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Il calcio femminile sta per diventare grande

Prosegue la crescita del movimento calcistico femminile, che dalla stagione 2022/2023 compirà il grande passo nel mondo del professionismo: il punto sulla situazione del calcio rosa in Italia

Il primo sport italiano femminile a diventare professionistico sarà il calcio. Bisognerà attendere pochi mesi, ma la strada ormai è tracciata: dal 1 luglio 2022 la Serie A Women avrà delle “pro” in campo.

L'ultima annata da dilettanti è stata fondamentale per approcciarsi al meglio e non farsi trovare impreparati a quella che sarà, inevitabilmente, una sterzata storica. Ma a che punto è il calcio italiano in rosa?

Il passo per diventare PRO

Un accordo per trasmettere in chiaro una partita di Serie A alla settimana e tante altre attività stanno spingendo il movimento a una crescita forte e a una maggiore fruibilità del prodotto. Il calcio femminile vuole farsi conoscere.

Il cambio di format

Come farlo in maniera corretta però? Un cambio generale è stato ritenuto necessario. Per garantire la sostenibilità del sistema e alzare l'asticella della competitività, la Serie C ha già da questa stagione 3 gironi da 14 squadre. Dal 2022/2023 la Serie A sarà a 10 squadre, la Serie B a 16: la massima serie questa stagione, per prepararsi al nuovo formato, prevede ben tre retrocessioni, mentre ci sarà una sola promozione dalla B.

Barbara Bonansea, attaccante della Nazionale Italiana e della Juventus Women

Per andare verso il professionismo non bisognerà appunto guardare però solo al guadagno delle calciatrici, ma anche a come unire Serie A e Serie B. Serve unità di intenti. Il sistema dovrà iniziare a ragionare in termini economici per evitare di perdere il patrimonio investito nei settori giovanili negli ultimi sei anni.

I nuovi contratti

Parentesi contrattualistica. Lo status di professioniste delle atlete servirà anche a garantire alle stesse maggiori tutele dal punto di vista previdenziale e sanitario, con conseguenze positive a cascata anche sui Club.

Un esempio, nessuna squadra vedrà partire più calciatrici "a parametro zero" in maniera facile.

L'ultima sessione di calciomercato invernale

Nell'ultima sessione di calciomercato, prestiti, trasferimenti e ingaggi delle calciatrici, sono stati regolamentati dall’art. 94 quinquies delle Norme Organizzative Interne della FIGC (NOIF), come accade per le categorie dilettantistiche. 

Dal 1 luglio 2022, il primo drastico cambiamento: i nuovi accordi saranno regolati come nel professionismo sportivo. Per agevolare il passaggio la Federcalcio ha preparato dei modelli contrattuali che facilitano dal punto di vista legale e pratico, lo step che porta il mondo del calcio femminile al professionismo. Se ne deduce che i contratti già in essere dovranno essere rimodulati secondo questi modelli.

I vantaggi per le atlete

Questo upgrade si tradurrà in una maggiore tutela per le calciatrici dal punto di vista legale, sanitario e tanto altro. Basti pensare alla pensione statale e ai contributi versati dai club.

Le nuove generazioni

Tanto della crescita del movimento passerà giocoforza dalle ragazzine che, prima di tutto, devono sapere che esiste la possibilità di andare a giocare a calcio. Sul tesseramento delle giovani calciatrici la FIGC si è posta l’obiettivo di arrivare a 30.000 iscritte Under-12 nella Strategia del Calcio Femminile.

Prima dell'emergenza Covid si contavano oltre 30.000 tesserate (circa 16.000 Under15): l'obiettivo è puntare dunque al raddoppio. Il Settore Giovanile Scolastico sta monitorando l’evoluzione e colpisce in primis le scuole, con le infrastrutture che, in Italia, sono però un problema non di poco conto.

Figure di spicco

Sara GamaGetty

Quella di Sara Gama, ad esempio, è una figura importante (ne abbiamo parlato qui). Il movimento necessita di figure di spicco di riferimento. Di modelli da seguire che sappiano andare anche oltre il mero calcio giocato. 

Il pubblico negli stadi

Biglietti gratuiti per Juventus-Chelsea lo scorso mercoledì 13 ottobre. Questo uno dei più recenti e lampanti esempi di come si stia tentando di portare più pubblico allo stadio per le partite femminili.

Il gap con il resto d’Europa è ancora ampio, ma l'Italia prova ad assottigliarlo. Certo, vedere club come Barcellona e Manchester City realizzare stadi appositi per le donne da circa 5.000 tifosi fa riflettere molto sulla situazione attuale in Italia. Serve un cambio di passo anche in questo senso.

Come accennato poco fa il problema delle infrastrutture pesa molto a livello nazionale. Da apprezzare però i tentativi già svolti in passato, con ottimi riscontri, di utilizzare i grandi stadi in alcune occasioni programmate e con campagne di promozione ad hoc che per tempo incentivino alla visione della partita.

La nuova Champions

Non può essere dimenticata poi la più importante competizione continentale. La Uefa Women’s Champions League da quest’anno ha cambiato format, diventando più ricca e generando un maggior movimento di denaro grazie a un aumento di premi garantito.

La prima novità riguarda sicuramente la tipologia del torneo, che non parte più dai sedicesimi ma emula la versione maschile, con una vera e propria fase a gironi. Juventus e Milan, prime due forze dello scorso campionato, hanno dovuto affronte dei preliminari non semplici per accedere a questa fase a causa del basso ranking del calcio italiano e solo le bianconere ce l'hanno fatta, arrivando poi fino ai quarti di finale (le ragazze di Ganz sono state eliminate dall'Hoffenheim con un secco 2-0).

Già qui una sostanziale differenza: l'accesso alla fase ai gironi ha garantito alla Juve una quota minima di 400mila euro, ben cinque volte in più, almeno, di quanto si incassava al passaggio del primo turno col vecchio format.

La finale di Champions

La finale di quest'anno si giocherà all' Allianz Stadium di Torino: per chi riuscirà ad alzare il trofeo è previsto un premio fino a 1,4 milioni di euro

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La solidarietà

Fondamentale la redistribuzione di circa 24 milioni di euro al calcio femminile europeo: il 23% di questa cifra è stato messo infatti a disposizione tramite "pagamenti di solidarietà" di tutte le squadre non qualificate alla competizione, ma appartenenti alle leghe nazionali che sono rappresentate. Insomma: nel caso attuale concreto, più la Juve prosegue il suo cammino, più ne beneficia l'intero movimento italiano.

Oltre il campo

Il calcio femminile deve diventare un veicolo per combattere la disparità di genere che, dati alla mano, è una tematica molto rilevante ai nostri giorni.

Il movimento corre e punta a diventare punto di riferimento per le più svariate tematiche. Un passo alla volta.