Emozioni, gioie, tragedie, dolori, pathos e polemiche. La storia delle Olimpiadi è ricca di eventi indimenticabili. Exploit e trionfi multipli, Paesi e sportivi dominatori come Bolt e Phelps , ma anche vittorie inaspettate come, fortunatamente, quella di Jacobs nei 100 metri a Tokyo.
La rassegna di Parigi 2024 si prepara a regalare emozioni e storie da raccontare in futuro. Nel frattempo, diamo un'occhiata al medagliere complessivo e a tutti i momenti degni di nota da Atene 1986 a Tokyo 2020.
Il palmares delle Nazioni
Ecco il totale delle medaglie conquistate dai principali Paesi nelle scorse edizioni delle Olimpiadi in ordine di ori vinti.
Paese | Ori | Argenti | Bronzi | Totale medaglie |
Stati Uniti | 1061 | 836 | 738 | 2635 |
Regno Unito | 286 | 316 | 310 | 912 |
Cina | 262 | 199 | 173 | 634 |
Francia | 222 | 253 | 274 | 749 |
Italia | 216 | 188 | 213 | 618 |
Germania | 201 | 205 | 246 | 652 |
Ungheria | 181 | 155 | 176 | 512 |
Australia | 163 | 172 | 208 | 543 |
Russia | 149 | 125 | 154 | 468 |
Svezia | 148 | 176 | 179 | 503 |
Finlandia | 101 | 85 | 119 | 305 |
Corea del Sud | 96 | 91 | 100 | 287 |
Olanda | 95 | 104 | 122 | 321 |
Romania | 90 | 98 | 122 | 310 |
Cuba | 85 | 71 | 85 | 241 |
Polonia | 72 | 88 | 138 | 298 |
Canada | 71 | 108 | 147 | 326 |
I dominatori delle Olimpiadi: Spitz, Phelps e Bolt
Le Olimpiadi sono una rassegna per Nazioni, ma è inevitabile pensare ad alcune grandi individualità che hanno trascinato i loro Paesi. Tre i principali nomi: Mark Spitz, Michael Phelps e Usain Bolt.
A Monaco 1972 , rassegna purtroppo famosa per altri motivi, il nuotatore Mark Spitz ottenne sette medaglie, diventando in quel momento l'atleta con il maggior numero di ori in una singola edizione.
Verrà superato nel 2008 da un collega e connazionale: Michael Phelps, che a Pechino 2008 ne vinse 8 . Lo squalo di Baltimora è anche al momento l'atleta con il maggior numero di medaglie alle Olimpiadi: ben 28, di cui 23 d'oro . Dominò, infatti, anche Atene 2004, Londra 2012 e Rio 2016.
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Spostandoci dal nuoto, accogliamo un altro atleta leggendario: Usain Bolt . Il giamaicano, che ad Atene 2004 fu eliminato in batteria, si presentò quattro anni dopo e da lì iniziò una cavalcata, quasi letteralmente, leggendaria. Vinse nei 100 metri e nei 200 metri a Pechino 2008, per poi dominare a Londra 2012 e a Rio 2016 con sei ori in altrettante finali: 100 metri, 200 metri e 4x100 metri. Il suo 9"69 è record olimpico, il 9"58 a Berlino nel 2009 è invece il record del Mondo. Numeri incredibili e una cifra clamorosa per l'Atletica: 8 medaglie d'oro.
La politica alle Olimpiadi: il 1936 e il 1968
La rassegna olimpica è da sempre un evento tanto importante da diventare inevitabilmente un'occasione per diffondere un'idea, un pensiero, o per mandare un messaggio umanitario o politico. Nel 1936, alle Olimpiadi di Berlino e in pieno periodo nazista, l'americano di colore Jesse Owens vinse quattro medaglie d'oro: 100, 200 e 4x100 metri e il salto in lungo.
Le Olimpiadi si svolgono anche nel 1968, un anno storico per il Mondo intero. Inevitabile, dunque, che la rassegna di Città del Messico diventi anche un modo per manifestare. È il caso di Tommie Smith e John Carlos, atleti afroamericani che si piazzarono primo e terzo sul podio dei 200 metri piani. Sul podio, i due sollevarono il pugno verso il cielo, simbolo del Black Power.
I drammi alle Olimpiadi: Monaco 1972 e Tokyo 2020
Ci sono, però, anche circostanze che vanno oltre l'avvenimento sportivo. Drammi, situazioni e problematiche che non risparmiano le Olimpiadi e le più famose, in epoca relativamente recente, sono due e purtroppo per nulla positive. Nel 1972 , a Monaco , ci fu un attentato da parte dei terroristi palestinesi, che sequestrarono diversi atleti israeliani. Morirono in 17, tra cui 11 atleti. La rassegna proseguì. A questa tragedia si ispirò Steven Spielberg, che nel 2005 diresse il film "Munich".
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Nel 2020, invece, si sarebbero dovute disputare le Olimpiadi di Tokyo 2020 , ma la rassegna era originariamente in programma pochi mesi dopo la diffusione del Covid . La pandemia obbligò il Cio a rimandare l'evento in Giappone all'anno successivo.