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DAZN Bracket, la sorpresa dei giocatori del Bologna a Mihajlovic è il Top Moment della stagione

Redazione
DAZN Bracket, la sorpresa dei giocatori del Bologna a Mihajlovic è il Top Moment della stagioneGetty

Anche gli abbracci a distanza servono. Anche stringersi virtualmente. Anche esserci col pensiero, oltre che con i fatti. I giocatori del Bologna, da quel maledetto 13 luglio 2019, hanno pazientemente imparato ad accorgersene. Quando Sinisa Mihajlovic non c'era, ne hanno captato la presenza, ne hanno inteso i comandamenti. Hanno tratto forza. 

Sono passati circa tre anni da quando l'allenatore dei rossoblù ha annunciato di aver contratto una forma di lecemia mieloide acuta: da quel giorno è iniziata la risposta a denti stretti dell'allenatore serbo. Che prosegue ancora oggi, perché dallo scorso marzo, Sinisa ha raccontato in conferenza d'aver riaccolto l'ospite sgradito, decidendo di rispondergli esattamente come la prima volta.

Una storia di dolore, con un intervallo di gioia. E un prosieguo che ha colpito tutti. Tifosi e addetti ai lavori, extra Bologna e in particolare all'interno del club, del suo club, costretto a stravolgere l'ordinario in attesa di buone notizie. 

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Sinisa ha dovuto nuovamente abbandonare, nell'ultimo mese di campionato, quella panchina così fortemente cercata e voluta, così mitizzata nei giorni di cura al Sant'Orsola. Proprio dall'ospedale bolognese è stato dimesso lo scorso 2 maggio. Qualche giorno prima, il 28 aprile, la sua squadra gli aveva fatto una sorpresa che aveva mosso pure un cuore duro come il suo: tutti insieme, in cortile, ad attendere il suo scorgersi dalla finestra. E' questo, il momento dell'anno: a sceglierlo non è stata Bologna, ma i tifosi di tutte le squadre. Certificato anche dal bracket pubblicato sui nostri social.

Oltre 100mila voti e un verdetto: per la fabase social di DAZN è la sorpresa dei giocatori del Bologna a Mihajlovic il Top Moment della stagione.

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Cadute e risalite: il percorso di Mihajlovic

Per Miha sono stati gli anni più duri, ma la malattia ha trovato davanti un avversario incredibilmente tosto. Dopo la diagnosi nel luglio 2019, Mihajlovic fu costretto ad abbandonare temporaneamente la panchina del Bologna per iniziare il percorso di chemioterapia e cure nel dipartimento di Ematologia del Sant'Orsola di Bologna. 

Il 29 ottobre dello stesso anno ha ricevuto il trapianto di midollo, lottando per un nuovo obiettivo: sentirsi nuovamente un allenatore. Sembrava impensabile, il tecnico divenne incredibile: a poco più di un mese dalla scoperta della leucemia, Sinisa lasciò l'ospedale per sedersi addirittura in panchina. Era l'esordio dei rossoblù in Serie A TIM, sul campo del Verona. Non sarebbe mancato per nulla al mondo, neanche per tutto quel dolore.

Il ritorno definitivo arriva invece l'8 dicembre, quando, sempre a sorpresa, tornò a sedersi in panchina nella sfida tra i suoi rossoblù e il Milan, proprio al Dall'Ara. Meravigliosa, quell'accoglienza: applausi, cori, vicinanza strettissima e profondissima al tecnico e alla squadra intera. 

Sembra passata una vita, sono passati invece solo pochi mesi. Dopo il covid nell'estate 2020 - molto pericoloso, nelle sue condizioni - e la lenta ma forte ripresa, ora per Mihajlovic c'è tutta un'altra partita ed è contro il destino. "Questa malattia è molto coraggiosa se ha scelto di tornare ad affrontarmi - aveva raccontato Mihajlovic -, ma se non le è bastata la prima lezione gliene daremo un'altra". Lavora ancora per questo.