Il messaggio è arrivato forte e chiaro: si può stupire il mondo anche da debuttanti, anche se davanti ci sono dei mostri sacri. La meglio gioventù azzurra è pronta per andare all’assalto di nuove medaglie, la strada l’ha indicata ieri Mattia Furlani, con un bronzo che mancava all’Italia da 40 anni. E proprio il Superman del lungo lascia nel mare olimpico una bottiglia con dentro un messaggio per Larissa Iapichino e Lorenzo Simonelli, quelli che potrebbero regalare nuovi magic moment. Furlani lo fa in mix zone, è ancora avvolto dalla bandiera tricolore, si aggiusta i capelli e poi attacca: «Dico a Larissa, a Lorenzo e a tutti i ragazzi che sono qui, di crederci, crederci e ancora crederci. Non bisogna pensare a nulla. Hanno fatto i miei stessi sacrifici, inseguendo un sogno. La medaglia ai Giochi è un desiderio che diventa realtà. Provateci, non è impossibile».
Fin qui Furlani con le parole, da oggi toccherà alla Iapichino e a Simonelli di renderli fatti concreti come può esserlo un podio... I segnali sono ottimi, prendiamo Larissa: ieri mattina ha preso confidenza con la pedana, facendo capire a tutti il suo valore. Ha centrato la finale (riservata alle migliori dodici) con la seconda misura, un ottimo 6.87. La ventiduenne fiorentina solo a Roma (con 6.94) aveva fatto meglio: quel salto le era valso l’argento Europeo. Davanti a lei si è piazzata la statunitense Tara Davis, vice iridata in carica, con 6.90. E le altre grandi? Tanto per dirne una: la tedesca Malaika Mihambo, campionessa olimpica, del mondo ed europea, si è preso un bel rischio con due nulli, poi ha piazzato un 6.86 (regalando in staccata oltre 30 centimetri per evitare guai). Sarà una delle favorite. Ma il turno di qualificazione ha fatto “vittime” eccellenti, tipo la serba Ivana Spanovic.
Larissa c’è e si gode il momento: "Anche se non stati salti perfetti, mi sono piaciuta. Odio gareggiare al mattino, ma dopo un primo tentativo di assestamento credo di aver capito le caratteristiche della pedana. Aspetto questo momento da tre anni, lo sogno sin da quando ero piccola. In tribuna poi ci sono mamma e papà (Fiona May e coach Gianni, ndr), e tanti amici. In finale vado a giocarmela". Andando ancora indietro nel tempo, ritroviamo Lorenzo Simonelli: lui aveva preso contatto con lo stadio dei sogni già domenica scorsa. Aveva fatto una grande impressione nei suoi 110 ostacoli, volando in semifinale con un controllato 13”27, quarta prestazione complessiva.
Romano come Furlani, ma più grande di 3 anni (ne ha 22), aveva chiuso secondo, preceduto di un centesimo dallo svizzero Joseph e con lo stesso tempo del giapponese Izumiya. "Ma – aveva spiegato – ho spinto all’80% fino alla quinta barriera e al 60 da lì in poi. Mi ha sorpreso il fatto di ritrovarmi così in palla da subito. Certo l’ambiente aiuta…". Oggi ritorna a rombare per cercare l’accesso alla finale e poi pensare a una possibile medaglia (domani sera). Solo l’oro sembra precluso dall’extraterrestre Holloway, che ha stampato in batteria un 13”01 da paura. Ma intanto bisogna gareggiare, nessuno ai Giochi è intoccabile. La caduta alla trave di Simone Biles e lì a ricordarcelo. Ecco perché Simonelli fa bene a mettergli pressione. Prima o poi lo prende. E se il prima fosse Parigi?
Fonte: gazzetta.it