E' stato un derby vero. Con gol, emozioni, calci, espulsi. E' stato un derby vero e nessuno aveva immaginato il contrario, perché in certe partite la classifica proprio non conta. E' stato un derby vero e l'appuntamento sarà al ritorno con qualche sassolino nelle scarpette da togliere, da una parte e dall'altra. Da quella della Salernitana, da quella del Napoli. All'Arechi, il primo round è terminato 1-0 per gli azzurri. E' bastato un gol di Zielinski - dopo un mischione, come vera tradizione del derby - a riportare lassù la squadra di Spalletti. In attesa del Milan, più avanti di tutti in classifica.
Cosa vuol dire questa vittoria per il Napoli
Quanto valga questa vittoria per il Napoli lo dimostrano i pugni chiusi di Spalletti al novantesimo. E' stata una partita strana, a Salerno. Definizione vaga ma che contiene ogni possibile dettaglio di un match per certi versi illogico. Del resto, come spiegare gli errori degli azzurri nei primi minuti? Quel tentativo divorato da Zielinski? Ecco, un attimo di riflessione sul polacco: è apparso appannato per tutta la prima ripresa, poi ha trovato il guizzo vincente. Vuol dire anche che il Napoli è più forte dei suoi momenti di stanca.
"Sono felice che sia arrivata ora la rete, che abbia regalato anche la vittoria nel derby", ha confessato il centrocampista a DAZN. Nell'ultimo periodo è mancata la sua capacità di spaccare la partita. La grande forza di Piotr nel proteggere e dare nuove soluzioni al Napoli. Piotr che ha spiegato anche le difficoltà azzurre, a prescindere dal risultato: semplicemente, hanno trovato una Salernitana in serata di gala. "Arrivavamo ai 20 metri e mancava il passaggio decisivo. I loro tifosi sono stati grandi, li hanno trascinati".
Spalletti ha esultato per questo, e per tutto il resto. Come le tante assenze della sua squadra: Osimhen non era convocato, Insigne aveva un affaticamento e non è stato rischiato. "Nessun caso", ha voluto chiarire Spalletti. Anche a muso duro, sull'onda emotiva di una partita probabilmente dura per mille versi. E l'ambiente non è stato certamente quello meno impattante.
Lo spirito della Salernitana
Ecco, verrebbe da dire che se fosse sempre così, questa Salernitana non avrebbe poi tanti problemi a salvarsi. Colantuono non l'ha rivoluzionata tatticamente, ma ha saputo darle uno spirito nuovo, diverso. La gara con il Napoli si preparava da sola: questo è certo e bastava semplicemente vedere l'emozione degli spalti. Eppure, i punti accumulati nelle ultime settimane, la grande occasione di sublimare questo mini ciclo con l'avversario di sempre, davano una dimensione diversa a tutto. In particolare alla squadra granata.
Il gap tecnico si è sentito solo in parte, di sicuro in termini di agonismo la sfida è stata pari. Ed è su questo, che dovrà insistere Colantuono. Nella bravura ad alternare testa e cuore, coraggio e disciplina, tattica e intuizioni. Ribery è sembrato un trascinatore vero, da lotte nel fango. La reazione di Salerno e della Salernitana, anche all'espulsione di Kastanos, sono benzina per il futuro. C'è spazio e tempo per ribaltare il proprio destino.