci fu l'arrivo di Zeman. Non mi sentivo un portiere da Zeman, ho giocato con Anania a Padova, sapevo benissimo come lavorava e sapevo di non essere adatto. Ho deciso di cogliere la palla al balzo. Era un po' un sogno: la Serie A è la Serie A, però anche il campionato inglese è molto bello. Ho deciso di accettare e andare lì. Siamo stati da Dio. 98 o 99 partite con loro, mi è piaciuta molto. Ho imparato tante cose, modi nuovi di allenarmi, di parare. C'è una fisicità importante e sui portieri non fischiano mai fallo". 

"La prima partita di campionato fu a Milwall. Stadio infuocato, un casino allucinante. Primo calcio d'angolo, mi dico di fare una bella uscita. Mi arriva una botta da un attaccante avversario, sono sdraiato a terra, a pancia su. L'arbitro non ha fischiato e sono andato da lui a chiedere spiegazioni. Lui mi ha risposto: 'Welcome to England'. Lì è venuto fuori tutto un lavoro con il preparatore di difesa personale sugli angoli". 

Il ritorno a Verona

"Non avevo giocato nell'ultimo anno a Leeds, ero fuori e in modi un po' strani... In città tutti mi chiedevano il perché, poi. Ed è stato pesante. Ho giocato in Coppa ed è andato bene, sono stato nella top11 della Coppa e mi sono tolto qualche soddisfazione, ma si era rotto qualcosa. Il secondo faccio fatica a farlo. Poi l'ho fatto anche a Verona, ma è stata una scelta mia". 

Lo stadio dei sogni

"Ho giocato ad Anfield, uno dei miei preferiti. Ma al Bernabeu nuovo sarebbe un sogno giocarci". 

Sui rigori parati

"Non ho ancora parato un rigore in Serie A? E' assurdo! Sono sempre stato uno che ne ha parati spesso, qui ancora niente da fare. Ormai, va bene: come va, va. Li studio molto in realtà, gli avversari. Quando Ibra lo sbagliò, l'avevo stuzzicato è perché non ci sono tifosi. Quando ti trovi davanti lì, devi trovare qualcosa che possa distrarlo. A Ibra? Gli ho detto che l'ultimo l'aveva sbagliato alla mia sinistra, allora che avrebbe tirato dall'altro lato. Cosa mi ha detto? Niente! Mi ha pure fatto gol". 

"La promessa su rigore parato? Vi mando i guantoni volentieri! Per un rigore parato, è il minimo". 

Gli scherzi e i portieri più pazzi

"Quando si avvicina la partita sono più serio, tiro fuori la parte matura. Con mia moglie anche, persino con mia figlia. Nello spogliatoio? Qui a Udine non più di tanto, non do fatidio. A Verona parecchio... sono invecchiato. Un po' con tutti, dipende dai momenti. A Verona avevo una spalla come me, Alessandro Berardi, con lui ci divertivamo tanto. Lo sento spessissimo, siamo molto legati. Eravamo due mine vaganti". 

"Il più pazzo? Buffon! Assolutamente. E' simpatico, intelligente, ti stupisce sempre. Ho certi vocali di Gigi che fanno ridere. Non penseresti mai che è Buffon. Mi ricordo l'anno scorso, dopo la Lazio. Abbiamo vinto 2-1, mi ha mandato audio: così ti voglio, che esci al novantesimo così, bravo! Poi qualche parolaccia di qui e di lì. Mi dispiace che non mi sia mai allenato con lui, sarebbe stato interessante. Anche dal punto di vista umano". 

"Il numero uno? Gigi per noi italiani, per la mia generazione e altre, è stato lui. Sono cresciuto milanista, il mio idolo era Dida. Con Buffon, i miei idoli. Quando l'ho conosciuto ora che è diventato il preparatore dei portieri del Milan, emozione grandissima. Idolo importante per me. Avevo la sua maglietta, non me la toglievo mai. Facevo i capelli rasati con la riga, come lui. Mia moglie mi ha regalato una maglia di Dida, autografata. Bellissimo".

Un grande attaccante... mancato

"Ho iniziato così, perché con mio fratello e i miei amici mi mettevano sempre in porta, ero il più piccolo. Poi sono rimasto lì, ho fatto l'attaccante alla scuola calcio ma mia madre dice che sono un portiere perché non mi piace correre. Tutto vero. Ma sarei stato un grande attaccante, sicuro".

Il ricordo di Astori

"Qui abbiamo Udogie, Samardzic... prospetti di altissimo livello. Ma il giocatore fatto, il più forte, è stato Davide Astori. A Cagliari. Ti metteva una serenità... a tutto il reparot. Con me è stato particolarmente bravo, sin dal primo giorno. Anche come giocatore, fenomenale. Ho fatto l'esordio con lui, è stato bravissimo: clean sheet, mvp e salvezza. Ho fatto una parata su Cassano... mi ha detto di stare lì, di stare sul mio palo e lì l'ho parata bene. Ti tranquillizzava con due parole, oltre la prestazione, che era sempre di livello"

I più forti 

"Compagni? Moise Kean il mio compagno più forte. Un mostro. A livello fisico e tecnico, è un giocatore monumentale. E la carriera che sta facendo, nonostante abbia tanto da migliorare, potenzialmente è impressionante". 

"Avversari? Ho giocato contro tanti forti. Ronaldo, Ibra, Vlahovic. Dybala è assolutamente incomprensibile: non sai cosa fa. Ha una tecnica da campione, da un altro pianeta. Stoppa i palloni, si gira, mette la palla in profondità. Non te l'aspetti e lo fa bene. Non capisci mai cosa sta per fare". 

"Beto? E' forte, a livello fisico è impressionante. Velocità, alto, forte. Deve crescere dal punto di vista tecnico e tattico. Ma può diventare importante".